Archivi tag: giornale

ECCO LE Foto delle Prime pagine dei quotidiani di oggi di oggi (20 giugno). Tutti i giornali parlano dell’imbarazzo di Berlusconi, Il Giornale continua ad …attaccare D’Alema.

ECCO LE Foto delle Prime pagine dei quotidiani di oggi  di oggi (20 giugno).

Tutti i giornali parlano dell’imbarazzo di Berlusconi, Il Giornale continua ad …attaccare D’Alema

Corriere“Berlusconi e le accuse di Bari: risponderò colpo su colpo”.

20 corriere

Repubblica:“Feste e ragazze, accuse a Berlusconi”

repubblica

Il Messaggero: messaggero “Caso Bari, l’ira di Berlusconi”

Il Manifesto:” Non gliela danno

manifesto 20

Ed ecco l’ineffabile Giornale ( che fu di Montanelli e adesso fa capo a Giordano): “D’Alema firma il complotto contro Berlusconi”

giornale attacca d'alema

Derisi e umiliati da Gheddafi: si decide ad ammetterlo anche Il GIORNALE ( era ora!)

Gheddafi_Muammar-BIeri in un post, intitolato TRE GIORNI ALLA MERCE’ DI UN BEDUINOaccusavo il Giornale di essere stato omissivo e reticente nel prendere in considerazione alcuni degli aspetti più ridicoli e imbarazzanti della visita di Gheddafi.

Mi smentisce oggi questo articolo, apparso proprio sul Giornale di Ida Magli, che condivido al 100%  e che pubblico, anche per fare ammenda delle mie forse troppo malpensanti e frettolose valutazioni di ieri.

DISPREZZO BEDUINO

La visita di Gheddafi a Roma è stata come minimo imbarazzante.

Imbarazzante per gli italiani, si intende.

Da parte sua, Gheddafi ha avuto tutto quello che si aspettava di avere (è stato lui a non volere far visita al presidente della Camera, quindi non possiamo neanche consolarci con il fatto che Fini non l’ha aspettato oltre le due ore), ma anche molto di più di ciò che noi crediamo di avergli dato.

Questo è il punto, infatti: non siamo in grado di valutare fino in fondo quello che è successo perché c’è un’assoluta distanza fra il modello culturale dell’Occidente, un Occidente come quello italiano, imbevuto di Storia, della civiltà giuridica romana, di un cristianesimo e di un umanesimo raffinatissimo in tutte le sue espressioni, assertore del valore e della uguaglianza di ogni «persona» e il modello culturale musulmano, fedele alle leggi e ai costumi fissati da Maometto sulla falsariga di quelli dell’Antico Testamento, ossia di circa 8000 anni fa.

A questa distanza bisogna poi aggiungere il gusto africano per l’esibizione, per l’ampliamento del significato del proprio corpo attraverso abiti, acconciature, colori, cui nessun uomo di potere, stregone, sciamano, capo tribù rinuncerebbe mai in quanto ne certifica la dimensione trascendente e la superiorità davanti ai sudditi.
Bisogna supporre, da quanto è avvenuto in questi giorni, che il nostro governo abbia creduto che sotto le apparenze (per esempio, la pretesa installazione della tenda da nomade), ci fosse comunque un normale Capo di Stato in visita a Roma, per il quale quindi fosse un onore tenere una lezione all’Università La Sapienza e affacciarsi dal balcone del Campidoglio ad ammirare l’antica Roma.

Nulla di più grottesco. O meglio di più grottescamente tragico per noi, gli italiani.

Il signor Gheddafi disprezza altamente, e ha ben ragione di farlo, la nostra storia, la nostra civiltà, nella quale non vede nulla che gli sembri migliore di quello che possiede lui, e i cosiddetti «onori» che ha ricevuto, gli sono apparsi semplicemente il segno della sottomissione, della piaggeria, della nostra debolezza nei suoi confronti.

Insomma, non ha bisogno di bombe o di missili per esibirci al popolo musulmano, a tutto il popolo musulmano, non soltanto a quello africano, come suoi accoliti, ed è questo che sta preparando da lungo tempo e che ha ormai quasi ottenuto: aggregare l’Africa e diventare la guida politica dei musulmani sparsi nel mondo.

L’Italia (non dimentichiamocelo mai) è stata sempre ed è ancora adesso la terra di conquista indispensabile per la conquista dell’Europa.
Naturalmente questo viaggio è stato presentato come un grande affare economico, e può darsi che lo sia (anche se sussiste qualche dubbio a rigor di cifre).

