Archivi tag: Ghedini

Lode all’avvocato Ghedini detto MaVaLa’

intercettazioni vignettaNicolò Ghedini è un eroe dei nostri tempi.

Chi affronterebbe impavido, come lui fa , impopolarità e ignominia pur di difendere il suo capo e cliente?

Pochi si spingerebbero dove lui si spinge.

A negare l’evidenza, pur di non farci capire la portata dei provvedimenti da lui stesso suggeriti per salvare la casta e in particolare l’esponente principe della Casta, cioè il premier.

Ieri sera, ad Anno Zero, ha raggiunto le vette più alte della sua arte.

Cercando di dimostrare l’indimostrabile.

Cioè che la legge sulle intercettazioni NON è un GROSSISSIMO regalo per i delinquenti.

Non entro nel merito della questione, l’ho già fatto in articoli precedenti in questo stesso blog.
Ma soprattutto l’hanno fatto da par loro due magistrati di livello quali Caselli e Spataro.

Voglio solo dire che delle due l’una:

O mente sapendo di mentire ( e questo sarebbe ignobile) oppure non ha capito la portata del provvedimento e allora è un ben misero avvocato.

In compenso sa come usare il mezzo televisivo. Interrompe quotidianamente l’antagonista con frasi sincopate tipo : MA VA LA? MA COSA DICE? e a velocità supersonica cita articoli del codice.

Tutto gli interessa, tranne che far capire ai telespettatori di cosa si sta parlando.

Quando le questioni sono così sconcie e scabrose, meglio buttarla in caciara.

E lui in questo è bravissimo.

Un vero eroe. Forse il più prezioso dei collaboratori di Silvio.

Ma posso dire una cosa?

Preferirei che venisse Silvio in persona.

Per due motivi: perchè è meno abile e si impiccherebbe con le sue mani, perchè è meno antipatico e sgradevole di questo avvocaticchio dotato di naturale repellenza.

Ghedini mavalaaaa

La coerenza di Belpietro, giornalista senza padroni.

belpietroPare ancora di sentirlo Maurizio Belpietro, mentre, a  Ballarò, reagisce come una mangusta quando Franceschini si premette di precisare una cosa vera, cioè che il direttore di Panorama è un dipendente di Berlusconi.

“Non si premetta, io sono un giornalista libero e indipendente”.

Non è passata neanche una seettimana e l’ottimo Belpietro ha avuto modo di mostrare la sua indipendenza.

Un fotografo gli ha offerto uno scoop senza precedenti: tutte le foto delle feste a villa Certosa, residenza del premier. Attricette, veline, ragazze immagine, alcune a seno nudo, molte così giovani da apparire indubitabilmente minorenni ( come la famosa Noemi, diciassettene quando fu invitata alla villa durante le festività natalizie scorse).

E coa fa l’indipendente Belpietro?

E cosa fa il coraggioso Belpietro?

Con lo stesso sprezzo del pericolo, con lo stesso amore per la libera informazione che lo avevano cartterizzato quando aveva pubblicato le foto di Sircana ( alloro professionale che ancora rghedini frankesteinivendica) invece di pubblicare le foto…chiama l’avvocato Ghedini detto ormai MAVALAAAA’, altro dipendente di Berlusconi, che non ama sentirsi definire tale.

Obiettivo della telefonata: far requisire quelle foto.

Avete capito bene: NON pubblicarle, farle sparire.

Perchè Belpietro è un uomo libero.

Perchè Belpietro è un giornalista indipendente.

Silvio a Evelina: “Evita di farti trovare!” Evelina a Silvio: “Non capisco la tua freddezza”. Clamorosa intercettazione pubblicata dall’Espresso oggi in edicola.

evelina-manna-388080L’Espresso pubblica una clamorosa intercettazione tra Silvio Berlusconi ed Evelina Manna.

L’intercettazione non è originale, nel senso che L’Espresso dispone del testo e lo ha fatto recitare a due attori.

Volete farvene un’idea?

Allora ascoltatela qui.

La telefonata è successiva alla divulgazione della famosa intercettazione della telefonata in cui Berlusconi “suggeriva” al Direttore di Rai Fiction Agostino Saccà l’utilizzo di alcune  attrici, tra le quali Evelina Manna.

ghedini frankesteinCitiamo anche le dichiarazione dell’avvocato Ghedini.

