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Valeria Marini fa l’amore virtuale in chat ( una divertente intervista)

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Da La Stampa riporto una divertente intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Valeria Marini
pubblicata il 03/11/2008
E’ una delle protagoniste del jet set, del mondo dello spettacolo, della moda, del business. Le manca solo il grande salto, secondo le abitudini di oggi. La politica. Valeria Marini ministro? Perché escluderlo? Andiamo a sentire com’è la situazione.

  • Valeria…la politica…
  • “Mi piacerebbe. Sì, sì… in futuro. Con un programma ben preciso, un partito giusto che abbia un programma per le donne”.
  • Coraggio allora.
  • “Non sono ancora pronta. Prima mi devo preparare, ho bisogno di anni di studio. La politica non si inventa così, da un giorno all’altro”.
  • Comunque lo faresti…
  • “Sì, sì. E’ uno dei miei progetti di vita. Lo voglio fare.”
  • Quando?
  • “Fra cinque anni.”
  • Le donne stanno diventando protagoniste. La Meloni, la Prestigiacomo, la Carfagna, la Gelmini, la Santanché…
  • “A me piace molto la Prestigiacomo. Mi piace anche Alessandra Mussolini. E’ una persona verace… di temperamento…
  • Donne volitive…
  • “Anche Anna Finocchiaro. E’ dura ma coerente”.
  • Che cosa è importante in politica? Il decisionismo? La coerenza?
  • “Comunicare, far capire quello che stai dicendo, il tuo messaggio, cosa vuoi fare, dove vuoi arrivare. Invece si vedono solo dei voltafaccia pazzeschi…”
  • Esempio?
  • “Bertinotti”.
  • Il voltafaccia di Bertinotti?
  • “Quello che hanno fatto a Bertinotti. Se c’è una persona che veramente sa di politica ed ha una cultura fuori dal comune è lui”.
  • Non ha preso i voti…
  • “E’ pazzesco”.
  • E’ la democrazia.
  • “Eh no…non ci si è capito proprio niente. Con le divisioni dei partiti…”
  • Anche tu dai la colpa a Veltroni che ha voluto correre da solo?
  • “Non do le colpe a nessuno. Dico che è assurdo che una persona dello spessore di Bertinotti oggi non faccia parte almeno dell’opposizione.”
  • Tu per chi hai votato?
  • “Per Berlusconi, non lo nascondo.”
  • Ma una volta non votavi per Bertinotti?
  • “Sì. Una volta”.
  • E adesso lo hai mollato. Anche tu.
  • “In realtà ho dato un voto a Berlusconi ed uno a Bertinotti”.
  • La Gelmini, così dura, così volitiva, così decisivista… La scuola, il grembiulino, il voto di condotta, il maestro unico…
  • “Questa cosa non l’ho seguita, ti direi una cosa per un’altra. Mi piace abbastanza la Carfagna. E’ abbastanza decisa, sa quello che vuole, acquisterà credibilità.”
  • Il giorno che farai politica, sceglierai un partito tipo quello di Berlusconi?
  • “Già in passato mi hanno chiesto…”.
  • Chi?
  • “Eh… non posso dirlo…”
  • Destra o sinistra…
  • “Non lo dico…”
  • Vittorio Cecchi Gori stava nel centro-sinistra…
  • “E io gli avevo consigliato di andare nel centro-destra…”
  • Tu ti presenteresti con un partito come quello di Bertinotti?
  • “Oggi non esiste più centro-sinistra o centro-destra…”
  • Quello di Bertinotti è un partito comunista…
  • “Lontano da quello che sono io, certo”.
  • Tu che cosa sei?
  • “Io sono di centro, però esiste ancora oggi il centro?”
  • Qualcosa esisterà.
  • “Esistono gli uomini. Con la loro cultura, il loro carisma”.
  • E allora dimmi i tre uomini con i quali andresti a fare un partito…
  • “Berlusconi, Bertinotti…e Casini…e Veltroni…”
  • Che cosa ti piace di Veltroni?
  • “Il suo amore per il cinema, per la cultura, la sua ambizione”.
  • Andresti con Di Pietro?
  • “E’ simpatico. Ma non lo capisco”.
  • Ha un linguaggio molto chiaro. Che cosa non capisci?