Ma l’onore di un popolo, la sua dignità, non possono essere scambiati con il denaro, e credo che si possa essere sicuri che non era nelle intenzioni dei nostri politici questo tipo di scambio.

L’errore di non valutare le differenze culturali è tipico di tutto l’Occidente, inclusa l’America.

È rimasto nella memoria dell’antropologo come prova di un madornale errore di questo tipo, la precisa scadenza di tempo data dal Presidente degli Stati Uniti a Saddam come «ultimatum» prima dell’attacco. Norme di civiltà bellica prive di senso per popoli presso i quali è del tutto diverso il senso del tempo e che non possono non considerare stupido preavvertire di un attacco. Errori, però, che dipendono sempre dalla nostra arroganza, dall’antica convinzione che la nostra sia l’unica vera civiltà alla quale tutti dovrebbero conformarsi.

Fa parte di questa errata prospettiva farsi prendere in giro da un dittatore che mantiene ferma la legge dell’antico testamento sull’assoluto potere maschile, sull’inferiorità delle donne, sulla lapidazione delle adultere, preparandogli un incontro con 700 rappresentanti delle nostre associazioni femminili.

Certamente si sarà molto divertito nell’affermare che ci vuole una rivoluzione, visto che in Libia nessuno si può azzardare neanche ad aprire bocca, figurarsi le donne.
Possiamo soltanto sperare che l’esperienza di questa umiliazione abbia aperto gli occhi ai politici, convincendoli a tenere sempre presenti le differenze culturali e la difficoltà di superarne le barriere.

Il ruolo dell’opposizione? Ritirarsi in buon ordine.

giordano3Il Giornale che fu di Montanelli e adesso è il Giornale dei Famigli scrive stamatttina del nuovo segretario del PD:

Anche il neo segretario del Pd Dario Franceschini lancia il suo «new deal». E alla sua prima uscita pubblica svela le «novità»: anti berlusconismo, sempre e comunque. Insomma, la sua strategia è molto semplice: copiare Antonio Di Pietro.

Fino a qualche tempo fa si diceva che l’opposizione deve giocare il suo ruolo e che questa è una opportunità, oltre ad essere il segno distintivo di una democrazia.

Il Giornale dei Famigli da un bel po’ di tempo di tempo a questa parte, invece, è arrivato ad una posizione molto più avanzata: chi fa l’opposizione non può opporsi.

Su questa posizione si va ad appiattire un numero sempre più alto di commentatori politici.

Perchè, come diceva Longanesi, non manca la libertà, mancano gli uomini liberi.

leo_longanesi

Ordine del Minculpop: confondere le idee a tutti sul caso De Magistris.

Il  caso De Magistris? Un vero guazzabuglio. Chi ci capisce qualcosa è bravo.

E’ una specie di “tutti contro tutti”, una situazione così aggrovigliata che si fa prima a dar la colpa a tutti i contendenti che a cercare  di capire i torti degli uni e le ragioni degli altri.

Lo fa con la consueta chiarezza Marco Travaglio su Unità di oggi, spiegandoci quali sono i ruoli in campo e come avrebbero dovuto essere giocati.

L’articolo ancora una volta, come spesso accade con gli articoli di Travaglio, ci racconta anche come funziona ( male!) l’informazione in questo paese.

Per malafede, sciatteria, incompetenza giuridica dei giornalisti, per conformismo contagioso.

Ecco l’articolo di M. Travaglio.

marco-travaglio2

Corriere della sera: “Guerra tra pm”. Repubblica:“Guerra tra pm”. Stampa: “Guerradei pm”. Giornale: “Guerra tra giudici”. Mattino: “Guerra tra procure”. Unità:“Guerra totale tra procure”. Riformista: “Toga contro toga”. Europa: “Guerra civile fra magistrati”.

In attesa del Partito Unico, abbiamo il Giornale Unico.

Tutti a sostenere che Salerno uguale Catanzaro, anche se Salerno indaga su Catanzaro per un obbligo di legge, mentre Catanzaro indaga su Salerno contro la legge (su Salerno è competente Napoli).

Insomma avrebbero torto tutti: De Magistris, i suoi persecutori e chi li ha scovati.

Come scrive su Repubblica il superprocuratore coi baffi, “nessuno si salva”. Anche perché “le inchieste di De Magistris sono state valutate da gip, Riesame e Cassazione: sempre De Magistris ha avuto torto”.