L’avvocato del premier,  scende in campo, lancia in resta e codice alla mano, in difesa del suo cliente Silvio Berlusconi.

Bersaglio il settimanale per l’articolo  in cui fonti anonime raccontano della festa di capodanno 2007 a villa La Certosa di Silvio Berlusconi in compagnia di ragazze che avrebbero ricevuto doni e denaro da spendere in shopping durante il soggiorno.

“Le notizie apparse quali anticipazioni di un articolo che dovrebbe essere pubblicato nel prossimo numero del settimanale ‘L`espresso” sono destituite di ogni fondamento e saranno oggetto di tutte le azioni giudiziarie del caso.Trattasi di ricostruzioni di assoluta fantasia asseritamente narrate da anonomi e non riscontrabili frequentatori di Villa Certosa e del Presidente Berlusconi che saranno facilmente smentibili nelle sedi appropriate”.

“Vengono addirittura riportate sintesi o stralci di conversazioni telefoniche che sono, come gia’ accaduto in un recente passato, del tutto inesistenti e inventate. Conversazioni siffatte non sono mai esistite e gli interlocutori citati potranno ampiamente testimoniarlo. E del resto non e’ dato comprendere come ‘L`espresso’ potrebbe essere in possesso di intercettazioni mai depositate e ad oggi completamente distrutte dall’autorita’ giudiziarie.Tutto l`articolo e’ interamente volto a diffamare il Presidente del Consiglio con il chiaro intento di incidere negativamente sulla campagna elettorale in corso.


L’Espresso conferma la ricostruzione pubblicata sul numero in edicola domani.

“Contrariamente a quanto dichiarato dall’onorevole Ghedini, le intercettazioni telefoniche riportate da L’Espresso esistono e sono state fedelmente trascritte – si legge in una nota. – La conversazione tra Silvio Berlusconi ed Evelina Manna è depositata agli atti della richiesta di archiviazione della procura di Roma: non ne è stata chiesta la distruzione perché ritenuta un elemento che scagiona Berlusconi dall’accusa di corruzione. La conversazione numero 794 di Guido De Angelis è stata depositata alle parti nel procedimento per corruzione della procura di Napoli: da un anno è nella disponibilità di almeno cinque avvocati, incluso l’onorevole Ghedini”.

Ghedini replica ancora

“In relazione alle affermazioni de l’Espresso sulla sussistenza delle intercettazioni si ribadisce che quelle pubblicate non sono mai state nella disponibilità della difesa del Presidente Berlusconi e che sono state smentite nel contenuto dai diretti interessati. Se comunque alcune fossero esistenti e da noi non conosciute, ve ne sarebbe l’ ovvio divieto di pubblicazione ai sensi dell’art. 684 c.p.”.


Delusione Santoro: chiacchiere di portineria, le migliori Guerritore e Bonino.

berlusconi partyDeludente la trasmissione di Anno Zero di ieri sera che avevamo previsto come esplosiva .

Capita anche ai grandi del giornalismo come Santoro.

Hai in mano materiale esplosivo, ma la miccia è corta e ti esplode tutto in mano, il nemico invece non si fa nulla e ha pure modo di fare la vittima.

Per tutta la puntata a più riprese ci si accanisce a raccogliere chiacchiere di portineria e a fare illazione sui perchè e i percome dei misteriosi rapporti tra Elio Letizia, padre di Noemi, modesto impiegato dello stato e Silvio Berlusconi, l’Imperatore ( come lo chiama la moglie Veronica) del nostro sfortunato Paese.

Troppa la distanza sociale tra i due, troppe le reticenze dell’interessato sul tema ( come se fosse stato ammaestrato a dire senza dire).

Insomma i sospetti su questo curioso rapporto sono legittimi.

Ma al di là di questi sospetti, come ha dimostrato al puntata di ieri sera, non c’è nulla.

Il che dà  favorevole terreno dialettico al bravissimo- e sgradevolissimo – avvocato Ghedini .

Qual’è la tesi che fa passare Ghedini? Che Berlusconi è un vero democratico, che ama stare con tutti, farsi fotografare con tutti, abbracciare tutti, e che la sinistra che lo attacca per questo in realtà è acida, spocchiosa e snob..