  • “Non capisco perché tagli tutto con l’accetta. Per fare politica bisogna conosce l’arte della mediazione. Per lui o sei rosso o sei nero”.
  • E’ un difetto?
  • “Ci sono cose sbagliate che puoi far diventare giuste…”
  • Torniamo alle donne. Daniela Santanchè dice che le donne sono sempre viste in orizzontale. Da Berlusconi, soprattutto.
  • “Il mondo della politica è sempre stato un mondo maschile”.
  • Hanno criticato Berlusconi per avere fatto ministro la neofita Carfagna…
  • “Ma la Carfagna si sarà preparata, avrà studiato. Berlusconi è una persona geniale”.
  • Sei stata la sua amante, come dicevano?
  • “E’ un uomo che stimo tantissimo, una persona eccezionale, ha una moglie bellissima, fantastica. Dei figli in gamba. E’ un uomo incredibile, ha la quinta marcia”.
  • Ottimo come amante…
  • “Sì, lo dicevano, lo dicevano. E sai perché lo dicevano? Perché era un po’ una moda allora. Chi aveva successo, chi esplodeva, chi piaceva alla gente, era l’amante di Berlusconi. Pure questo dono ha Berlusconi”.
  • Quindi è vero.
  • “Quindi non è vero. Anche se mi lusinga che si potesse pensare che io fossi la sua amante. Con tutto il rispetto che ho per Veronica”.
  • Potresti essere stata l’amante di Veronica…Mai avuto pulsioni omosessuali?
  • “Sono spassionatamente attratta dal sesso maschile. Però…”
  • Però?
  • “Sicuramente ho curiosità…non rinnego… non nego. Curiosità.”
  • Tipo che mai dire mai?
  • “L’amore saffico è una cosa bella, eccitante e quindi…”
  • E quindi?
  • “E quindi non disdegno.”
  • Non disdegni cosa. Lo faresti?
  • “Sì.”
  • L’hai fatto?
  • “Non disdegno”.
  • Hai mai baciato una donna?
  • “Sì.”
  • Più di una volta?
  • “Sì.”
  • E’ meglio che con un uomo?
  • “No. Diverso.”
  • Hai mai baciato un gay?
  • “Sì.”
  • Non te ne sei risparmiata una.
  • “Più di una volta. Ad uno gli ho fatto cambiare idea”.
  • Che cosa pensi della giustizia italiana?
  • “E’ uno dei cancri del nostro Paese. A Vittorio hanno rovinato la vita. Hanno distrutto tutto quello che lui aveva costruito”.
  • I giudici sono tutti comunisti…
  • “No, ci sono giudici perbene e giudici che hanno dei pregiudizi nei confronti di persone che hanno avuto successo. Berlusconi è uno che è partito dal niente ed ha costruito un impero. Chapeau!”.
  • Chapeau! Ma la legge è uguale per tutti.
  • “Gli hanno fatto delle cose assurde. Il giudice ha il dovere di indagare su tutto, però quando strumentalizza per danneggiare una persona, lo trovo sbagliato.”
  • Tu escludi che Berlusconi possa aver commesso i reati dei quali viene accusato?
  • “Non lo so… Io giudico una persona per quello che ha fatto e vedo che ha dato posti a milioni di persone… è una persona che merita la stima mia e degli italiani. Per il resto non lo so”.
  • Tu sei una bella donna?
  • “Penso di essere… femminile, questo sì.”
  • Busi diceva che sei più brutta di Tina Pica.
  • “A Busi piacciono gli uomini. Io sono una femmina.”
  • Sei una brava attrice?
  • “Sì, sono brava. Sono stata brava anche in teatro…Lo diceva Patroni Griffi”.
  • Che cosa ci fai con i soldi? Compri azioni, appartamenti, bond argentini?
  • “Immobili e qualche fondo. Ho comprato questa casa a piazza di Spagna. Ho una casa a Milano e adesso sto cercando un altro appartamento.”
  • Quali altri politici conosci?
  • “Ignazio La Russa, l’ho incontrato un paio di volte. Uno che mi piace molto è Diliberto. E’ estremo, duro, però intelligentissimo. Ha la testa sulle spalle. Poi Fini. Ha una grande capacità dialettica. E poi Casini. E’ una persona eccezionale.”
  • Hai conosciuto anche Andreotti. Videochiamami”.
  • “Che intelligenza! Buona la prima, sempre. Ha un’intelligenza fuori dal comune. Veramente. Se fossi uno scienziato vorrei studiare il cervello di Andreotti. E le sue cellule. Sono indecisa se è più superuomo lui o Berlusconi”.
