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Incendiari a vent’anni, pompieri a cinquanta.

flaiano-sorride Diceva Flaiano che la cosa più naturale del mondo è essere rivoluzionari a 20 anni e conservatori a 50.

Qualcun altro diceva: incendiari a 20 anni, pompieri a 50.

Per la generazione di Scalfari, che è poi quella di mio padre, la cosa più naturale era essere fascisti a 20 anni .

Era il risultato di una personalità non ancora formata del tutto da una parte e di un formidabile conformismo d’ambiente dall’altra.

scalfari.ritratto a matitaQuando quel potentissimo condizionamento è cessato, quegli ex ventenni sono diventati conservatori ( Montanelli) o riformisti ( Scalfari, Biagi, Bocca ecc.)

Prendiamo adesso in considerazione i 50/60enni che oggi vanno per la maggiore ( parlo di politici e di giornalisti, insomma opinion leader).

Ci sono quelli che a 20 anni erano comunisti (Veltroni, D’Alema, ecc.) e adesso votano Pd: fanno il paio con quelli che a 20 anni erano democristiani ( Franceschini) e adesso sono nel Pd anche loro.

Questi signori rivendicano coerenza. Dicono : è il partito che ha cambiato il nome, noi siamo gli stessi .

Veltroni 1In un certo senso è vero, in un certo senso no.

Ma il loro “salto” appare comunque una evoluzione comprensibile rispetto a quella di altri.

Tipo Ferrara, Rossella, Liguori, Pecorella, Bondi: comunisti o addirittura nell’ultrasinistra a 20 anni e berlusconiani a 50/60.

La loro appare proprio una mutazione genetica, più che anagrafica.

Sono passati, come si diceva una volta dal cellulare ( inteso come furgone della polizia) al cellulare ( inteso come protesi tecnologica).

ferraraIl loro salto- dall’idealismo puro al pragmatismo brianzolo- appare poco spiegabile dal punto di vista logico.

Anche se è facile cedere alla tentazione di collocarlo nella categoria dell’opportunismo ( che però- attenzione- è ampia e scivolosa).

E veniamo infine a Minzolini, il personaggio del giorno, diventato direttore del tg1, cioè del più potente mezzo di informazione di questo Paese.

Minzolini appartiene per me ad una categoria a parte ( anch’essa molto numerosa) : non è un mutante anagrafico, cioè uno che cambia orientamento per l’avanzare degli anni.

minzoliniMinzolini è un professionista. Un giornalista tanto bravo da essere chiamato “squalo” che ha messo sempre in cima a tutto la sua carriera.

La sua ammirazione per Berlusconi non è ideologica, è l’annusarsi e il trovarsi reciprocamente simpatici tra due squali. Con qualche differenza tra i due:Minzolini è uno squalo simpatico e spiritoso che sa stare al mondo, Berlusconi uno squalo molto meno simpatico e molto più pericoloso .

P.S. Altri esempi di mutazione genetica:

1) quelli che incensavano Mani Pulite e poi ne sono diventati acerrimi nemici: i leghisti, Pera, Feltri, gli ex di Alleanza Nazionale.capezzone_talebano

2) Quelli che si battevano per i diritti civili e poi sono diventati teocon o qualcosa che ci assomiglia ( Roccella, Quagliarella) oppure talebani del premier ( Capezzone)

Esempio di immutabile ( o di coerente se vogliamo): me ne viene in mente uno solo, Casini.

L’accusa di antiberlusconismo? Una stupidaggine.

SILVIO BERLUSCONIAntiberlusconiano?

E’ un insulto, ormai.

Quando un esponente del Popolo della Libertà vuole respingere una critica che viene dall’opposizione, invece di ricorrere a ben argomentate controdeduzioni, lancia all’avversario questa accusa.

“Dovete smetterla con l’antiberlusconismo. Continuando così finirete per perdere del tutto il vostro elettorato” dicono, preconizzando sventure elettorali e non a chi non è disposto a piegarsi al Pensiero Unico.