La trasmissione andava centrata su un altro registro.

Le notizie sulle candidature delle veline le avevano date per primi e con maggior risalto proprio i giornali di destra ( LIbero e il Giornale) e che le prime riserve forti e severe sull’operazione le aveva espresse FAREFUTURO, la rivista on line di destra legata a Gianfranco Fini.

Ebbene , quello a mio avviso era il tasto da battere.

Un presidente del consiglio viene raccontato in un certo modo dai suoi giornali, rampognato in pubblico dalla  moglie e, per riflesso pavloviano, cosa riesce a dire? Che è un complotto della sinistra.

Ridicolo e patetico, come giustamente ha detto qualcuno.

E questo mentre il Paese ha i suoi problemi che tutti conosciamo, ma dei quali nessuno parla più.

Occasione persa da Santoro quella di non aver enfatizzato di più questo aspetto della vicenda ( lo ha fatto bene solo Travaglio all’inizio).

Di tutta la trasmissione salvo però tre cose: oltre l’esordio di Travaglio, la straordinaria perfomance di Monica Guerritore che  ha letto  le dichiarazioni di Veronica Lario e gli interventi di Emma Bonino, che ha ben documentato con parole vibranti di altissima indignazione, il comportamento irriguardoso del premier verso le donne che dice di amare e la sua tendenza a fare il giullare nei consessi internazionali, con grande perdita di immagine del paese che rappresenta.

La palma del più villano e arrogante spetta Ghedini, che però ha avuto buon gioco  a sfruttare le debolezze di impianto della trasmissione.

berlusconi palp fiction

Attacco a Santoro, Berlusconi furioso con Anno Zero.

santoro_travaglio21-150x150“Stop al circuito mediatico giudiziario”.

Il presidente del Consiglio lancia questa parola d’ordine  durante il pranzo con gli eurodeputati.

Il premier cita l’ultima  puntata di ‘Anno zero’. (vedi post precedente Anno Zero: la passione di Di Pietro contro la spocchia di Ghedini )

Ho guardato in tv la trasmissione –  dice Silvio – e ho visto che addirittura hanno simulato una sorta di fiction su fatti che non sono ancora andati a processo”.

Berlusconi ha spiegato di aver visto che un attore impersonificava la parte di un giudice, un altro quella di un imputato. “Una ricostruzione avvenuta soltanto attraverso i testi delle intercettazioni” sottolinea il Cavaliere. “Bisogna finire con questi processi mediatici“.

Due domande al premier:

1) E’ per caso in arrivo un altro editto bulgaro?

2) Perchè tanta indignazione per i processi mediatici quando riguardano i politici e tanta indifferenza quando le tv di RAI SET si occupano di Garlasco, Erba, Perugia, Cogne.

Si vede che la Tv è come la Giustizia.

Anzi come la pioggia.

Uguale per tutti.

( Poi ci sono quelli che pretendono l’ombrello e quelli che non hanno diritto ad averlo..)

berlusconipiove

Processo Mills, il Lodo non basta, il Caimano rischia grosso.


I giudici di Milano hanno inviato alla corte Costituzionale il Lodo Alfano: sarà la Consulta a decidere se è coerente con la nostra Carta Costituzionale una legge ordinaria che garantisce l’immunità a 4 cittadini
( anche se è ovvio che la legge è stata fatta per le esigenze di un solo cittadino).

Ma è accaduto anche quello che l’avvocato del premier Ghedini, vero artefice nemmeno troppo le quinte del Lodo Alfano, temeva di più.

Il processo continua!!!!

Chi ha scritto la legge, causa la vigilanza del Capo dello Stato, che non avrebbe firmato, non è arrivato fino al punto di prescrivere la sospensione dei procedimenti a carico dei correi.

Accade così che , mentre il processo si ferma per Berlusconi, l’imputato di corruzione protetto dal lodo, continua per Mills, accusato dello stesso reato.

Fosse condannato Mills, si avrebbe quindi una sentenza che afferma che c’è stata corruzione, con un corrotto ( Mills ) e un corruttore ( Berlusconi).

Catastrofe inimmaginabile per il premier.