  • Cossiga?
  • “Duro ma simpatico. Ogni tanto si comporta in maniera strana ma Cossiga è Cossiga”.
  • Come Sanremo.
  • “E’ un pezzo dell’Italia”.
  • Come risolveresti il problema degli extracomunitari?
  • “La cosa bella degli italiani è che fanno sentire tutti a casa loro. Io cercherei di mettere delle regole, dare opportunità a tutti, costruire delle strutture che li possano ospitare, oppure ristrutturare, magari col loro aiuto, vecchie strutture inutilizzate, mettere ordine. Però adesso mi rendo conto che dovrei studiare meglio la cosa”,
  • Una volta te la sei presa con i missini. Avevano scritto che eri sexy come un latticino…
  • “Io risposi: “Meglio latticino che missino”. Poi ho anche vinto un premio sulla donna più burrosa d’Italia”.
  • Una volta hai incontrato Milingo. A Zagarolo…
  • “Io credo molto a queste cose degli esorcismi”.
  • Che cosa volevi da lui?
  • “Gli ho raccontato di cose strane che mi erano successe. Mi son fatta benedire”
  • Che vuol dire cose strane?
  • “Cose strane, drammatiche, i problemi di Vittorio…”
  • Drammatici ma mica tanto strani.
  • “Risvolti strani”.
  • Dimmi un risvolto strano…
  • “Di certe cose parlo solo col Signore”.
  • Non si arrabbierà se anticipi qualcosa a me…
  • “Ho paura a parlarne”.
  • Tu non hai paura di niente.
  • “E’ vero. Una volta avevo avuto delle…”
  • Visioni?
  • “Ho sentito delle…”
  • Voci?
  • “Non voglio parlarne”.
  • Valeria?
  • “Avevo sentito battere alle pareti, mi ero spaventata. Come se delle forze negative fossero entrate in casa”.
  • Poi Milingo è andato fuori di testa…
  • “Secondo me a forza di fare esorcismi è stato attaccato a sua volta”.
  • La vendetta del maligno.
  • “Indirettamente sì.”
  • Sei cattolica praticante…
  • “Sì, sì.”
  • Non pensi che i cattolici predichino bene e razzolino male?
  • “No, penso che a volte le regole della Chiesa siano troppo ferree per la vita di oggi”.
  • Lasciami indovinare. Tutte quelle sul sesso.
  • “Il preservativo, i rapporti prematrimoniali…”
  • I cattolici ignorano queste regole…
  • “Però restano peccati.”
  • Le regole sono fatte per essere seguite…
  • “Nei limiti dell’umano e del possibile”.
  • Molti cattolici non hanno nemmeno letto la Bibbia…
  • “La fede è una cosa che nasce dentro di te, al di là della cultura”.
  • Tu leggi la Bibbia?
  • “No. Ho letto dei passi. Però è una lettura che ti riempie di immenso.”
  • Se fosse vero, la leggeresti tutta. E tutta di un fiato.
  • “Io sono una che legge pochissimo, è una mia grande pecca.”
  • Però frequenti Internet…
  • “Sì, sì.”
  • Uno va in chat e chiacchiera con Valeria Marini.
  • “Mica chatto con il mio nome. Uso un nickname”.
  • Di che cosa parli?
  • “Mi piace molto parlare di sesso. Spesso ho anche fatto sesso virtuale in chat”.
  • Hai fatto l’amore virtuale in chat? Con quale nickname?
  • “Non posso dirlo”.
  • Valeria. C’è gente che ha fatto sesso virtuale in rete con te e non lo sa. Dimmi subito il nickname.
  • “No, no, no…”
  • Lo facciamo felice…
  • “Top secret. Uso ancora quel nickname”.
  • Come comincia…
  • “Con la esse…”
  • Seduzione…come la tua lingerie.
  • “No, no, no”
  • Dillo e poi lo cambi…
  • “No, no, no”.
  • Ma quand’è che fai l’amore virtuale? A che ora?
  • “Adesso è un periodo che non ho tempo per il sesso virtuale.”
  • E per quello vero?
  • “Quello è indispensabile. Il sesso è come il cibo”.
  • Tu sei una bella donna, una bellissima donna. Vittorio è bruttarello, diciamolo…
  • “Ma è simpatico…”
  • Simpatico ma bruttarello.
  • “Però è simpatico…”
  • E dai. Tu eri conscia che stavi con un uomo bruttarello?
