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Veronica e i servi del Re.

31 dicembre 1986 (ore 20,52)
Marcello Dell’Utri parla con Berlusconi.
B: Iniziamo male l’anno!
D
. Perché male?
B. Perché dovevano venire due di Drive In e ci hanno fatto il bidone! E anche Craxi è fuori della grazia di Dio!.
D. Ah! Ma che te ne frega di Drive Inn?
B.
Che me ne frega? Poi finisce che non scopiamo più! Se non comincia così l’anno, non si scopa più!
D.
Va bene, insomma, che vada a scopare in un altro posto!

Un mese prima : dialogo tra Fedele Confalonieri e Marcello Dell’Utri.
Parlano di Veronica
Fedele : Guarda, ha fatto una scena di gelosia stasera, che era commovente. Io mi sono commosso per Silvio!
D: (Ride)
Fedele: Davvero, ho detto: guarda che bello avere cinquant’anni ed avere ancora delle scene di gelosia!
D. Il massimo della gratificazione!

Insomma siamo nel 1986. Berlusconi, allora cinquantenne, ha da pochi anni sposato Miriam Bertolini, in arte Veronica Lario, e ne ha già avuto due filgli.
Ma, come dimostrano queste intercettazioni, il Cavaliere corre instancabilmente la cavallina.

Maggio 2009 Dopo decenni di tradimenti, Veronica decide che ne ha abbastanza e molla Silvio, nella maniera più clamorosa possibile, punendolo nel modo più pesante, cioè nella cosa a cui tiene di più, la sua immagine.
I giornali del premier si lanciano contro di lei per sbranarla.
La colpa è sua.
Ha pazientato per anni.
Perchè smettere proprio adesso?
Ragionano così i servi del re.

Effetto Veronica: le Veline in lista c’erano, Silvio le fa cancellare nella notte.

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Martedì 27 aprile: Ecco cosa scrive il Giornale ( che fu di Montanelli e adesso è’ guidato da Mario Giordano) sulle candidature alle europeee del PdL:

Continuano le polemiche sulla presenza di volti noti della televisione e dello spettacolo senza nessuna esperienza politica, che la settimana scorsa hanno partecipato al seminario per diventare europarlamentare organizzato dal Pdl nella sede nazionale di Forza Italia. Tra le “iscritte” al corso di formazione, viene ancora data in pole position nella circoscrizione elettorale Sud Barbara Matera, l’ex annunciatrice Rai, che ha partecipato nel 2000 all’edizione pugliese di Miss Italia. Rumor e pettegolezzi In questi giorni i rumor davano in lizza per lo scranno a Strasburgo anche Angela Sozio, “la rossa” del Grande fratello, e l’attrice Camilla Vittoria Ferranti, ma le loro quotazioni sono in ribasso, mentre l’avrebbe spuntata Eleonora Gaggioli al Centro

Il giorno dopo, sempre sul Giornale prende la parola Maria Giovanna Maglie per contestare l’articolo di Sofia Ventura apparso su FareFuturo, la rivista che ha come politico di riferimento Gianfranco Fini, contro le candidature prelevate dal mondo dello spettacolo. Che dice la Maglie:

Forse è un attacco preciso ai nomi delle possibili candidate del Pdl alle prossime elezioni europee. Nei giorni scorsi, infatti, si è saputo che potrebbero essere inserite in lista per un posto a Bruxelles Angela Sozio, ex partecipante alla terza edizione del Grande Fratello, Barbara Matera, attrice in «Carabinieri», Camilla Ferranti, ex tronista di «Uomini e donne», ed Eleonora Gaggioli, attrice di fiction televisive.

Perchè cito questi due articoli?

Perchè sono la prova che le dicerie sulle candidature delle “veline” non le hanno messe in giro solo i giornali della Sinistra, come sostiene Silvio Berlusconi, ma anche quelli di destra.

Ma cosa scrive oggi il Giornale di Famigli(a)?