Nonchè grosso casino giudiziario per parlar chiaro.

Infatti, una volta condannato Mills, Berlusconi avrebbe diritto ad un nuovo processo, che però potrebbe essere celebrato solo una volta che il Lodo fosse definito incostituzionale oppure, se la Consulta lo convalidasse, solo una volta che il premier non fosse più tale ( e nemmeno presidente della Repubblica o di uno dei due rami del parlamento).
Questo processo non potrebbe più essere celebrato dall’attuale corte, che, avendo già emesso una condanna sulla stessa vicenda, non potrebbe più essere considerata “super partes”.
Il nuovo collegio giudicante a quel punto, magari tra qualche anno, con Berlusconi quasi ottuagenario, potrebbe assolvere Berlusconi, con il conseguente paradosso giuridico: condannato il corrotto, si assolve il corruttore.
Ma non sono certo i paradossi giuridici quelli che turbano il premier ( le sue leggi sono lì per dimostrarlo) .

Quello che lo turba è il gravissimo contraccolpo di immagine che ricaverebbe da una condanna di Mills.
E, ovviamente, non si preoccupa di quello che direbbero in Italia, dove una banda di corifei alla guida di buona parte dei tg più importanti, è già pronta ad oscurare in tutti i modi la notizia, ma di quello che direbbero all’estero.
Il premier è convinto di avere contribuito con la sua politica al prestigio dell’Italia e teme che questa vicenda possa danneggiarlo moltissimo sul piano dell’immagine.

Da questo punto di vista, però, possiamo tranquillizzarlo.
Nè la sua politica, nè, tanto meno, le sue performance ( v. la sceneggiata al Parlamento Europeo di qualche anno fa con gli insulti a Shultz) hanno dato prestigio all’Italia.

La condanna di Mills aggiungerebbe al quadro che hanno di lui nel mondo solo qualche pennellata in più.
Perchè, parliamoci chiaro, Silvio non è De Gasperi.
E nemmeno Fanfani.
E’ Silvio e basta.
Cioè un pifferaio seguito da una banda sempre più folta di topi.
Italiani.

P.S.La decisione non è andata giù agli avvocati del Cavaliere che non hanno perso tempo per replicare. «È evidente che i giudici di Milano non vogliono applicare le norme varate dal Parlamento», ha detto a denti stretti Niccolò Ghedini.
L’avvocato del premier si dice sicurissimo: «Mills sarà assolto, perché è estraneo ai fatti come lo è Berlusconi». E conclude con la minaccia: «Questi giudici diventeranno incompatibili, e Berlusconi processato da un altro collegio sarà sicuramente assolto, perché è innocente».

Violante-Ghedini: accordo sottobanco sulla giustizia ( le ambizioni di Violante)

violante2.img_assist_custom.jpg

Arturo Diaconale riprende un articolo di Giuseppa D’Avanzo su Repubblica, che rivela un presunto accordo segreto tra Violante e Ghedini sulla giustizia.

Non condivido il tifo di Diaconale per la riforma tratteggiata in questo accordo, ma segnalo l’articolo per la chiarezza ( onestamente superiore a quella di D’Avanzo ) con la quale riporta lo scoop di D’Avanzo e ne evidenzia le conseguenze.

Sia benedetto l’accordo segreto

di Arturo Diaconale

Ancora una volta Giuseppe D’Avanzo non smentisce la sua fama di giornalista d’assalto che anticipa sempre notizie esplosive.

Il suo scoop sul presunto accordo che sarebbe stato realizzato sottobanco da Luciano Violante e da Nicolò Ghedini è di quelli destinati comunque a far discutere. L’intesa, che D’Avanzo definisce ironicamente “l’uovo di Colombo”, riguarderebbe l’intenzione di inserire nella prossima riforma della giustizia non solo e non tanto la separazione delle carriere, quanto la separazione dei ruoli e dei poteri tra il Pubblico Ministero e la polizia.

Violante e Ghedini, secondo il giornalista de “La Repubblica”, si sarebbero messi d’accordo nel ridimensionare il potere dei Pubblici Ministeri togliendo loro la direzione delle indagini ed attribuendo questa facoltà agli organi di polizia.