  • “Non era esattamente il mio ideale di uomo, questo è vero. Io sono un’esteta, sono attratta dal bello…”
  • Ecco, appunto.
  • “Però sono anche una cerebrale…”
  • Hai scritto un libro autobiografico, aiutata da Gianluca Lo Vetro, “Lezioni intime”, pieno di particolari imbarazzanti.
  • “Tipo?”
  • I tuoi aborti.
  • “Io non ho abortito. Non ho portato avanti la gravidanza”.
  • Non è quello che si legge nel libro.
  • “Il libro lo abbiamo scritto a quattro mani. Quella parte io l’ho raccontata e Lo Verso l’ha scritta in maniera confusa”.
  • E tu non l’hai riletta?
  • “In maniera affrettata”.
  • Sei la prima persona che smentisce la propria autobiografia.
  • “Può capitare”.
  • Leggo che fino a 14 anni hai continuato a succhiarti il dito…
  • “Sì. Una vergogna…Mia sorella mi prendeva in giro”.
  • Leggo anche: “E se mi sono succhiata il dito…”
  • “Ho litigato con mia sorella per quello…”
  • Leggo anche: “E se mi sono succhiata il dito sino a quattordici anni, che cosa posso aver fatto dopo?
  • “Ho sempre avuto bisogno di succhiare…Mi è rimasto il desiderio inconscio…”
  • Valeria, per favore! Leggo: “Le nostre notti d’amore trasformavano il talamo in un ring di incontri a più riprese”. Stai parlando di Vittorio. “Lo chiamavano Duracell”.
  • “Lo chiamavo io Duracell”.
  • Un assatanato…
  • “(ride)”
  • A letto, più di un tanga.
  • “Così ce n’è sempre uno da rompere…”
  • Ma quanti tanga ti rompeva Vittorio?
  • “No, non li rompeva lui”.
  • Altri ti hanno rotto il tanga?
  • “Sì. E’ la cosa che mi piace di più…”
  • Nel libro non c’è limite al peggio. Si parla anche di misure maschili…
  • “Sì, ma sempre con molta ironia”.
  • Mignolo, pisolo, mediolo, dotto e grandolo…
  • “Per non essere volgari…”
  • Eh certo. Ma adesso sei costretta a dirmi in quale categoria era Vittorio.
  • “Ma no, dai…”
  • Mediolo? Dotto?
  • “No…”
  • Addirittura grandolo?!
  • “Non te lo dico. Non è fine.”
  • Perché tutto il resto è fine?
  • “Non te lo dico.”
  • Ultima cosa: il tuo amore attuale…
  • “Segreto”.
  • Patrick Baldassarri.
  • “Siamo amici”.
  • Ci sono le foto in cui vi rovesciate assieme, vi abbracciate, vi rivoltate.
  • “Siamo amici”.
  • Anche io sono tuo amico. Ci rovesciamo un po’?
  • “A volte sono fotomontaggi”.
  • Chi è l’amore segreto?
  • “Un amore forte, passionale…”
  • Dove vi vedete?
  • “A casa nostra…”
  • Saverio Moschillo?
  • “Un amico. Ci vediamo domani sera”.
  • Per rovesciarvi un po’?
  • “Del mio amore segreto non parlo. Però senza passione non posso vivere.”
  • Hai detto anche: pesco sempre pesci grossi…
  • “E’ vero!”
  • Dove peschi queste frasi?
  • “Ti giuro… senza malizia”.
  • Raccontala a un altro.
  • “Alle Maldive ho pescato un branzino di cinque chili”.
  • Basta Valeria.
  • “Ti faccio vedere la foto”.
  • Anche no. Senti, ti senti vecchia?
  • “Mi sento una ragazzina. In testa ho 27 anni”.
  • Non ne hai molti di più.
  • “A volte anche 18”.
  • Quando?
  • “Quando vado dal dermatologo”.
  • Gioco della torre. Paolo Mieli o Enzo Mauro?
  • “Paolo Mieli mi piace. E’ una persona molto piacevole. Anche un bell’uomo”.
  • Bell’uomo mi pare una parola grossa.
  • “Ma no, veramente”.
  • A te piaceva Vittorio Cecchi Gori…Al confronto Paolo Mieli è un Apollo…
  • “Ha un bello sguardo, è una bella persona”
  • E’ vero che fai sogni premonitori?
  • “Ho presagito più di un cambio di governo azzeccandone il futuro premier…”
  • Allora dicci: Berlusconi andrà avanti fino alla fine?
  • “Si spera di sì.”
  • Che razza di presagio è?
  • “Sicuramente sì.”
  • Casini andrà a sinistra o a destra?
  • “Tornerà con Berlusconi.”
  • L’hai sognato questo?
  • “No…E’ la mia sensazione.”
  • Veltroni diventerà primo ministro?
  • “Per adesso no.”
  • valeria-marinii7