Ma non è vero: delle tre inchieste che han suscitato il putiferio, due – Poseidone e Why Not – sono state scippate al pm dai suoi capi in corso d’opera; la terza – Toghe lucane – è dinanzi al gip con una raffica di richieste di giudizio.

Se poi De Magistris fosse un pm incapace sempre bocciato dai giudici, non si vede perché levargli le indagini anziché lasciarle bocciare dai giudici.

Ma la manovra è chiara: De Magistris “deve” avere torto, e così chi ha le prove che ha ragione.

Nessuno – salvo noi e il Carlo Federico Grosso sulla Stampa – denuncia l’abominio dei pm di Catanzaro che indagano i pmdi Salerno che indagano
su di loro.

Vien da rimpiangere il Minculpop: allora i titoli dei giornali li dettava direttamente il regime.

Ora non ce n’è bisogno: si obbedisce agli ordini ancor prima di riceverli.

Giordano, direttore del Giornale, si incazza perchè qualcuno lo definisce “politicamente schierato”. Premio faccia di bronzo.

Oggi durante una trasmissione televisiva ( L’italia allo specchio- Rai 2) Mario Giordano, direttore del Giornale, intervenuto in un dibattito per ripetere a pappagallo quello che poche ore prima aveva detto il premier ( cioè che non si deve parlare troppo della crisi economica per non alimentare il panico) si è fortemente risentito con uno dei partecipanti al dibattito che si era permesso di definirlo “politicamente schierato”.

Non l’avessi sentito con le mie orecchie non ci crederei.

Assomiglia al suo “datore di lavoro“: è una faccia di bronzo e crede che tutti gli italiani siano stupidi.

Davanti al paese gli interessi del premier ( autocitazione)

Scrive Mario Giordano, Direttore del IL Giornale, che gli piacerebbe poter parlare di di sicurezza, casa, benzina, rifiuti, ecc. se non fosse per quella parte del paese che costringe a discutere ancora, come in un “melanconico dejà vu” di argomenti come giudici e politica, toghe di sinistra, nodi e lodi Schifani, magistrati in rivolta.
Paradossalmente le stesse parole potrebbero stare in testa ad un articolo dell’Unità sullo stesso tema.
Il problema a questo punto è capire chi sia in difetto:
Gli italiani che in grande maggioranza, sia a destra che a sinistra, vorrebbero che il governo si occupasse di cose serie e urgenti?
L’opposizione che, pur desiderosa di confrontarsi con il governo sui problemi veri del paese, non ha ancora abbastanza stomaco per digerire l’indecenza delle proposte del premier in tema di giustizia?
Oppure, piuttosto, Berlusconi che, anche a rischio di interrompere il dialogo con l’opposizione, continua a mettere in cima alla lista dei problemi da affrontare i suoi processi e le sue tv?
Unità- pagina delle lettere 20 giugno 2008

Capezzone scodinzola nella casa di Padron Silvio ( felice epilogo di una triste vicenda di abbandono)

Kimba.thumbnail.jpg

Eravamo tutti in pena per Daniele Capezzone.

Ci chiedevamo come avrebbe fatto.

Dopo aver ricevuto il calore di una casa accogliente, fino a diventarne il piccolo principe, essere abbandonato così…

Una vicenda che francamente ci stringeva il cuore.

Ma si sa come va il mondo.

Poco alla volta, le vicende degli altri, per quanto toccanti, finiscono per sbiadire ed essere dimenticate.

Anche perchè, in fondo, queste vicende di abbandono sono così frequenti che non fai a tempo di appassionarti ad una storia che subito, nel giornale della mattina successiva, ne leggi un’altra.

Ultimamente avevo dimenticato Daniele per la commozione suscitatami da Kimba, una dolcissima cagnetta di razza bretone di taglia medio piccola, ritrovata a Sanremo .

Ma non è solo per via dell’arrivo alla ribalta di nuove storie lacrimevoli di abbandono che avevo smesso di preoccuparmi dell’ex segretario.

Avevo smesso di preoccuparmi anche perchè lo sapevo pronto d’ingegno, vigile ( quindi in grado di difendersi dai pericoli) simpatico, giocherellone, un po’ ruffiano, insomma, quindi capacissimo di trovarsi in fretta un altro padrone.

cane_abbandonato.jpg

E così è stato.

Adesso Daniele è felice nella nuova casa.

Basta leggere qui l’articolo di Giancarlo Perna sul Giornale per capire che è stato accolto da un padrone amorevole, pronto ad accudirlo nel modo migliore e forse a restituirgli quel ruolo di piccolo principe che aveva avuto nella sua vecchia casa.