La domanda che sorge è legittima: perchè chi sta all’opposizione di un Governo capitanato da Berlusconi, non dovrebbe essere antiberlusconiano?

Dirò di più: DEVE essere antiberlusconiano, se vuole fare una opposizione seria. Berlusconi non è il male assoluto ( anche se, a volte, sembra ambire ad un primato di questo tipo), ma è sicuramente il centro di gravità permanente della maggioranza che governa il paese.

Mentre Prodi era un mediatore, instancabile anche se con scarso successo, di una maggioranza composita e spesso divisa, Berlusconi è, evidentemente, il dominus della sua.

Attaccare Prodi a prescindere– cosa che i vari Gasparri, Bondi, Cicchitto hanno fatto imperterriti per due anni senza che nessuno li attaccasse di antiprodismo- poteva quindi essere un modo sterile e poco costruttivo di fare opposizione.

Ma fare opposizione a Berlusconi, attaccando la sua visione politica, EQUIVALE a fare opposizione.

Farebbero meglio, quindi, i vari Gasparri, Brunetta, Bondi, Cicchitto, Capezzone, Quagliarello , se ne sono capaci, a dare delle risposte sul merito delle questioni, invece di limitarsi, come spesso accade ad accusare con sprezzo i loro avversari di essere quello che hanno diritto, anzi, se vogliamo, il dovere di essere, cioè antiberlusconiani

Silvio, getta la maschera! Le cose stanno andando malissimo e non sei in grado di mantenere le promesse!

berlusconi-beotaIl portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone spiega che «il premier ha detto una verità evidente e di buon senso: purtroppo non basterebbero milioni di militari per evitare alcuni fatti criminali e sciagurati, che vorremmo non avvenissero mai, ma invece a volte accadono, procurando dolore e indignazione».

«Tutti gli italiani – ha aggiunto Capezzone – capiscono questo concetto, tranne i dirigenti della sinistra. È davvero avvilente che una sinistra allo sbando provi a stravolgere il senso delle parole dette da Silvio Berlusconi».

Insomma il re dello scodinzolio ammaestrato Daniele Capezzone, guardando dritto in camera con l’ambizione di esercitare su di noi il fascino ipnotico della sua dialettica un tanto al chilo, ci spiega che il governo, in certe situazioni, null’altro può fare che dispiacersi.

capezzone_talebano

Diventerà il tormentone dei prossimi mesi.

Licenziamenti, risparmi andati in fumo, stupri, sbarchi di clandestini, disastri ambientali, scandali economici, rapine in villa, tabaccai assassinati, ci sarà sempre una battuta del premier a consolarci e un maggiordomo del premier pronto a dirci che al governo dispiace molto per quello che è successo e che chi lo critica è uno sciacallo pronto a strumentalizzare le disgrazie del paese.

Peccato che questa sia la tattica di cui nei due anni del Governo Prodi ( che adesso molti cominciano a rimpiangere) ha dato prova di essere maestro lo schieramento che sta oggi al Governo.

Con una piccola differenza: le cose vanno molto peggio di allora ( per cause in gran parte esterne, d’accordo) e chi governa oggi avrebbe bisogno molto più di allora di dialogare con l’opposizione.

Ma la politica è questo in Italia: vale la regola del contrappasso.

La destra ha vinto la campagna elettorale sulla sicurezza e sul calo delle tasse.

E’ giusto che adesso, dopo aver vinto le elezioni, faccia una di queste due cose: mantenere le promesse oppure, se, come appare evidente, non è possibile, ammettere che il contesto è cambiato e che ci vuole uno sforzo comune.