La Litizzetto fa la parodia delle Poesie di Sandro Bondi ( che però fanno ridere già da sole: eccole)

Il tono lamentoso, lo sguardo emolliente, la faccia da Massimo Boldi, l’atteggiamento da vittima sacrificale fanno di Sandro Bondi, ministro della Cultura una delle icone più popolari della nostra politica.

Sindaco comunista di Favizzano (in Provincia di Massa e Carrara) nel 1990, viene folgorato dall’incontro con Berlusconi e dimostra a tutti quello che i maligni avevano intuito da un pezzo, cioè di essere un Ravanello: rosso fuori, ma bianco, bianchissimo dentro.

Ma la politica non gli basta.

E’ anche un grande poeta.

Non sarà Neruda e nemmeno Prevert, ma le sue poesi fanno piangere lo stesso.

Anche un po’ ridere, però.

Ministro, so che lei è un animo sensibile, ma la prego di non farsi troppo scoraggiare dall’ironia di questo post.

Non abbandoni il suo hobby.

Grazie di esistere.

Ecco alcune delle migliori poesie del Ravanello:

  1. A Michela Vittoria Brambilla
    (alias Crudelia Salmon)

    Ignara bellezza
    Rubata sensualità
    Fiore reclinato
    Peccato d’amore
  2. A Stefania Prestigiacomo

    Luna indifferente
    Materna sensualità
    Velo trasparente
    Severo abbandono
  3. Ad Anna Finocchiaro

    Nero sublime
    Lento abbandono
    Violento rosso
    Fugace ironia
    Bianco madreperla
    Intrepido mistero
  4. A Giuliano Ferrara

    Antro d’amore
    Rombo di luce
    Parole del sottosuolo
    Fiume di lava
    Ancora di salvezza
  5. A Walter Veltroni

    Tenero padre
    madre dei miei sogni
    Anima ulcerata.
    Figlio mio Ritrovato
  6. A Jovanotti

    Concerto
    vibrazioni dell’anima
    eco del divino
    dolore dell’essere
    onde dell'amore
  7. A Fabrizio Cicchitto
    Viviamo insieme
    questa irripetibile esperienza
    con passione politica
    autentica
    con animo casto
    e con la sorpresa
    dell’amicizia.
    Ci mancheremo
    quando verrà il tempo nuovo
    e ci rispecchieremo finalmente
    l’un nell’altro.
    E ci mancherà
    anche quello che non
    abbiamo vissuto assieme
    fra i banchi della scuola
    nell'adolescenza inquieta
    e nell'età in cui non si ama.
    La mia fede
    è la tenerezza dei tuoi sguardi.
    La tua fede
    è nelle parole che cerco.
  8. A Fausto Bertinotti,
    «comunista senza esserlo»

    Immagini della storia
    Orribile bellezza
    Gloria mortale
    Spenta pietà
    Disperata speranza

Ed ecco le tre più belle, dedicate alla “Sacra Famiglia“:

  1. A Veronica Lario in Berlusconi

    Bellezza del soccorso
    sensuale ironia
    vigore dell’amore
    intrepida solitudine
  2. A Rosa Bossi in Berlusconi

    Mani dello spirito
    Anima trasfusa.
    Abbraccio d’amore
    Madre di Dio
  3. A Silvio

    Vita assaporata
    Vita preceduta
    Vita inseguita
    Vita amata
    Vita vitale
    Vita ritrovata
    Vita splendente
    Vita disvelata
    Vita nova

La lezione che viene dalla sconfitta.