La misura farebbe parte del disegno più complessivo di utilizzare la riforma della giustizia per tagliare una volta per tutte le unghie ai Pubblici Ministeri e rendere addirittura inutile qualsiasi iniziativa volta a cancellare l’obbligatorietà dell’azione penale.

Il ragionamento del giornalista non fa una grinza: una volta tolta ai Pm la direzione delle indagini e ridata alla polizia l’autonomia d’investigazione, non c’è più bisogno di occuparsi della correzione dell’obbligatorietà dell’azione penale stabilendo che il Parlamento di anno in anno fornisca alla magistratura i principali indirizzi d’attività. Visto che la polizia dipende direttamente dal governo e che viene liberata dalla dipendenza dal Pm, ecco che di fatto l’obbligatorietà dell’azione penale risulta abrogata.

Gli organi di polizia porteranno avanti solo le inchieste autorizzate dal Viminale, cioè dal potere politico.

Ed i Pm rimarranno con le pive nel sacco a riempirsi la bocca con quell’obbligatorietà dell’azione penale, spesso diventata totale discrezionalità, che nel concreto sarà stata svuotata di qualsiasi contenuto.

Quali sarebbero le ragioni di questa intesa segreta tra Violante, l’uomo che per anni ha rappresentato il simbolo della stretta alleanza tra sinistra e Magistratura inquirente e militante, e il deputato ed avvocato di Silvio Berlusconi Nicolò Ghedini?

D’Avanzo non lo dice esplicitamente. Ma negli ambienti della sinistra giustizialista si afferma senza tanti peli sulla lingua che Violante abbia ormai rinunciato al suo vecchio ruolo di “garante delle toghe rosse”. E lo abbia fatto per concludere la propria carriera con la nomina bipartisan a componente della Corte Costituzionale. Secondo gli ex amici di Violante, in sostanza, l’ex Presidente della Camera avrebbe sconfessato tutto il suo passato e si sarebbe venduto al nemico per il classico piatto di lenticchie. Nessuno è in grado di stabilire se questa accusa sia giusta o sbagliata.

Se Violante si sia venduto per interesse personale o si sia reso conto che l’onnipotenza del Pubblico Ministero aggrava all’infinito quel problema-giustizia che pesa come una cappa di piombo sul paese.

Ma il punto vero non è questo.

Bensì il contenuto dello scoop.

E’ vero o non è vero che Ghedini e Violante abbiano raggiunto una intesa per separare i ruoli e le competenze del Pubblico Ministero e della Polizia?

Ed è giusto o sbagliato che questa intesa a due preluda ad un accordo più generale tra la maggioranza e l’opposizione su una riforma complessiva della giustizia?

D’Avanzo è convinto che l’accordo ci sia.

Ed ha lanciato la notizia nella speranza di creare scandalo all’interno della sinistra e far saltare qualsiasi possibilità di intesa sulla riforma. Noi ci auguriamo che l’accordo ci sia e che serva ad avviare il dialogo tra maggioranza ed opposizione sull’esigenza di risolvere una volta per tutte l“emergenza-giustizia” nel nostro paese. Anche se questo dovesse portare Violante alla Corte Costituzionale? Anche in questo caso.

Se Parigi valeva bene una messa, figuriamoci se un Violante alla Consulta non possa valere una riforma generale della giustizia italiana! Tanto più che fino alla riforma dell’89 era la polizia e non i Pm a condurre le indagini. E che l’esplosione delle critiche contro il cattivo funzionamento della giustizia è iniziato da allora e non da prima!

Silvio dica “cumandi mì” oppure ha i giorni contati, parola di Kossiga.

COLLOQUIO TRA IL PRESIDENTE EMERITO E RENATO FARINA ( rileggiamo un’intervista uscita su Libero il primo luglio)

L’agente Betulla, alias Renato Farina, intervista Francesco Cossiga a Lugano per Libero

Presidente Cossiga, che fa? Chiede asilo in Svizzera come gli anarchici? Fugge dal regime berlusconiano?

Non sono mai stato così berlusconiano come adesso! Non l`ho votato, mai. Ma oggi, e con ritmi travolgenti, si sta preparando quello che un grande giurista, storico e politico francese di parte repubblicana considerava il peggiore dei governi ;il “governo” dei giudici, anzi peggio: dei pubblici ministeri. E la sinistra del nulla, quella veltroniana, si è alleata all`Italia dei Valori, con la parola d`ordine “o adesso o mai più” per travolgere Berlusconi.

