l'intelligenza degli elettricisti

La incontro vent’anni dopo,
allo stesso caffè.
Ha sempre lo stesso modo di ravviarsi i capelli,
e, quando ride,
la lingua le si affaccia tra i denti,
esattamente come allora.
Non so se farmi avanti,
resto a fissarla per un po’
a quattro tavolini di distanza,
immaginando quello che poteva essere
(e non è stato).
Poi mi decido,
butto qualche moneta sul tavolo.
Me ne vado!
In quel momento lei mi fissa, mi sorride
e mi fa uno scherzoso gesto di minaccia
con la mano.
Mi avvicino e, con falsa naturalezza,
come se non ci vedessimo dalla sera prima,
le sorrido e domando:
“Cosa ho combinato questa volta?”
Lei ride ( e ancora una volta la lingua le fa capolino tra i denti)
poi mi dice, sospirando:
“Disgraziato, mi dovevi sposare!”.