Ecco alcuni brani significativi dell’articolo:

Cortese per natura, Daniele Capezzone è oggi ancora più premuroso. È tutto un cedermi il passo, invitarmi a sedere, sorridere aggraziato. Elegante e ben curato da anni, è addirittura da passerella oggi nell’abito blu. In meno di due mesi dal suo ingresso nel Pdl, l’ex segretario radicale è già il berlusconiano tipo: glamorous & fashionable.

«Io sono una bestia strana. Sono un politico che si dimette. Ho lasciato Pr e presidenza della Commissione Attività produttive quando Prodi era bene in sella. Non ho guardato alla convenienza. Ho mollato, punto. Alle ultime elezioni non mi sono neanche candidato»

«Io sono un ragazzo fortunato che a 35 anni ha potuto fare tantissime cose anche grazie al Pr. Ho imparato che la ruota gira. A volte ti telefonano ogni due minuti, altre non ti si fila nessuno. Importante è restare sereni e fare ciò in cui si crede».

«Berlusconi è stato il primo a sorridere affettuosamente di qualche battuta birichina che ho fatto su di lui in passato».

«Mi sono schierato con chi è più credibile sul terreno dell’economia liberale e della riduzione delle tasse».

«Spero, nel mio piccolo, di favorire la maggioranza dicendo cose utili, liberali, non scontate».

Siamo felici per Daniele.

Ancora una volta una storia di abbandono, si è conclusa con una adozione.

Ci piace pensare a Daniele, che scodinzola nella nuova casa, mentre il suo nuovo padrone “sorride affettuosamente” per le sue “birichinate”

La corazzata Mimum ( c’è sempre qualcuno che fa per te il lavoro sporco)

Come ogni mattina guardo la rassegna stampa del tg5.

L’articolo di testa, in tutti i i giornali, riguarda il ritrovamento dei cadaveri dei due poveri bambini di Gravina di Puglia scomparsi da tempo.

Tranne che per due giornali: Il Giornale e Libero

Che, come sempre, sono presentati alla fine della rassegna stampa, in ossequio alla teoria, di cui il direttore del tg5 Mimum è il massimo alfiere, secondo la quale ciò che è presentato in coda al servizio convince di più di quello che viene raccontato all’inizio.

Di cosa parlano i due giornali stamattina?

Del pessimo affare che ha fatto Veltroni imbarcando i radicali.

Il pretesto è l’articolo di Famiglia Cristiana che ha definito il Pd «un pasticcio veltroniano in salsa pannelliana».

Il titolo del Giornale è Quei cattolici prigionieri.

Quello di Libero è “La cretinata di Veltroni”.

Nel frattempo Berlusconi racconta in giro che sta facendo una campagna elettorale all’insegna del fair play.

Io penso che, come sempre, quando si hanno grandi mezzi, c’è sempre qualcuno disposto a fare per te il lavoro sporco.

E sogno di svegliarmi almeno per un giorno nella Spagna di Zapatero, dove nessuno dei candidati in corsa oer la leadership nazionale possiede mezza televisione.

Dove nessuno pensa che i cattolici siano prigionieri di qualcun altro.

Flickr image

Ma c’è anche qualcuno che gli dice di stare zitti quando esagerano.

Negare asilo

Il Tribunale civile di Milano dà ragione alla madre di una bambina, marocchina, che si vedeva negato l’asilo dopo che, licenziata perché di nuovo incinta, non aveva ottenuto il permesso di soggiorno.

Bocciata perché «discriminatoria» la circolare del sindaco Moratti che impone queste regole già bocciate dal governo Prodi.

Flickr image

Nel frattempo il giornale di famiglia del Cavaliere- e le tv che ne propagandano il pensiero- alimentano la xenofobia con titoli che non si sa se definire grossolani o addirittura deliranti.

Leggo sul “Giornale” di stamattina e sento citare ripetutamente dalla rassegna stampa di Canale 5 il seguente titolo:

Il giudice: aprire le materne ai clandestini.

L’euforia con la quale alcuni degli esponenti della destra più retriva salutano quella che ritengono l’inevitabile nuova ascesa al potere dei loro rappresentanti mi deprime perchè non posso fare a meno di leggerci l’ansia di imporre un ordine nuovo.

Che però puzza d’antico.

Dietro le dichiarazioni concilianti di facciata, sento ringhiare la ferocia di un vecchio oltranzismo.