Dalla Svizzera si vede persino meglio.

Ma torno: da vecchio, però con le tante cose che so e che ho imparato, mi batterò per impedirlo.

Prospettive di vittoria?

Scarsissime. Se cedo al pessimismo, direi che Berlusconi durerà quattro mesi. Difficilissimo possa durare per il tempo della intera legislatura. Oltre al Partito democratico e a quello di Di Pietro, che sta diventando un partito di provocazione permanente, si è schierata contro di lui anche la grande stampa, il Tgl, il Tg3, La7 e perfino Sky!, le grandi banche: da Intesa-Sanpaolo al Gruppio Unicredit, e al Monte dei Paschi di Siena: solo Cesare Geronzi gli è rimasto amico.Dopo la vittoria straordinaria del 13 aprile, arciconfermata in Sicilia, lo schieramento avversario ha visto in lui, nella persona di Silvio, il punto debole: e lo martella da ogni parte, con i giudici, con il gossip, con qualsiasi mezzo. Cacciato via con ignominia Berlusconi il centrodestra cadrà in una grande crisi. E arriveranno loro. Non la sinistra. Ma la sinistra che porta obbediente in sella i pm.

La grande stampa? Repubblica si vede.Ma il  Corriere ospita editoriali che meritano la furia da Belfagor di Scalfari e di D`Avanzo…

Il gruppo di Repubblica-Espresso è arrivato alla determinazione “da soluzione finale” o “fine di mondo”:tutto è buono, per uccidere il tiranno.La Stampa si è incattivita. La Rai è ostile, teme un repulisti e i tagli. Capisce che Silvio è debole e si adegua.

Il Corriere…

«E vero, il Corriere sembrava votato a una certa equidistanza. Il direttore Paolo Mieli aveva ammesso l`errore dell`endorsement filo Prodi. Ma ora è passato all`opposizione. Mieli è molto abile amascherare la scelta. La prima pagina ospita commenti alternati, uno pro e uno contro: ma le pagine interne sono costruite a partire da gossip che traducono in linea editoriale la politica veltroniana del nulla, del chiacchiericcio demolitivo sempre orientato in un certo modo».

Veltroni, sempre Veltroni. E D`Alema?

«Veltroni è ìl riformismo del nulla. Si è lasciato convincere che ora-o-maipiù.Da qui la sua lotta politica fatta dì gossip e attacchi forzati. In questo gioca anche l`integralismo cattolico di Dario Franceschini. I Red del mio amico Massimo D`Alema sono opposizione, ovvio: ma è una opposizione politica. D`Alema ora ha subito un avvertimento con l`assoluzione del gip Clementina Forleo da parte del Consiglio superiore della magistratura.Ciò significa la volontà di consentire al Parlamento europeo il via libera all`uso delle sue intercettazioni con la motivazione fornita dalla Forleo: e cioè che erano parte di un disegno criminoso. Il Csm in pratica avvalla il rinvio a giudizio di D`Alema…» .

Non mi convince il suo discorso sul Corriere. Possibile che sia tutto contro?Ci sono un sacco di proprietari lì dentro

«L`unico ormai che stia con Berlusconi è Geronzi e Mediobanca con lui. MaGeronzièin ambasce, si sente insidiato dai due amministratori delegati, tra cui uno – Nagel – è un feroce nemico di Berlusconi e del centrodestra, ma prima di tutto di Geronzi e tresca con Bankitalia per cacciarlo via! I quali hanno un nemico ancora».

Chi?

«Il governatore di Banca d`italia Mario Draghi».

Non me ne parli.

«Se lei ha timori, io no. Questo signore che fu speculatore internazionale si sta dando arie da ministro di economia e finanze, mette in difficoltà Berlusconi in tutti i consessi internazionali.Non ha ancora preso posizione contro Giulio Tremonti perché non può andare neanche lui contro l`evidenza di un impegno serio di risanamento preso dal Valtellinese:ma non ha preso posizione, aspetta a vedere la caduta del governo e poi…» .