Ecco cosa scrive Maria Givanna Maglie:

Dalla lettura finalmente ufficiale, e fuori dai malevoli gossip, delle candidature femminili alle elezioni europee, apprendiamo che molto fu fumo, e chiacchiere, e le consuete leggende metropolitane sul Cavaliere del cialis.

Molto fu fumo? E chi ha provveduto, insieme agli altri a diffondere quel fumo se non, tra gli altri, come dimostrano gli articoli di pochi giorni prima, Il Giornale stesso e Maria Giovanna Maglie in persona?

Il fatto, come risulta leggendo i giornali che raccontano i fatti per come sono accaduti e non per come il premier vorrebbe fossero raccontati, è un altro.

Quelle candidature indecenti c’erano.

Il premier le ha fatte trapelare apposta per “vedere l’effetto che fa”  ( ormai conta a tal punto sull’indifferenza morale del paese e sulla propria popolarità da non trattenersi più su nulla).
I giornali che lo sostengono, come dimostra l’articolo della Maglie, erano pronti a dufendere quelle canddidature  a spada tratta, come dimostra già da solo il titolo dell’articolo della Maglie dell’altro ieri:” I pensatori di Fini mettono il burqa alle donne in politica”.

Poi, siccome il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi, all’ultimo momento questo ennesimo capitolo della mignottocrazia ( per usare il termine coniato da Paolo Guzzanti) c’è stato risparmiato.

Veronica ( oggi lapidata da “Libero” con una volgarità da caserma) ha deciso di uscire allo scoperto e Silvio è stato costretto a correre ai ripari, dando ordine di “ripulire” le liste.

Bisogna cui si è provveduto affannosamente nel corso della notte, praticamente  in limine mortis, visto che ieri era l’ultima data utile per la presentazione delle candidature.

I collaboratori di Berlusconi , che avevano cercato di dissuaderlo dalle scelte più imprudenti, tirano un sospiro di sollievo e ringraziano la “signora”.

Non nuovo ad imprudenti uscite off records Ignazio La Russa, non accorgendosi di un giornalista in ascolto, si lascia infatti andare ad una battuta rivelatrice : “Noi tre ( si riferisce a se stesso e agli altri due coordinatori del Pdl) abbiamo lavorato bene, ma c’è una signora che ha lavorato meglio di noi”

Questa Italia ci ha rotto i coglioni!

berlusca-ridensMichele Brambilla su “Il Giornale” di stamattina contesta a Beppino Englaro il diritto di dire la sua sulla legge in corso di approvazione in parlamento sul testamento biologico.

Ecco cosa dice l’illustre giornalista: “Beppino Englaro ha sempre detto che, morta (anzi, «liberata») Eluana, sarebbe sparito. Non avrebbe più detto niente. Né tantomeno avrebbe usato politicamente la sua vicenda. «Il silenzio, voglio solo il silenzio», ha sempre chiesto anzi invocato, fin dal giorno in cui sua figlia è entrata nella casa di riposo La Quiete di Udine. Per anni, Englaro ha detto che l’unico scopo della sua vita era quello di dare esecuzione alla volontà di Eluana, la quale mai avrebbe voluto essere tenuta in vita in simili condizioni. Ottenuta giustizia per sua figlia, si sarebbe ritirato in buon ordine.[…].Padronissimo di cambiare idea, signor Englaro, ma vuole spiegarci perché ha deciso di non rispettare la consegna del silenzio?

Cicchitto esprime un commento sul nuovo segretario del Pd

‘Dispiace che l’on. Franceschini, per provare a galvanizzare delle truppe giustamente provate ed angosciate, non abbia trovato nulla di meglio e di originale che cavalcare, ancora una volta, le versioni piu’ rozze dell’antiberlusconismo, inventandosi che c’e’ una dittatura alle porte che va bloccata ad ogni costo”.

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Due esempi, tra i tantissimi, di come stia montando, in certi ambienti politici e giornalistici l’insofferenza per ogni manifestazione di pensiero che non sia riconducibile al Pensiero Unico.

