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Silvio, la tassa su Sky e le profezie di Montanelli.

indro-montanelliQuando nel 1994 Silvio Berlusconi scese in campo, uno dei più accesi oppositori di questa scelta fu l’allora direttore de IL GIORNALE Indro Montanelli.

Non per distanza dalle idee politiche del Cavaliere, ma per ragioni di opportunità.

Diceva Montanelli in quei giorni: “ Come può essere credibile un uomo politico che abbia alle sue spalle una rete così vasta di interessi economici?”.

E aggiungeva: “Immagino già la scena; Berlusconi che si alza alla Camera e sostiene l’opportunità di un provvedimento e una grossa fetta del parlamento che si alza in piedi protestando al grido di: BISCIONE! BISCIONE!”

Come al solito, Montanelli dimostrò in quella occasione di avere l’occhio lungo.

Quello che sta accadendo in questi giorni sull’aumento dell’Iva sugli abbonamenti alle pay-tv lo dimostra.

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Da diversi anni questa imposta è del 10%. Adesso vogliono portarla al 20%.

Era un privilegio l’iva al 10%?

Forse.

Era giusto portarla al 20%?

Possibile.

Ma. guarda caso, la misura va a colpire pesantemente il principale concorrente del duopolio Rai-Mediaset, controllato dal Cavaliere.

Guarda caso, il tg di Sky è da qualche tempo diventato il tg più affidabile dal punto di vista giornalistico e quindi il più temibile per Silvio .

Come può essere credibile il Governo in una situazione come questa?

Come può essere credibile se poi peggiora la situazione raccontando palle?

Cioè quando, assistito dai giornalisti che scrivono sotto dettatura, cerca di farci credere che è danneggiata da questo provvedimento anche Mediaset. Il danno per Mediaset ‘c’è, ma è minimo, mentre è enorme per Sky ( c’è un rapporto di uno a cento, secondo gli esperti).

Oppure quando tenta di darci a bere che Il multimiliardario Murdoch è amico della sinistra ( e ce lo dice proprio lui che per anni ha avuto con Murdoch una fitta rete di rapporti e di incontri d’affari).

Insomma ancora una volta si avvera la profezia di Montanelli…

Il Cavaliere è proprio sfortunato, qualsiasi provvedimento prenda a noi, chissà perchè, viene sempre in mente che si sta facendo gli affari suoi, piuttosto che tutelare i nostri….

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La politica dei palliativi

altappone2Per due anni, mentre era al Governo Prodi e lui stava all’opposizione, Berlusconi ha orchestrato un martellamento mediatico di prima grandezza per dare un’immagine del paese apocalittica.

Nei tg “amici” i servizi sui nuovi poveri, su quelli che non ce la fanno già alla terza o alla quarta settimana si sprecavano.

Eppure è sotto gli occhi di tutti che le cose andavano molto meglio di adesso. Adesso che siamo in piena crisi e gli imprenditori licenziano o addirittura chiudono,  dovrebbe valere invece la regola dell’ottimismo.

Silvio vuole farci credere che la crisi è un fatto illusorio, una suggestione, una profezia di quelle che a forza di essere evocate finiscono per avverarsi.

Non c’è niente di più pericoloso, invece, di questo ottimismo.

La crisi è seria e si muove come una valanga. E’ perciò importante che chi governa si muova in fretta e con la massima incisività e determinazione. La politica che vediamo attuarsi è invece quella dei palliativi e dei placebo. Si annunciano iniziative a forte impatto mediatico ( tipo la social card o tessera dei poveri), ma inadeguate rispetto al rilancio dei consumi.

Il fatto è che Berlusconi in una situazione come questa dovrebbe spogliarsi del suo ruolo di capopartito e diventare uno statista, cioè colui che tutela l’intera collettività e non solo i propri interessi e quelli dei propri elettori.

Lo ha già fatto eliminando l’ici per le case di pregio ( provvedimento forse giusto in astratto, ma realizzato nel momento meno opportuno) lo sta facendo adesso rifiutandosi di prendere in considerazione la possibilità di tassare le rendite finanziarie come fanno nel resto d’Europa ( cioè al 20% invece che al 12,5%).