Mi scusi, ma lei ebbe una parte nella scelta di Draghi. 0 mi sbaglio?

«Vero. Ho una grande responsabilità.Avessi dato retta a Ciampi, contrario, non sarebbe lì. Ma vorrei essere presidente del Consiglio per 48 ore per cacciarlo, e ne fornirei motivazioni indiscutibili».

Detto questo. Dove cadrà Silvio? Sulle intercettazioni?

«No. Le usano per screditarlo moralmente.Ne usciranno di peggiori, mescolando sesso e raccomandazioni.Ma alla fine, qualunque cosa salti fuori, basta che non siano perversioni, gli italiani sono cattolici e comprendono le debolezze della carne. Lo sapevano anche prima che Berlusconi è capace di fare palate di soldi e di prendersi una fidanzata al giorno. Qui il veltronismo gossipparo è debole e forse indebolirà se stesso».

Di Pietro ha dato dei magnaccia a Silvio. Ricorda precedenti?

«Un simile insulto non era mai stato pronunciato sulla scena politica italiana. Oltretutto è tecnicamente sbagliato: non mi pare proprio che Berlusconi ci abbia guadagnato con le ragazze, non ci ha magnato sopra, semmai loro… Sconsiglio però a Berlusconi di querelarlo: perderebbe il processo, sicuro come l`oro. No, non cadrà sul sesso. Cadrà sui processi di Milano e di Napoli. Anzitutto Milano. Io ho raccolto una documentazione impressionante sulla Gandus, il giudice che dovrà giudicarlo sul caso Mills, l`ho proposta in un`interpellanza al governo. Ma la Corte d`Appello non accetterà la ricusazione. La Corte costituzionale in un attimo annullerà il lodo Schifanibis. Berlusconi, con la sua viva voce, mi ha confermato che in caso di condanna si dimetterà. La sinistra non vuole, per rosolarlo a fuoco lento. Per distruggerlo quando in un consesso internazionale, un leader estero gli negherà il saluto o si dirà imbarazzato».

Scusi ma non ci credo. L` ala marciante dei magistrati e la sinistra avranno molte frecce, ma sono divise, e devono fare i conti con un larghissimo consenso pro-centrodestra.

«L`opposizione è divisa, ma secondo un vecchio principio sperimentato già nel6-700, uno Stato debole all`intemo cerca di compattarsi creando un nemico esterno. Faranno di tutto.Appoggio massiccio della gran parte della magistratura e di chi tra le toghe comanda: l`Associazione nazionale magistrati, vero organo supremo, il suo organo servente, il Csm, e il cavalier servente, quella vecchia volpe democristiana di Nicola Mancino, il quale è convinto che la sinistra premierà la sua faziosità con il laticlavio a vita».

Se non altro la coalizione di destra è compatta.

«Sicuro? Anche il centrodestra mostra crepe. An non è più tanto convinta di andare al partito unico; tanto che a Denis Verdini che avevalanciato l`idea di convegni costituenti già in settembre, hanno risposto ai massimivertici dicendo: andiamoci piano.Nella Lega due anime: una berlusconiana, l`altra finto berlusconiana, capeggiata da Maroni, che fa di tutto per mettere la Chiesa contro Berlusconi.Manca solo che proponga il taglio della falange per i bambini rom e il lobo dell`orecchio agli adulti per renderli . riconoscibili. Così, quando Berlusconi sarà sotto tiro, sarà debole dove finora è stato forte:la Chiesa italiana e il suo associazionismo “ortodosso”».

Ma no, Maroni è serio. Sa spiegare le sue scelte in modo civile.

«Maroni è stalinista. Ha il cuore che batte a sinistra. Quando Silvio si dimetterà, è pronto a convincere Bossi (che ha già cercato di sostituire quando ha avuto l`infarto nel 2004, parola dell`ottimo Calderoli) ad aderire ad un governo che ottenga.in questa legislatura il federalismo fiscale. Il governo sarà capeggiato da Mario Monti o da Pier Ferdinando Casini (benvisto a questo punto dalla Chiesa, e non si capisce perché), ci sarà la sinistra, l`Udc, la Lega e parecchi transfughi del Popolo della libertà.Non io! Non io!».