Chi sta al potere non sopporta il dissenso e non si prende la briga nemmeno di spiegare le sue giravolte intellettuali.

Berlusconi, ad esempio, non spiega perchè su Eluana ha cambiato idea. Pensava che la sua fosse una vicenda privatoa rispetto alla quale era meglio che lo stato si facesse da parte . Legittimo cambiare idea, ma anche necessario, per chi ha un ruolo di altissima responsabilità, spiegare perchè.

Ovviamente Michele Brambilla si guarda bene dal chiederglielo.

Si limita a ricordare a Beppino Englaro la sua promessa di star zitto.

Con lo stesso sarcasmo con il quale si ricordava a Veltroni la promessa che aveva fatto a se stesso di andare in Africa.

In quanto a Cicchitto, nessuno è stato più martellante e livoroso di lui, a prescindere dai temi all’ordine del giorno e dai provvedimenti presi, nei confronti dei passati governi di centrosinsitra, Adesso nessuno è più implacabile di lui nei confronti di chi attacca il governo in carica.

Insomma c’è un articolo della Costituzione che in questo momento dà più fastidio di altri.

Ed è l‘articolo 21, quello che parla della libertà di pensiero.

Chiudo citando una canzone che forse avrebbe meritato di vincere il Festival di San Remo ( che invece è andato agli Amici di Maria), quella di marco Masini.

La citazione è questa: “Questa Italia ci ha rotto i coglioni!”

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“Il direttore del Giornale? Un paranoico.”: quando la dialettica politica diventa guerra d’insulti.

giordanoMario Giordano è il direttore di un giornale, che fu IL GIORNALE di Montanelli.

Cioè di un giornale che aveva una tradizione liberale e un carattere intransigente.

Cos’è diventato adesso ? A me sembra un giornale di pretoriani in livrea, pronti a tutto pur di difendere il premier e di attaccare quelli che osano criticarlo.

Particolarmente stomachevole tra le tante è stata la campagna“Telecom Serbia” contro Prodi gestita con mesi di titoloni in prima pagina.

Un malfattore con precedenti per truffa, il sedicente conte Igor Marini, raccontava ai magistrati e ad una Commissione parlamentare  una fantomatica tangente relativa all’affare Telecom Serbia.

Il Giornale, allora diretto da Belpietro, approfittò dell’occasione per attaccare Prodi e  non mollò la presa per mesi,  continuando  a sparare titoloni sulla vicenda, per poi farla sparire del tutto, quando la  notizia da dare c’era ed era quella dell’incriminazione per calunnia del mitomane.

Ma è solo un esempio.

Lo zelo con il quale questa testata asseconda Berlusconi e attacca tutti coloro che lo criticano continua ad essere sfrenato anche adesso che il foglio è diretto da Mario Giordano.

Giovane promessa del giornalismo, ormai sulla strada per diventare quello che diventano prima o poi inesorabilmente ( secondo Gigi Proietti) tutte le giovani promesse, Mario Giordano si infuria quando lo si definisce il direttore dell’house organ di Arcore.

E si inf uria ancora di più oggi che nel sito dell’Italia dei Valori qualcuno lo definisce un paranoico.

Pensavo che avesse ragione, almeno questa volta ( prima o poi capita  a tutti, statisticamente).

Accusare il direttore di un giornale avversario di essere come si diceva una volta “servo dei padroni” è antica tradizione: sono abbastanza vecchio da ricordare gli editoriali di Fortebraccio sull’Unità che un giorno sì e uno no attaccava il direttore de Il Resto del Carlino chiamandolo Girolamo Domestici ( invece che Modesti).

Ma accusare di infermità mentale un avversario politico mi sembrava una mossa eccessiva…

Poi sono andato a leggere l’articolo apparso sul sito dell’Italia dei Valori e confermo:  Mario Giordano un po’ paranoico lo è .

L’articolo( v. sotto)  gli dà del paranoico, in effetti, ma in un contesto chiaramente ironico. C’è più satira che insulto, presa per i fondelli che calunnia in quell’articolo.