Scrive Antonio Padellaro sull’Unità di oggi:

Lo choc elettorale è comprensibile ma sarebbe ora che gli sconfitti mettessero da parte rabbia e scoraggiamento per ricavare una qualche lezione utile dagli errori commessi invece di continuare a scaricarli altrove.
A cosa serve, per esempio, dare la colpa della propria sconfitta a un altro partito, ovvero al Pd di Veltroni ?
Ciò che non abbiamo ancora letto e sentito da nessuna parte è piuttosto un’analisi completa dell’occasione storica persa prima e durante il governo Prodi.

Interrogarsi sui circa quattro milioni di voti che mancano complessivamente al centrosinistra significa soprattutto riflettere sul destino di un tesoro dilapidato.

Dovremmo tutti rammentare infatti che dal 2001 in poi, nel quinquennio cioé del Berlusconi II, i partiti dell’allora opposizione inanellarono una brillante serie di successi consecutivi sbaragliando l’allora Cdl in ogni elezione comunale, regionale o europea che fosse.
Fu così che nella primavera del 2006 all’Unione appena costituita tutti i sondaggi attribuirono un vantaggio pressoché incolmabile sull’armata allo sbando del centrodestra.
Come fu che in poche settimane quella enorme distanza si ridusse ai famosi ventiquattromila voti non è un mistero doloroso.
Eppure alla fine andò bene, il Porcellum di Calderoli giocò incredibilmente a nostro favore e nella indimenticabile notte del 10 aprile 2006 Romano Prodi potè annunciare una vittoria risicatissima

A quel punto il rischio sventato in extremis avrebbe dovuto suggerire a tutti gli otto o nove partiti una strategia d’emergenza.

Trincerarsi, fare quadrato, prepararsi a resistere cinque anni e a qualunque costo.
Per il bene del paese ma anche per quel naturale istinto di autodifesa che è l’abc della politica.
Fin dall’inizio era chiaro a tutti che una anticipata fine del governo avrebbe trascinato nel baratro partiti e partitini. Su quei pochi voti di vantaggio reinvestiti con intelligenza e tenacia si sarebbe potuto cambiare a favore del centrosinistra il baricentro politico del paese.
Poiché era chiaro che, da Mastella a Bertinotti ne avrebbero guadagnato tutti, a tutti ragionevolmente sarebbe convenuto concorrere ad aiutare Prodi.
Il calvario a cui è stato sottoposto il Professore dai suoi alleati veri e presunti, giorno dopo giorno, resta, lo sappiamo, un capolavoro di autolesionismo e di stupidità politica.

Quel piccolo margine di maggioranza al Senato invece di essere difeso con le unghie e con i denti è stato continuamente giocato ai dadi per lucrarne, nel migliore dei casi, qualche straccio di visibilità sui giornali o in tv.

Il possibile che Rifondazione, Comunisti italiani e Verdi dicono di aver fatto per tenere in piedi la baracca non poteva bastare. Ci siamo forse dimenticati dei Rossi e dei Turigliatto? Dei ricatti sulla politica estera? Dei ministri di lotta in piazza a manifestare contro il governo di cui facevano parte?

E adesso, se tutti i responsabili di tanto insensato sperpero, a cominciare proprio da Mastella, non rientrano in Parlamento chi lo ha deciso? Il perfido Veltroni. O una massa di elettori furiosi dopo aver visto finire in fumo (e nell’immondizia) le proprie speranze? Via, siamo seri.

* * *

Il secondo pericolo che la sconfitta elettorale rischia di produrre nel campo a noi vicino è quello di una quasi resa morale.

L’idea cioè che dal 14 aprile scorso la destra ha sempre ragione.

Che gli italiani amano Berlusconi.

Che la Lega è l’unica forza autenticamente popolare, mentre il resto è solo casta approfittatrice.

Calma però. È vero, hanno vinto ma non hanno vinto tutto. I voti della destra (compreso Storace) sono 17 milioni e 800mila. Quelli del centrosinistra 15 milioni, di cui 12 milioni del solo Pd. Due milioni ne ha l’Udc. Ovvero: nel paese reale maggioranza e opposizione quasi pari sono. Le principali città italiane sono ancora governate dal Pd e dalla Sinistra. E così la maggior parte delle regioni. Checché ne dica Luca Cordero, c’è ancora un’organizzazione democratica di massa (11 milioni e 700mila tesserati) che si chiama sindacato.

