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Meglio Fede di Minzolini ( confronto tra NON GIORNALISTI)

minzoliniAlla fine Minzolini capitola e il suo Tg1 è costretto a parlare della vicenda Boffo.

Siamo alle solite : di una vicenda in grado di screditare il premier in genere Minzo preferisce non parlare affatto.

Peccato che ne parlino tutti gli altri.

Peccato che il premier, come è logico e persino prevedibile, sia costretto a difendersi.

A quel punto Minzo non può che riferire le parole del premier.

E ogni volta si chiede: devo spiegare ai miei ignari telespettatori perchè il premier reagisce così?

Quasi sempre NON lo fa.

Chissenefrega dei telespettatori, pensa con tutta probabilità: possiamo sempre dargli in pasto, nell’ordine: il servizio sulle diete, quello contenente i consigli per il caldo , quello sulle sculture di sabbia, il solito servizio di Mollica che immancabilmente- e garbatamente-  inneggia ad un libro, un film o un disco appena uscito.berlusca e fede

Insomma siamo nelle mani di un vero giornalista, uno che dà del tu alla NON- notizia.

Meglio Fede, allora:  da un pezzo si comporta come l’Ufficio Stampa del premier, ma almeno  non ne fa mistero.

Patetico discorsetto in tv:Emilio Fede dopo la multa la suo tg fa la vittima, ha imparato da Silvio l’arte del Chiagni & FOTTI.

emilio fedeNon c’è niente di più rivoltante di coloro che commettono un abuso e, sorpresi con la mano nel barattolo della marmellata si atteggiano a vittime di un’ingiustizia.

Ecco come il Direttore di un telegiornale abusivo, l’Emilio Fede che si ostina a dichiararsi giornalista  invece di accettare serenamente il suo ruolo di star della comicità demenziale, commenta l’ordine ricevuto dall’autorita di garanzia delle telecomunicazioni, che gli ha contestato il mancato rispetto della par condicio prevista nel periodo elettorale:

PAR CONDICIO. La bilancia che vedete alle mie spalle, nella edizione e nella informazione, rappresenta la legge che ci obbliga a dare spazio agli esponenti di tutti i partiti e movimenti, impegnati in campagna elettorale. In violazione della quale, saremmo condannati a pagare ammende di centinaia di milioni di vecchie lire. Personalmente, ma non vorrei essere il solo, la definisco UN BAVAGLIO della informazione. Che nulla toglie naturalmente al rispetto degli elettori, del mondo politico, del Parlamento. Ma c’è un esempio fra i tanti. Chiamati a riequilibrare – NOI DEL TG4 – la par condicio, non possiamo far sentire la voce di tutti quelli che fanno parte del governo. Sia il presidente del Consiglio, siano i ministri. O a vario titolo, i componenti del governo. C’è stato un CDM. Riferiremo solo le decisioni assunte, senza poter far sentire la voce del presidente del Consiglio né dei ministri.”

Miserabile sceneggiata che si ripete puntualmente ogni volta.

Non ci sono parole per definire l’arroganza di questo piccolo servo della telecrazia.

N. B. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha stangato il Tg4 di Emilio Fede, con l’accusa di non aver garantito un’accettabile equidistanza in fatto di visibilità concessa ai politici durante la campagna elettorale per l’elezione dei membri del Parlamento Europeo . La multa erogata ammonta a 180.000 euro.

La tassa di Emilio Fede (arriva al pettine il nodo di Rete 4)

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L’antiberlusconismo pregiudiziale si ridimensiona e molti soggetti politici e, di conseguenza, le persone che li sostengono, cercano di valutare le mosse del premier caso per caso.

Approvandone alcune (v. problema rifiuti e buona parte del pacchetto sicurezza che riprende in gran parte il progetto Amato) e criticandone altre.

Rimane invece impenetrabile a qualsiasi forma di ragionamento il sentimento pro Berlusconi.

Parliamo del pasticcio di Rete 4.

I sostenitori di Berlusconi ( e i giornalisti a libro paga nelle aziende del premier) minimizzano la portata di quello che sta succedendo.

Esultano per l’esito prevedibile della vicenda: Rete 4 continuerà a trasmettere, Europa 7 tutt’al più si vedrà riconoscere un risarcimento danni di natura economica.


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Ostinatamente ignorano ( e molti media formalmente indipendenti con loro) la gravità della situazione e l’imbarazzo enorme che procurerà al buon Silvio.

Ammettiamo che ci sia “solo” un danno di natura “meramente” economica, come dicono.

Chi lo pagherà quel danno?
Noi tutti o Berlusconi?
Arriveremo così ad una situazione così incredibile che se un comico l’avesse descritta sarebbe stato censurato per eccesso di..satira.
Se anche un euro di quel danno venisse pagato dallo Stato, quell’euro sarebbe diviso tra tutti noi e avremmo così una tassa invisibile( ma non per questo inesistente), la tassa di Rete 4!

Ovvero: la tassa di Emilio Fede.

Ovviamente, poi, Europa 7 non chiede un euro, chiede miliardi di euro.
Aspettiamo di leggere le motivazioni, ma temo, leggendo il dispositivo della sentenza del consiglio di Stato,  che ci siano poche vie d’uscita.

Rete4 continuerà a trasmettere, ma noi ne pagheremo il “canone”.

Senza parlare della figura penosa ( l’ennesima) in Europa.
Proviamo a pensare a cosa succederebbe in Germania, in Francia o in Inghilterra se Merkel, Sarkosy, o Brown costringessero il governo di cui sono premier a pagare un risarcimento per mantenere in vita un’azienda di loro proprietà.

Non bisogna essere comunisti o antiberlusconiani per trovare assurda questa storia, basta essere normalissime persone di buon senso.

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Ma gli aficionados di Sil

Le famiglie sul satellite ( l’informazione secondo Emilio Fede)

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Parte il nuovo SuperGoverno Berlusconi.

Mai come
questa volta
senza alibi.

I problemi del paese sono molti.

Alcuni di essi sono stati così “pompati” dalle tv controllate dal nuovo premier da risultare adesso, proprio per l’attenzione che hanno ricevuto, più scottanti di altri.

Parlo dei rifiuti, della sicurezza e dell‘Alitalia, dei salari

E’ proprio vantandosi di possedere la ricetta più efficace su questi temi che Berlusconi ha stravinto.

Come cittadini che partecipano alla vita politica attraverso il voto dobbiamo ora essere particolarmente attenti alle informazioni che riceveremo dalle tv , confrontandole con tutte le altre più liberamente circolanti su carta stampata e Internet.

Per evitare che ai nostri danni si compia il grande imbroglio farci credere risolti problemi che non lo sono.

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Un esempio per tutti: dove sono finiti i martellanti servizi sul disagio economico dei ceti deboli, che prima non arrivavano alla quarta settimana del mese e più di recente avevano cominciato ad entrare in crisi già all’inizio della terza?

Su Rete4 queste notizie erano all’ordine del giorno, tutti i giorni.

Dal 14 aprile sono sparite.

Dove saranno finite quelle famiglie in dfficoltà?

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Sul satellite destinato a Rete4?