Ma Giordano si butta sul pavimento e grida allo scandalo: mai si era arrivati a tanto, dice.

Non si smentisce mai. Pronto ad offendere, ma ancora più pronto  ad offendersi.

In quanto a Di Pietro, ce n’è anche per lui.

Farebbe bene ad ospitare nel sito dell’Italia dei Valori anche qualche risposta alle domanda che il Giornale gli ha fatto nei giorni scorsi.

Se vuole essere il paladino di tutti noi contro la illegalità, si accomodi, non aspettiamo altro.

Però vogliamo che lui sia assolutamente immacolato.

Di politici ipocriti, che fanno le vergini dai candidi manti ( con quel che ne consegue per chi conosce i poemi goliardici) ne abbiamo già fin troppi.

P.S. Pubblico qui l’articolo apparso sul sito dell’Italia dei Valori, così ognuno può farsene in’idea:

IL PARANOICO DIRETTORE di Luigi Li Gotti


Ho riflettuto sulla paranoia e ho cercato di documentarmi consultando un buon manuale di psichiatria. La paranoia è «un’anomalia costituzionale che rimane latente in gioventù e si manifesta col maturare degli anni rivestendo la forma di un delirio a lenta evoluzione, coerente e fanatico (…) L’intransigenza nei giudizi, la critica velenosa, la superbia smodata, la tendenza ai litigi e alla ritorsione giganteggiano, alimentando alla base il delirio di persecuzione o di rivendicazione».

La paranoia è un’infermità mentale caratterizzata da «quadri di delirio sistematizzato». In psichiatria forense, la paranoia esclude «la capacità, se non di intendere, certo di volere: perché la volizione e quindi l’azione del malato sono coartate dall’idea delirante che prevale». Insomma i paranoici sono persone abbastanza pericolose per sé e per gli altri.

Si racconta in giro, infatti, che il direttore de Il Giornale, Mario Giordano, abbia sofferto moltissimo la festività del Capodanno, a causa della quale i giornali non sono usciti. Si racconta che il suddetto direttore Giordano, volesse stamparsi, solo per sé, una speciale edizione del Giornale per il primo dell’anno, quando le edicole erano chiuse, interamente dedicata ad Antonio Di Pietro. Avrebbe infatti molto sofferto per la disumana costrizione d’astinenza determinata dalla festività.

Ci dispiace. Il sapere che un uomo soffre, mentre il mondo gioisce, turba umanamente. Si racconta pure che, avendo appreso che Silvio Berlusconi aveva offerto ai suoi ospiti di Villa Certosa, ben mezz’ora di fuochi d’artificio, tali da “illuminare il cielo della Costa Smeralda”, il direttore Mario Giordano sia andato in furiosa escandescenza (al punto da rischiare di diventare lui stesso un gioco pirotecnico), urlando odio e disappunto per feste e festaioli. Fortunatamente per lui, il 2 gennaio, le edicole sono state riaperte e così, per il decimo giorno, il paranoico direttore, ha potuto dedicare il titolo a tutta prima pagina, ad Antonio Di Pietro.

Siamo preoccupati anche dalla notizia che i giornalisti, prime vittime del direttore, sarebbero stati colti, pur se a gerarchie invertite, dalla sindrome che ben venne descritta nei films della Pantera Rosa e che colpiva l’ispettore capo Dreyfus a causa delle azioni dell’ispettore Jacques Clouseau. Comunque, tolta l’umana comprensione per il malato, ci stiamo divertendo moltissimo. Possiamo, felici, dire anche noi “domani è un altro giorno”. Per favore direttore Giordano, non ci deluda.

Governa ipocrita sul caso Englaro, lo sostiene perfino Filippo Facci sul Giornale

Alcune considerazioni sul caso Englaro:

Ieri la Corte Costituzionale ha dichirato inammissibile il ricorso di Camera e Senato: i due rami del Parlamento sostenevano che la magistratura ordinaria non può pronunciarsi sulla vicenda perchè  il potere legislativo non l’ha regolamentata.