I leghisti, sicuramente, hanno raccolto i frutti di un lavoro capillare sul territorio. Pd e sinistra devono prenderne atto e tornare a parlare con la gente. Le cittadine linde e pulite piacciono anche a noi. Se poi però il sindaco col manganello non toglie le panchine per non farci sedere gli immigrati. Del resto, di radiose comunità con i gerani sul balcone, e con l’orrore dietro l’uscio è piena la storia del Novecento.

A Veltroni diciamo quindi tenga la barra dritta. Con la sinistra, soprattutto con il popolo della sinistra, occorre ricostruire un rapporto perché siamo convinti che ciò può giovare molto al Pd e allargare la sua base di consenso. Bene l’opposizione senza sconti in Parlamento ma occorre sferrare una grande offensiva sui valori democratici. Quando ha detto alle mafie non vogliamo i vostri voti, è stato il momento più bello della sua campagna elettorale. Lo hanno preso in parola. Ne valeva la pena. Ma adesso ricordiamolo a tutti.

La sinistra dei mausolei e la pancia degli elettori

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Ancora una volta Silvio ci ha stupito: non solo ha vinto, ma è più forte di sempre.

Ma qual’è il segreto del suo successo ?

Silvio piace perchè è un buon comunicatore, pieno di difetti tipicamente italiani, con il quale quindi è facile identificarsi.

Silvio ha vinto perchè sa intercettare come pochi i desideri e le paure di una grossa fetta di popolazione.

Esattamente il contrario di quelli che sono finiti fuori del parlamento, come Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio, Giordano, Migliore, Russo Spena.

Di mestiere questi signori, diventati fantasmi della politica, facevano gli alfieri del popolo.

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Per mestiere questi signori erano quelli che il popolo avrebbero dovuto capirlo meglio di chiunque altro.

Adesso parlano di ritornare ai cancelli delle fabbriche.

Sarebbe ora che lo facessero sul serio, lasciando finalmente da parte i salotti, dove hanno brillato, i Mausolei di Lenin, dove hanno sostato commossi dicendo sciocchezze sulle salme, i subcomandanti che hanno ammirato.

Ma se devono tornare in fabbrica è bene che lo facciano con umiltà, disponibili a farsi spiegare quali sono i veri problemi: se vanno lì con la pretesa spocchiosa di spiegare alla gente come va il mondo, se vanno lì con pose leaderistiche invece che con la volontà di mettersi a disposizione dei bisogni veri della popolazione, tanto vale che se ne restino nei salotti.

Il tema chiave di questa campagna elettorale era l’immigrazione.

Parliamoci chiaro: sulla casa, sui salari, sul precariato, sulla rivalutazione delle pensioni chi non è in sintonia con il Paese?

Nessuno. Trovatene uno che dica che non sono problemi di prima grandezza. Magari le ricette sono diverse, ma tutti i partiti avevano in agenda questi temi.

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Ma sull’immigrazione e sulla sicurezza i signori dei salotti e dei Mausolei hanno taciuto, pensavano di poter imporre a chi vive nelle periferie degradate di questo paese la regola aurea e astratta della Solidarietà.

Che, intendiamoci, è un valore da tutelare e preservare, ma che non può essere l’unica risposta in un momento come questo.

Eppure le colpe di Berlusconi su questo tema sono evidenti e andavano indicate con chiarezza agli italiani.

Perchè gli immigrati onesti, se possono, scelgono di andare in altri paesi europei per andare a lavorare, mentre quelli disonesti non schiodano di qui ?

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Soprattutto grazie a Berlusconi , che ha accorciato i tempi di prescrizione dei reati, ma non ha dato risorse alla magistratura per consentirle di accorciare i tempi di realizzazione dei processi, questo paese è diventato il Bengodi della delinquenza., il tempio dell’Immunità.

Ma i signori dei salotti e dei mausolei su questo tema hanno preferito glissare, dimostrando di non aver capito niente della pancia dell’ elettorato.

Quella pancia che invece Silvio conosce così bene…fino al punto di sapersi fare paladino della soluzione di un problema che ha contribuito a creare.