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Walter scrive, Silvio lo manda a stendere.

Veltroni scrive al premier per offrirgli la disponibilità dell’opposizione a trovare insieme una soluzione per Alitalia.

“Banalità”, gli risponde, imbeccato dal suo dominus, il portavoce di Palazzo Chigi Bonaiuti.

“Walter ha fatto il compitino “scrive l’house organ di Silvio, Il Giornale.

Trovo ridicolo questo fuoco di sbarramento su Veltroni.

Fino ad ieri lo si accusava di remare contro, adesso che scende in campo per testimoniare la volontà di salvare la compagnia, lo si manda a stendere.
Il fatto è che la vicenda Alitalia Silvio la considera “cosa sua” e lo innervosisce il solo pensiero che l’intervento di Veltroni possa servire a sbloccare le rigidità di Epifani, facendo sospettare a qualcuno che anche il Pd ha recitato un ruolo attivo nella vicenda.
Come al solito privilegia la sua immagine e il suo tornaconto elettorale.

Ma le bugie sono come lui: hanno le gambe corte…

Tessera dei poveri, chiamiamola “poor card”, ma resta una schifezza.

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Robin Hood Tremonti ne ha pensata una delle sue.

Ormai galvanizzato dal fatto che tutti hanno smesso di considerarlo un commercialista, preferendo etichettarlo piuttosto come unintellettuale o un pensatore, si è inventato la “tessera prepagata per gli indigenti anziani”.

Quello che è incredibile è che, per il combinato disposto dell’accortezza comunicazionale del “pensatore” e dell’acquiscienza mediatica che sta travolgendo tutto e tutti, questa incredibile proposta sta “bucando gli schermi”, appare come il trionfo della politica del fare del decidere.

Ma facciamo un piccolo gioco.

Ipotizziamo che un anno fa il Governo Prodi avesse attivato un’iniziativa del genere.

Cosa sarebbe successo?

Qualcuno avrebbe tradotto i quattrocento euro nel numero dei caffè che il pensionato indigente può prendere al bar .

Immagino già i titoli: “Il governo va incontro agli indigenti con una mancia equivalente a poco più di  un caffè al giorno”.

Bonaiuti, con il suo faccione da prelato di campagna in favore di telcamera, avrebbe parlato di governo allo sbando ( conosce probabilmente altre espressioni, ma questa è quella che gli piace di più e che usa imperterrito da anni per definire le condizioni di chi sia all’oopposizione rispetto al suo dominus).

Gasparri, che, inspiegabilmente,  si offende quando gli danno del cretino,avrebbe parlato di ripristino della tessera dei poveri di mussoliniana memoria ( tutte le volte che può cerca di prendere le distanze dal fascismo).

Cicchitto avrebbe arricciato il naso, uscendosene con le solite frasi sprezzanti.

E così via.

Invece questa idea geniale , di etichettare come poveri coloro che sono diventati tali per l’insipienza di chi governa e ha governato questo paese ( nessuno si senta escluso) l’ha avuta Tremonti.

E Tremonti è un genio ( almeno quanto Bruto è un uomo d’onore)

E’ un genio perchè attraverso questo documento la patente di fallito viene data a chi è povero, non a chi, governando il paese, avrebbe dovuto fare di tutto per impedirlo.

Qualcuno dirà: meglio che niente.

Certo, 400 euro sono meglio che niente.

Ma non si poteva trovare un altro modo per farli arrivare agli interessati.

O è stato preferito questo per l’evidenza che ha, perchè si traduce in un documento che circola, perchè ha maggiore risalto mediatico?

Temo di si.

Alla faccia del rispetto per i coloro che, attraverso questo tesserino avranno la più indesiderata delle patenti.

Su come sarà fatto questo tesserino non filtrano ancora notizie.

Per questo ripropongo la foto di una poor card del 1935 ( quando c’er lui, caro lei…).

Solo cha allora usare l’inglese per quello che si poteva dire benissimo in italiano non si poteva e quindi si parlava, molto più semplicemente, di tessera d’ iscrizione nell’elenco dei poveri.

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Vita da cani

Esiste uno sguardo più falsamente innocente di quello di Cuba? Nessun altro cane potrebbe sostenere limpidamente il mio sguardo dopo aver
rubato la bistecca che stava sul tavolo.
Cuba ci riesce alla grande. I suoi occhi di cagna spudorata sembrano dire:
quale bistecca?
Mi ricorda certi nostri politici….

Veltroni ce la può fare. Ha in mano un tris: Mastella, Casini e Tabacci

Veltroni ce la può fare.

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E’ meno disarmato d quello che sembra

Non solo perchè è un politico esperto e in grado di ispirare fiducia, ma anche perchè, non aggregandosi al Partito delle Libertà, gli daranno una doppia mano Casini, Mastella e Tabacci.

Una doppia mano perchè da un lato sottrarranno inevitabilmente dei voti a Berlusconi, dall’altro perchè stanno occupando più o meno saldamente il centro della scena politica.

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Votare per Berlusconi e Fini comincia ad apparire agli occhi di molti moderati una scelta di destra.

L’altro punto a vantaggio di Veltroni appare, almeno da quanto si riesce a capire in questo momento, sembra la qualità delle candidature.

Veltroni sta mandando in pensione i politici di lungo e lunghissimo corso, sta escludendo i candidati con processi in corso, sta lanciando i giovani.

Berlusconi conferma tutti quelli che gli sono restati fedeli e quindi non rinuncia ai vecchi arnesi di sempre.

Molti moderati, nel segreto della cabina elettorale, forse, nel clima di generale sfiducia che circonda la classe politica, penseranno che in fondo potendo scegliere un candidato moderato in entrambe le liste, è meglio indicare Matteo Colaninno che puntare ancora su Schifani, Cicchitto o Dell’Utri.