Va detto che questo ricorso, lo sapevano bene coloro che lo hanno presentato, era già perso in partenza.

Il fatto che non esista una legge ordinaria sul testamento biologico (non viene autorizzato, ma nemmeno espressamente vietato)  secondo alcuni lascia aperta la strada dell’ articolo 32 della Costituzione.
Che dice l’articolo 32?
Sancisce il diritto a rifiutare qualsiasi trattamento terapeutico. Se il vuoto legislativo c’e’, comunque, occorre dire che esso riguarda le modalita’ per rendere piu’ semplice ed efficace l’esercizio di un diritto individuale. Ma dire che questo diritto non è esercitabile per il semplice motivo che non esiste una legge ordianria che ne “organizzi ” le modalità di attuazione è come sostenere che senza una legge ordinaria del Parlamento, la inviolabilita’ del domicilio (art. 14) o la liberta’ religiosa (art. 19) non possano essere considerati diritti applicabili.

Perchè  il centro destra ha presentato il ricorso se era  quasi certo della sconfitta?

La questione e’ semplice ed il calcolo politico abbastanza banale. Quando il Governo Prodi ha proposto leggi o provvedimenti su questioni ‘sensibili’ come i Pacs, le quantita’ massime di possesso di cannabis, sulle linee guida della legge 40, etc., la maggioranza si e’ sempre spaccata (o perlomeno, si sono distinti i cosiddetti teodem, Binetti & Co.). E proprio in quella spaccatura si sono sempre efficacemente inserite l’allora opposizione e le gerarchie vaticane.
Perche’ correre oggi un rischio del genere? Meglio sventolare la bandierina sul caso Englaro. E’ vero, la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso come era arciprevedibile. Ma il popolo delle liberta’, incolpando di nuovo i giudici per la sconfitta, potra’ vantarsi di aver condotto fino alla fine una battaglia per l’affermazione dei cosiddetti ‘valori cristiani’.

Insomma, sollevare il conflitto di attribuzione e’ stata un’operazione politica a costo zero e guadagno assicurato.
E un formidabile atto di ipocrisia.
Ce lo dice perfino Filippo Facci sul Giornale di stamattina:
Lo so che il Giornale sul caso Englaro ha la sua linea: ma chiedo di poter dire ugualmente quanto abbia trovato sconcertanti un paio di uscite purtroppo governative.
Eugenia Roccella, dopo la pronuncia della Consulta, ha detto che il problema «è l’espansione dei giudici e la loro invadenza di campo» perché «in Italia le leggi le fa il Parlamento e i giudici dovrebbero applicarle».
Gaetano Quagliariello nondimeno ha definito «pilatesca» la decisione della Consulta e ha detto che «legiferare diventa ancora più urgente».
Cioè: ma di che state parlando? Siete voi che la legge non l’avete mai fatta, siete voi che non volevate assolutamente farla, siete voi che sino a mezz’ora fa non volevate neppure sentir parlare di testamento biologico e urlavate «eutanasia» a ogni tentativo di farlo. È l’ipocrisia della politica italiana, unica in Europa, che ha lasciato dolosamente scoperti gli spazi di cui la magistratura non ha potuto non occuparsi: e ora venite a dirci che ci vuole una legge? Dopo che per anni ve l’hanno chiesta la società civile, i medici, tutti i livelli della magistratura, il Consiglio superiore di sanità, persino qualche politico? Dopo che la società e i medici, aspettando voi, per anni, se la sono cavata segretamente da soli con tutte le Englaro e i Welby lontani dai riflettori? E sarebbe la Consulta a essere pilatesca?
Non dite che ci vuole una legge: fatela.

Mario Giordano, direttore del Giornale, professione corista.

Ci sono giornalisti che raccontano i fatti.

Pochi.

Ci sono giornalisti che riportano le dichiarazioni dei politici, soprattutto di quelli della parte politica per la quale simpatizzano.