EVITANDO l’errore dell’ICI e accogliendo la soluzione europea sulle rendite finaziarie, avrebbe oggi qualche miliardo di euro in più per affrontare una crisi, dalla quale non si esce propagandando ottimismo, ma pompando un po’ di soldi in più nelle tasche dei ceti deboli.

Ceti deboli che adesso cominciano a far paura per due motivi: il primo è che si “rifiutano” di consumare, il secondo è che prima o poi si incazzano.

Portatore Nano di democrazia: l’ultima definizione per Silvio di Marco Travaglio.

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Marco Travaglio, 14 novembre

Siccome, all’insaputa del Parlamento, ci ritroviamo alleati del regime russo del fasciocomunista Putin (“l’amico Vladimir”), anche a costo di attaccare l’ex “amico George” per una delle poche cose buone da lui fatte, cioè lo scudo spaziale in Europa dell’Est.

Siccome, all’insaputa del Parlamento, siamo diventati addirittura alleati militari del regime bananoterrorista del Col. Gheddafi (“leader di libertà”), al quale verseremo in vent’anni 5 miliardi di dollari per “risarcirlo” di nonsisache.

Siccome, all’insaputa del Parlamento, il portatore nano di democrazia ha appena promesso di dimezzare i tempi per l’ingresso in Europa del regime Turco di Erdogan, repressore di curdi e violatore di diritti umani. Siccome, mentre tutti si fissavano su Obama abbronzato, il Cainano si faceva paladino dell’invasione russa della Georgia arrivando a sostenere – per l’imbarazzo dello stesso Medvedev – che è stata la Georgia a invadere la Russia.

Siccome Al Tappone ha ribadito anche ultimamente, sulla libertà di stampa e di satira, il medesimo concetto che ne hanno gli amici Putin, Erdogan e Gheddafi.

Siccome l’ometto di Stato ha portato i brasiliani del suo Milan al vertice col presidente Lula, come già fece col presidente venezuelano Chavez passandogli al telefono Aida Yespica.

Ecco, siccome abbiamo deciso di farci governare dalla destra, non è che gli amici americani ci prestano John Mc Cain anche solo per quattro anni? Volendo, secondo il “prendi uno paghi due”, si trova un posto pure per Sarah Palin, purchè disarmata. Alle Pari Opportunità sarebbe proprio un bijou.

Imbecilli scesi in campo…

berlusca-berretto“Barack Obama? Giovane, bello e abbronzato”.

Parola di Silvio Berlusconi. Ieri, rivendicando la sua “anzianità”, aveva annunciato di “volergli dare consigli”.

Che dire?

Dopo la gaffe di Gasparri di ieri (” Con Obama saranno contenti quelli di Al Qaida”), che aveva consentito al capogruppo di Forza Italia alla Camera di accaparrarsi il premio “Gaffe dell’anno”,  oggi è Silvio che dimostra di non essere secondo a nessuno e spara la “Gaffe del secolo”.

“Se non hanno il sense of humour allora vuol dire che gli imbecilli sono scesi in campo, che se ne vadano a…” sibila il premier, fuori di sè quando gli riferiscono le reazioni sbigottite dell’opposizione in Italia.

Il dramma è proprio quello che indica lui: imbecilli scesi in campo.

Guzzanti a CARFAGNA: ” CALENDARISTA DALLE PARI OPPORTUNITA”. Lei lo querela

Ecco cosa ha scritto due giorni fa Paolo Guzzanti nel suo blog sulla nomina a ministro della Carfagna

2 Novembre 2008

carfagna2

Vedo che un gruppo di pasdaran seguita a far finta di non capire, o forse non capisce davvero.

Il punto, l’unico punto che conta (e lasciamo perdere la Carfagna, facciamo finta che non esista) è: è ammissibile o non ammissibile, in una democrazia ipotetica, che il capo di un governo nomini ministro persone che hanno il solo e unico merito di averlo servito, emozionato, soddisfatto personalmente?

Potrebbe essere il suo giardiniere che ha ben potato le sue rose, l’autista che lo ha ben guidato in un viaggio, la meretrice che ha ben succhiato il suo uccello, ma anche il padre spirituale che abbia ben salvato la sua anima, il ciabattino che abbia ben risuolato le sue scarpe.