Dove ha sbagliato e dove sta sbagliando Berlusconi? C`è spazio per la controffensiva?

«Ho l`impressione netta che non si sappia e non si voglia difendere. Detta grida manzoniane inutili, o – lo lasci dire – cazzate. Cede su tutto. Siamo dinanzi al primo governo nel quale il presidente del Consiglio ha ceduto i ministeri della forza aperso ne che hanno loro disegni. La difesa è in mano a Ignazio La Russa, che è mio amico, ma intende l`esercito come una specie di sua polizia privata, tutta picchetti e fez, con una certa nostalgia di Farinacci. Di Maroni ho già detto. Fa gestire il ministero più delicato, quello della Giustizia, a un suo avvocato, Niccolò Ghedini. Ilquale prima ha tagliato la strada e Marcello Pera, poi voleva a quel po- sto Elio Vito, infine ha optato per Angelino Alfano, un caro ragazzo, ma è un bambino tra i lupi. Ghedini ha estromesso gli altri avvocati di Silvio, e sta giocando una sua partita che temo porti allo schianto».

Ghedini ha avuto eccellenti idee sulla legge per rimandarei processi e…

«Fermati. Parlo io qui. La legge sulle intercettazioni è un evidente tentativo di captatio benevolentiae verso i giudici. Si puniscono solo i giornalisti e gli editori: è ridicolo oltre che ingiusto.Così i magistrati per trattare non vanno dal mio caro Angelino cui voglio bene ma da Ghedini. Berlusconi lascia fare. Cede su tutto e con tutti».

Potrebbe andare in televisione, spiegarsi agli italiani.

«Potrebbe e dovrebbe. È capace però di fare un discorso politico? Saprebbe mostrare, al di là del suo caso personale, come questo suo caso riguardi davvero tutti. Ed è proprio così. C`è in ballo davvero lo Stato di diritto, la democrazia. Ma sarebbe capace?».

Potrebbe dire: non ci sto, non ci sto come Oscar Luigi Scalfaro quando cercarono di convocarlo i magistrati per i soldi del Sisde.

«Fece una pessima figura».

D`accordo. Ma riuscì nello scopo: la sfangò.

«Ci sono queste differenze: Scalfaro era presidente della Repubblica, era magistrato, e di sinistra. E perciò la grande stampa era con lui. Poteva permetterselo. Berlusconi verrebbe spazzato via».

E allora?

«Allora Berlusconi deve capire che o combatte adesso o mai più, ma senza isterismi. Riprenda in mano anzitutto il suo governo. Non lasci più fare agli altri».

Insomma dica: cumandi mì.

«E soprattutto lo faccia. Anche se forse è tardi. Ma lo faccia. Glielo chiede l`unico neo-temporaneo- berlusconiano che si intende di politica. E gli do un consiglio finale: approvi fino d`ora per decreto legge il federalismo fiscal e. Così la Lega non avrà più pretesti o alibi per abbandonarlo in caso di condanna».

Colpevole dunque innocente. Il caso Dell’Utri: da Liste Pulite a Liste Smacchiate

 

«Lei se non sbaglio, oltre a due condanne di primo grado, una delle quali per mafia, ha avuto una condanna definitiva per frode fiscale e false fatture”.

“Una cosa assolutamente già passata in giudicato, che non esiste. L’ha detto l’avvocato Ghedini che gli effetti del reato definitivo per cui sono stato condannato sono automaticamente estinti e col patteggiamento c’è una sorta di riabilitazione penale”».

Così ragiona Marcello Dell’Utri.

Una cosa passata in giudicato non esiste?

Col patteggiamento c’è una sorta di riabilitazione penale? Quale sorta?

L’ha detto l’avvocato Ghedini? Ah beh allora.

Sembrerebbe una gag, di quelle che costano un editto bulgaro ai comici “comunisti” e “faziosi”.

Purtroppo non è così.

Queste sono proprio le frasi pronunciate dal senatore Marcello Dell’Utri in una intervista al quotidiano La Stampa del 23 febbraio.

Sono il segno di un cambiamento.

All’inizio si era parlato di Liste Pulite

Adesso siamo alle Liste Smacchiate.

Oppure, come diceva ieri l’Unità, siamo di fronte a qualcuno che è

colpevole, quindi innocente