Si chiama Ofelia Queiroz, ha diciannove anni, è fresca, carina, spigliata e, contro la volontà dei suoi genitori, ha deciso di trovare un impiego.
Conosce il francese, sa scrivere a macchina e sa anche qualche parola di inglese.
Viene assunta in una piccola azienda commerciale.
Il primo giorno conosce un collega.
E’ un uomo vestito tutto di nero, con gli occhiali, un cappello con la falda alzata ed una cravatta a farfalla.
E’ Fernando Pessoa, il più grande poeta portoghese del ‘900, ed ha già perso la testa per lei.
Iniziano così le schermaglie amorose fra i due due. E’ quello che in portoghese si chiama il namoro, il periodo in cui si manifesta quell’attrazione reciproca che poi darà luogo al fidanzamento vero e proprio
Il poeta è di diversi anni più vecchio, ma non si sottrae al gioco degli sguardi, dei baci in punta di labbra tra una scrivania e all’altra, dei bigliettini.
I due si scambiano anche una infinità di lettere d’amore.
Nel dicembre del 1920 Ofélia decide di mettere un punto, stanca di essere presa in giro dall’insicurezza surreale del poeta.
“Una donna che crede alle parole di un uomo, non è che una povera idiota; se un giorno vedeste qualcuno che finga di portare alle labbra una bevanda avvelenata a causa sua, rovesciategliela velocemente in bocca perchè libererà il mondo da un impostore in più.”
Conclude così la sua ultima lettera.
D’altronde quale donna non diffiderebbe degli slanci amorosi di chi ha scritto una poesia come quella che riporto qui sotto?
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore
devono essere
ridicole.
Ma, dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere d’amore
ad essere
ridicoli.
Beh..a parte la poesia, quello che delude in Pessoa, ma anche in tutti gli uomini, di solito, è questo modo fugace di intepretare l’amore. l’amore non è un “affetto violento” come lo chiama lui in una delle sue lettere, bensì un germoglio che nasce e che bisogna saper far crescere in due.
Lui era come tutti i maschi: pauroso dei suoi sentimenti che fino ad un certo punto lo hanno ben trascinato e poi nel momento in cui la ragione ha preso il soppravento, sono stati calpestati.
Non so se tutti i maschi sono paurosi dei propri sentimenti.
Certo Pessoa non è il prototipo di tutti gli uomini. Era un grandissimo poeta, quindi un uomo fuori del comune e per lui la letteratura era più importante di qualsiasi cosa.
Singolare le somiglianze tra le sue resistenze a Ophelia e quelle di Franz Kafka a Felice Bauer.
Fernando come Franz più che amare Ophelia e Fellice amano, per un certo periodo di tempo, raccontare a se stessi la favola di Fernando e di Franz che amano Ophelia e Felice.
Poi quando Ophelia e Felice, come tutte le donne ( generalizzi tu, generalizzo anch’io) vogliono entrare con prepotenza nella loro vita, loro si fottono di paura all’idea che la favola si trasformi in volgare e seriale quotidianità.
L’idea della cena, dei panni stesi, del mangiare, dormire, svegliarsi insieme gli fa orrore.
Meglio tornare ad inebriarsi di letteratura, tornare ad essere poeti, dare sfogo in solitudine al proprio enorme talento visionario.
Pessoa chiuse la sua vita in perfetta solitudine, come aveva desiderato, senza mai rinunciare al conforto della scrittura :
“Pieno di tristezza scrivo nella mia tranquilla stanza, solo come sono sempre stato, solo come sempre sarò. E penso se la mia voce, apparentemente così incolore, non possa incarnare la sostanza di migliaia di voci, la fame di raccontarsi di migliaia di vite, la pazienza di milioni di anime sottomesse come la mia, nel destino quotidiano, al sogno inutile, alla speranza senza memoria” (Il libro dell’inquietitudine)
Caro Filippo, questa volta mi hai proprio fregato. Avrei scritto , a commento, più o meno quello che hai scritto tu. Come si dice? Mi hai rubato le parole… dalla tastiera. Aggiungo soltanto che per Pessoa vale quanto abbiamo già detto per Ted, per Don Lisander, per Einstein. Grandi poeti, scrittori, fisici, piccoli , meschini uomini..
P.S. Questa Poesia di Pessoa non mi piace. In verità non sono un appassionato dei suoi scritti