Non importa in che modo.

Non importa il sesso.

Importa un principio, uno solo: è lecito, è tollerabile, è accettabile in via ipotetica e non qui in Italia ma sul fantastico pianeta di Zorbador che il primo ministro faccia ministro e segretario di Stato il pescivendolo che gli ha fornito le migliori triglie, il medico che lo ha tirato fuori da una brutta polominte, la maestra di piano dei suoi figli, l’antennista della sua televisione di casa, e così via

Affrontiamo per favore il solo problema generale, che è quello che ho già indicato: è lecito o non è lecito che si faccia ministro in uno Stato immaginaio e anzi in un Pianeta di un’altra costellazione, una persona che ha come suo merito specifico ben soddisfatto il capo del governo?

Sì o no? Lasciamo perdere per favore, il caso di una povera ragazza, ministro per caso, insultata da un’energumena su una piazza piena di loschi figuri. Lasciatela in pace.

Fate con me un passo avanti alla maniera dei classici greci: dibattiamo solo sul principio.

E’ lecito o no? Grazie.

guzzanti


Il ministro Carfagna ha querelato il senatore Guzzanti. Sarà interessante, se si dovesse arrivare ad un procedimento penale, leggere le argomentazioni di pubblica accusa e difesa.
Guzzanti comunque, sia pure tirato in ballo per fatto personale, comincia ad aprire gli occhi si Berlusconi.
E’ evidente il suo imbarazzo… O no?
Eppure era uno dei Berluscones più oltranzisti .

Un abbaglio?

Oppure ha finalmente imboccato la via di Damasco?

Decreto Gelmini: le “spiritose invenzioni” di chi lo sostiene.

Come decidiamo per chi votare?

Una volta ci basavamo soprattutto sulle sono le nostre convinzioni politiche.

Componente sempre più traballante in un’epoca in cui gli ex  fautori dello statalismo hanno realizzato le privatizzazioni e i fautori del libero mercato, sia pure per argianare una crisi, tornano allo statalismo.

Adesso, sempre di più, visto il tramonto delle ideologie, ci basiamo sui fatti. Votiamo per chi ci dà la sensazione di ottenere buoni risultati nella gestione di questo disastrato paese.

Importantissimo quindi è il ruolo dell’informazione.

Ci sono informazioni false, purtroppo, alle quali, a forza di sentirle, ci attacchiamo come cozze allo scoglio.

Entrano nella nostra testa e non ne escono più.

C’è una frase che alcune leggende metropolitane attribuiscono a Berlusconi: Ripetete in continuazione una bugia, finirà per diventare una verità inaffondabile.

ESEMPIO NUMERO 1

Coloro che sostengono la riforma Gelmini se la prendono con un la assurda proliferazione ( di cui sono stati colpevoli i governi di ogni colore) delle sedi universitarie. Abbiamo una densità di sedi universitarie incredibile ( 115 università in un paese con poco più di cento province) ed una qualità degli studi lontanissima da quella di altri paesi ( la prima università italiana per qualità degli studi sta al 190 ° posto nelle graduatorie internazionali).

Queste argomentazioni fanno pensare, automaticamente, che il Decreto Gelmini, si faccia carico di questo problema. D’altronde sarebbe giusto: se ci sono meno risorse, conviene gestirle in maniera meno dispersiva, cercando di concentrarle sui pochi centri di eccellenza, per rafforzarli.

Peccato che nel decreto Gelmini non ci sia una riga su questi tagli. Nessuno pensa di smantellare una sola di queste sedi. Scelta troppo coraggiosa, come coraggiosissima sarebbe la scelta di tagliare il numero delle province. Così coraggiosa che nessuno la prende.

Eppure ci fanno credere che il decreto Gelmini sia una scelta di efficienza e di razionalizzazione.

ESEMPIO NUMERO 2:

Si ritorna , per motivi di cassa, al maestro unico. Ma si cerca di far credere che questa scelta migliorerà la qualità della scuola.

E per sostenere questo si afferma che la scuola elementare italiana da quando ha abbandonato la strada del maestro unico è precipitata nelle classifiche mondiali di cui prima occupava i primissimi posti.