Berlusconi e i suoi preferiscono una terza strada:

– negare l’evidenza,o minimizzarla ( con battute o altri giochini di dubbio gusto)

– minimizzare gli incidenti di percorso,

– accusare di scaicallaggio l’opposizione

– continuare a tenere in primo piano gli interessi del premier e dei suoi amici

Un gioco che alla lunga non paga e non porta da nessuna parte

Gazzarra alla 7. Capezzone? Un vero energumeno:farà strada.

capezzone_talebanoIeri sera mi siedo in poltrona davanti alla tv perchè sulla 7 c’è una puntata di Exit dedicata alla crisi economica.

E’ una crisi che ci preoccupa tutti.

Non solo i nuovi poveri, che stanno diventando un esercito, ma anche i commercianti, che stanno cominciando a svendere i loro prodotti, gli industriali che rallentano o sospendono la produzione, il ceto medio, che ancora vive dignitosamente, ma vede nero per i propri figli e quindi stringe la cinghia per cercare di creare degli ammortizzatori “privati” per loro invece di quelli pubblici, notoriamente insufficienti .

Insomma un dramma di proporzioni e di intensità mai viste.

Vorremmo capire. Ci piacerebbe che le persone intervenute ci dessero degli elementi in più per comprendere natura, portata e possibile durata del fenomeno.

Purtroppo non si capisce nulla.

Sul dibattito, condotto dalla pur intelligente e volentorosa Ilaria D’Amico, si abbatte il ciclone Capezzone.

Parla sempre.

Enuncia i provvedimenti del Governo, come è giusto che sia.

Poi interrompe tutti in continuazione.

La conduttrice lo prega continuamente di lasciare spazio agli altri, ma lui se ne frega.

Continua imperterrito a parlare, dispensando su chiunque lo contraddica tonnellate di disprezzo.

Il sindacato è una manica di fannulloni, il Governo Prodi ( che il buon Capezzone, da segretarioradicale sosteneva, ma è un piccolo particolare per lui) ha sbagliato a non allegerire il peso fiscale e a non prevedere la recessione ( come se qualcuno fosse stato in grado di farlo!) le valutazioni dellee associazioni dei consumatori sono basate su statistiche inaffidabili.

Insomma ce n’è per tutti: maleducazione e prepotenza a tutto spiano.

Impossibile capirci qualcosa.

Anche se una previsione in tanta gazzarra è possibile farla: Capezzone ha le qualità per fare carriera in un paese come il nostro.

Competenze e contenuti? A che servono?  Il giovane voltagabbana ha le doti che in certi ambienti contano di più : aggressività, falsi toni patriottici, ipocrisia, voglia e capacità di prevaricazione.

Credevo che il massimo della pena fosse Gasparri, ma mi sbagliavo.

Capezzone lo surclassa. Lode al nuovo Talebano di questo Goiverno.

Capezzone scodinzola nella casa di Padron Silvio ( felice epilogo di una triste vicenda di abbandono)

Kimba.thumbnail.jpg

Eravamo tutti in pena per Daniele Capezzone.

Ci chiedevamo come avrebbe fatto.

Dopo aver ricevuto il calore di una casa accogliente, fino a diventarne il piccolo principe, essere abbandonato così…

Una vicenda che francamente ci stringeva il cuore.

Ma si sa come va il mondo.

Poco alla volta, le vicende degli altri, per quanto toccanti, finiscono per sbiadire ed essere dimenticate.

Anche perchè, in fondo, queste vicende di abbandono sono così frequenti che non fai a tempo di appassionarti ad una storia che subito, nel giornale della mattina successiva, ne leggi un’altra.

Ultimamente avevo dimenticato Daniele per la commozione suscitatami da Kimba, una dolcissima cagnetta di razza bretone di taglia medio piccola, ritrovata a Sanremo .

Ma non è solo per via dell’arrivo alla ribalta di nuove storie lacrimevoli di abbandono che avevo smesso di preoccuparmi dell’ex segretario.

