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Il paese della dimenticanza

La campagna elettorale è partita in modo soft.

Lo dicono tutti.

Forse è anche vero.

Quello che si stenta a credere è che questo clima di civiltà e di quasi lealtà reciproca possa durare a lungo.

Certo è che non se ne poteva più.

Avevamo passato gli anni 80 a disprezzare il cosiddetto consociativismo.

Ci rendevamo conto che in quella specie di marmellata allignavano la corruzione e le ruberie della classe politica.

Lo intuivamo, più che averne la certezza.

Ci mancavano le prove.

Poi Tangentopoli ce le fornì in maniera clamorosa.

Sperammo in una nuova stagione.

Ci sembrava impossibile che i protagonisti di quelle vicende di malaffare potessero tornare a galla e presentarsi come vittime.

Eppure è stato così.

Siamo in un paese in cui è facile dimenticare.

Anche perchè coloro che dovrebbero aiutarci a farlo, cioè i giornalisti della carta stampata e soprattutto della tv, sono i più bravi del mondo nell’arte di cambiare le carte in tavola.

Con le dovute eccezioni.

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Quando spunta uno come Travaglio e ricorda non solo come andarono le cose, ma anche le frasi alla Robespierre di quelli che allora inneggiavano a Mani Pulite e oggi la condannano, tutti lo accusano di essere un giustizialista.

Difficile però che lo chiamino bugiardo.

Tornando al clima, sono contento che sia migliorato.

Ma, come cittadino, come contribuente, come elettore, non voglio che sia un ulteriore pretesto per dimenticare.

W la memoria!

E’ in arrivo la terza Repubblica ( ma assomiglierà alla prima e alla seconda)

travaglio

 

Guardo “Niente di Personale” sulla 7.

C’ è un giornalista puro e duro ( Marco Travaglio) che è ormai rimasto tra i pochi personaggi pubblici che riescono a vedere le cose per quello che sono.

Per lui un latitante NON è un esule un condannato con sentenza definitiva è un pregiudicato e NON una vittima della malagiustizia, un immeritevole che diventa primario in un ospedale grazie alle sue entrature politiche NON è un uomo che ha saputo crearsi un network di amicizie, ma semplicemente un furbacchione che ha scelto strade traverse per ottenere quello che a tutti gli altri piacerebbe vedere conquistato con fatica.

Il giornalista puro e duro si esprime con chiarezza: non ha bisogno di arrampicarsi sugli specchi per dimostrare cose che sono evidenti a tutti.

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Nella stessa trasmissione c’è un giornalista antagonista del primo. Si esprime in maniera confusa e contorta, sembra imbarazzato lui stesso dalle cose che dice.

Che pena! Eppure, se siamo lettori di giornali e se guardiamo i tg, questa è la fauna prevalentemente circolante.

Il giornalista puro e duro non viene quasi mai smentito dal collega, risulta sempre molto più documentato sui fatti di chiunque altro.

Il collega si limita a dargli del moralista, a fare del sarcasmo sui suoi articoli definiti simili a “mattinali di questura”

E’ un vecchio metodo. Quando uno dice che il re è nudo o è un ingenuo o un moralista.

Nel frattempo alle persone normali, che sono i più, non resta che assistere all’avvicendarsi delle Repubbliche, una più corrotta dell’altra.

W il treno! ( piccola elegia sui lunghi viaggi di una volta)

Cosa c’è di più rilassante di un viaggio in treno?

Sciascia lo prendeva addirittura per andare da Palermo a Parigi ( ovviamente aveva sempre degli ottimi libri come …compagni di scompartimento).

Quando ero bambino mi capitava di andare in treno da Padova, dove abitavo con i miei, a Palermo, dove eravamo nati.

Il viaggio aveva una dimensione mitica.

Ogni tappa poi aveva una sua particolarità esclusiva, che mio padre non mancava mai di enfatizzare: a Bologna si affacciava al finestrino e comprava le lasagne, a Firenze offriva un ventaglio di paglia a mia madre, a Napoli si sporgeva dal finestrino e comprava la pizza per tutti , sul traghetto da villa S.Giovanni a Messina era la volta degli arancini, a Termini Imerese sorbivamo le granite di limone ( di vero limon come poi avrebbe detto Paolo Conte).

Tutti appuntamenti cui la globalizzazione ha tolto ogni magia.

Cappelli di paglia, lasagne , pizze, granite e arancini si trovano dappertutto.

Flickr image( foto di Giampaolo Squarcina)

Purtroppo.

A ciò si aggiunge il fatto che ventiquattr’ore di treno sono un lusso che non possiamo più permetterci: troppo tempo sottratto alla produzione dei risultati, l’ossessione che ci accompagna dal momento in cui entriamo nella cosidetta età adulta.

Quindi so che mi capiterà ancora di andare in Sicilia, ma che non accadrà mai più di farlo come lo facevo una volta.

il mestiere della memoria

2008

Il Mestiere della Memoria

Da martedì 8 gennaio 2008

 

Diciotto tele interamente realizzate nel 2007, colori acrilici, terre colorate

e colori a smalto per tingere la memoria, per rievocarla nella sua

autenticità o nella rielaborazione vivace dell’istante che è stato.

 

“Vecchie foto di famiglia, scorci della mia bellissima città, immagini tratte dai film che ho amato: non appena uno di questi soggetti mi appare come un soggetto possibile, mi metto all’opera.

L’intento è sempre quello di consentire alla memoria di fare nelle migliori condizioni possibili il suo mestiere di memoria: adularci con immagini più luminose e vivaci di quelle reali”.(F.C.)