Ma dove si trovano questa classifiche?

Attenzione, perchè, a forza di sentirla ripetere, a questa storia ci abbiamo creduto un po’ tutti, si è scolpita nelle nostre menti.

Invece è una balla.

La classifica dell’Ocse, che è l’unico organismo in grado di fare correttamente queste valutazioni, dice che la scuola elementare italiana è la prima in Europa e la quinta nel mondo.

E l’altra classifica?

Una spiritosa invenzione ( per dirla con Carlo Goldoni) del leghista Cota, il simpatico inventore delle classi separate per i figli di immigrati.

Piazza Navona? La colpa dei disordini è delle sinistre. Che bello avere una tv di Regime!

Alcuni giovani di estrema destra, non si sa come, visto che tutte le strade del centro di Roma sono bloccate, raggiungono, con un pulmino carico di mazze di ferro avvolte in bandiere tricolori, Piazza Navona.

L’intento è quello di creare dei disordini nella manifestazione Anti- Gelmini.

I ragazzi della manifestazione li individuano come i provocatori che sono e afferrano sedie e tavolini e cominciano a tirarli addosso ai mazzieri.

A quel punto la polizia, che non aveva bloccato i mazzieri quando scorrazzavano liberi e indisturbati, si è precipitata in loro soccorso, portandoli in questura.

Due osservazioni:

Chi va in piazza con le spranghe, ci va sicuramente perchè è intenzionato a compiere atti di violenza. Chi tira le sedie o i tavolini, reagisce sicuramente in maniera sbagliata ad una provocazione, ma, appunto, reagisce, non è certo all’origine degli incidenti.

Questo invece ci hanno fatto credere alcuni resoconti governativi, ma, soprattutto, alcuni vergognosi servizi televisivi.

Per fortuna c’è Anno Zero.

Per fortuna c’è Youtube.

Cai ritira l’offerta, Alitalia a poche ore dal il fallimento.

Alitalia mai così vicina al baratro come oggi. 

Davanti a Gianni Letta in vesti di mediatore, si sono trovati i rappresentanti di otto sigle sindacali, il presidente e l’amministratore delegato di Cai Roberto Colaninno e Rocco Sabelli e il commissario Alitalia, Augusto Fantozzi.
Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato il protocollo d’intesa che Letta ha presentato come ultima spiaggia non più mediabile, ma i rappresentanti autonomi dei piloti (Anpac, Up) e degli assistenti di volo (Avia e Sdl) hanno detto di “no”.  

Colaninno era stato chiaro: senza le firme dei sindacati (tutti i sindacati) l’offerta di Cai per Alitalia  (l’unica sul tavolo) sarebbe sparita per sempre.

L’imprenditore mantovano ha agito di conseguenza. Fallito l’accordo con le sigle degli autonomi, ha convocato a tambur battente il cda di Cai, che ha immediatamente deciso di rinunciare a presentare l’offerta.

 Salvo miracoli è il fallimento

Cioè: aerei a terra,  personale a casa, libri in tribunale .

Attraverso il fallimento Air France-Klm, oppure  Lufthansa, oppure qualunque altro imprenditore potrà rilevare la compagnia a prezzo stracciato e potrà decidere in piena autonomia, quanto dell’attuale personale riassumere e a quali condizioni.

Speriamo che non sia così.

Ma se così fosse, che ci racconterà questa volta il nostro immaginifico premier?

Ci dirà che aveva ragione Prodi che voleva vendere ad Air France, che era disposta a rilevare la compagnia a pagare i debiti a tagliare un numero di risorse molto ragionevole senza alcun costo aggiuntivo per i contribuenti italiani?

No, non ce lo dirà.

Lo sanno tutti che è così, e lu lo sa meglio di tutti.

Ma sa anche che si governa con le bugie….

D’Alema :”Energumeno tascabile! “. Brunetta: “Razzista!”

“Energumeno Tascabile” dice D’Alema di Brunetta.

“Non rispondo a chi mi attacca in modo così volgare e razzista” risponde il ministro.

Continuiamo così, facciamoci del male, direbbe a questo punto Nanni Moretti….

Possibile che non ci meritiamo di meglio come classe dirigente?

Possibile, possibile…