Avevo smesso di preoccuparmi anche perchè lo sapevo pronto d’ingegno, vigile ( quindi in grado di difendersi dai pericoli) simpatico, giocherellone, un po’ ruffiano, insomma, quindi capacissimo di trovarsi in fretta un altro padrone.

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E così è stato.

Adesso Daniele è felice nella nuova casa.

Basta leggere qui l’articolo di Giancarlo Perna sul Giornale per capire che è stato accolto da un padrone amorevole, pronto ad accudirlo nel modo migliore e forse a restituirgli quel ruolo di piccolo principe che aveva avuto nella sua vecchia casa.

Ecco alcuni brani significativi dell’articolo:

Cortese per natura, Daniele Capezzone è oggi ancora più premuroso. È tutto un cedermi il passo, invitarmi a sedere, sorridere aggraziato. Elegante e ben curato da anni, è addirittura da passerella oggi nell’abito blu. In meno di due mesi dal suo ingresso nel Pdl, l’ex segretario radicale è già il berlusconiano tipo: glamorous & fashionable.

«Io sono una bestia strana. Sono un politico che si dimette. Ho lasciato Pr e presidenza della Commissione Attività produttive quando Prodi era bene in sella. Non ho guardato alla convenienza. Ho mollato, punto. Alle ultime elezioni non mi sono neanche candidato»

«Io sono un ragazzo fortunato che a 35 anni ha potuto fare tantissime cose anche grazie al Pr. Ho imparato che la ruota gira. A volte ti telefonano ogni due minuti, altre non ti si fila nessuno. Importante è restare sereni e fare ciò in cui si crede».

«Berlusconi è stato il primo a sorridere affettuosamente di qualche battuta birichina che ho fatto su di lui in passato».

«Mi sono schierato con chi è più credibile sul terreno dell’economia liberale e della riduzione delle tasse».

«Spero, nel mio piccolo, di favorire la maggioranza dicendo cose utili, liberali, non scontate».

Siamo felici per Daniele.

Ancora una volta una storia di abbandono, si è conclusa con una adozione.

Ci piace pensare a Daniele, che scodinzola nella nuova casa, mentre il suo nuovo padrone “sorride affettuosamente” per le sue “birichinate”

Alle corde i piccoli partiti. Puniti anche quelli che sono stati leali.

La capacità di decidere è indispensabile .

Chi si ferma è perduto, ormai lo hanno capito tutti.

Decidere all’unanimità non è possibile.

L’unico modo per procedere è consentire ad ognuno di esprimere la sua idea, poi andare alla conta dei voti, con il patto d’onore che poi, qualunque sia l’opzione scelta, questa sarà sostenuta da tutti.

Nella coalizione che ha sostenuto il Governo Prodi non è andata così.

Spesso la regola è stata: discutiamo, poi se la maggioranza esprime una decisione che io non condivido, io resto libero di fare come mi pare.

I partitini piccoli hanno chiamato questo modo di procedere libertà.

A casa mia chi si comporta così è definito, spiace dirlo, opportunista e ricattatore.

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L’unico partito piccolo che si è comportato lealmente è stato il Partito Radicale ( se si esclude Capezzone,che infatti ha avuto il buon senso di escludersi da solo): non ha mai messo in discussione il suo appoggio al governo, pur rappresentando sempre in maniera forte e chiara le proprie idee, spesso divergenti da quelle della maggioranza.

Alcuni hanno sostenuto che i vecchi guerrieri, Pannella e Bonino, forse avevano perso smalto.

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Questo è il paese in cui viviamo: un uomo politico che mantiene gli impegni presi di fronte al paese è un patetico pezzo d’antiquariato, un Giapponese nella Giungla.

La punizione che sembra profilarsi per gli opportunisti e i ricattatori che hanno tirato troppo la corda forse – e purtroppo- toccherà anche al piccolo Partito Radicale la cui condotta è stata esemplare sul piano della chiarezza e della lealtà.

Ma così va il mondo..