E poi ci sono i coristi, quelli che hanno un copione scritto da qualcun altro e la ferma volontà di non scostarsene.

“Ci va carattere e solitudine per far la musica, la buona musica” dice in una delle sue canzoni Paolo Conte.

La stessa cosa vale per il buon giornalismo.

Che espone tuttavia a grossi rischi.

Meglio essere in gruppo, far parte del coro.

Vero, Giordano?

Trascrivo sotto, in corsivo, alcune frasi di un recente articolo del Corifeo su Alitalia.

Riprende pari pari le versioni di comodo fornite dal governo sulla vicenda, senza allontanarsene di un millimetro.

Come sempre.

Un perfetto corista.

Ultimamente, con alcuni pensosi articoli, la sinistra ci ha accusato di semplificare la realtà. A parte il fatto che è sempre meglio semplificarla che stravolgerla, come fanno loro, resta che la vicenda Alitalia negli ultimi giorni appare contorta solo a chi non vuol vedere. Per la verità, infatti, è stata lineare: quando si è arrivati sul punto di chiudere, il segretario della Cgil Epifani s’è esibito in un salto carpiato doppio e ha fatto saltare tutto su ordine di Veltroni, che temeva l’ennesimo successo del governo, ancora più sfolgorante di fronte alla sua transoceanica pochezza. Poi però la Cgil si è trovata in un vicolo cieco: il giochino era stato smascherato, il fallimento sarebbe caduto tutto sulle sue spalle. Intanto all’interno del Pd il malumore montava come la panna nei profiterol e le voci di dissenso uscivano allo scoperto. Walter non ha retto, ha compitato una patetica letterina, e ha capitolato. Epifani, di conseguenza, pure: è tornato a Canossa e con quella faccia un po’ così, da Harrison Ford all’amatriciana, ha firmato l’accordo che pochi giorni prima aveva schifato. Senza ottenere nulla in più. Ma proprio nulla.

Walter scrive, Silvio lo manda a stendere.

Veltroni scrive al premier per offrirgli la disponibilità dell’opposizione a trovare insieme una soluzione per Alitalia.

“Banalità”, gli risponde, imbeccato dal suo dominus, il portavoce di Palazzo Chigi Bonaiuti.

“Walter ha fatto il compitino “scrive l’house organ di Silvio, Il Giornale.

Trovo ridicolo questo fuoco di sbarramento su Veltroni.

Fino ad ieri lo si accusava di remare contro, adesso che scende in campo per testimoniare la volontà di salvare la compagnia, lo si manda a stendere.
Il fatto è che la vicenda Alitalia Silvio la considera “cosa sua” e lo innervosisce il solo pensiero che l’intervento di Veltroni possa servire a sbloccare le rigidità di Epifani, facendo sospettare a qualcuno che anche il Pd ha recitato un ruolo attivo nella vicenda.
Come al solito privilegia la sua immagine e il suo tornaconto elettorale.

Ma le bugie sono come lui: hanno le gambe corte…

Senato, proposte indecenti

Scrive Mario Giordano oggi sul Giornale :

Oggi a noi piacerebbe un sacco parlare di sicurezza, di casa, di benzina, di rifiuti, persino di Alitalia (in effetti: che fine ha fatto Alitalia?).

Oggi a noi piacerebbe parlare di imprese senza burocrazia, lotta ai fannulloni, misure formato famiglia, economia da liberalizzare.

E ci pesa un po’ trovarci qui, malinconicamente immersi nel déjà vu, a discutere invece di giudici e politica, toghe di sinistra, nodi e lodi più o meno Schifani, Anm sulle barricate.

Paradossalmente le stesse identiche parole potrebbero stare in testa ad un articolo dell’Unità sullo stesso tema.

Il problema a questo punto è capire chi sia in difetto:

Gli italiani che in grande maggioranza vorrebbero che il governo si occupasse di cose serie e urgenti?

Berlusconi che, anche a rischio di interrompere il dialogo con l’opposizione, continua a mettere in cima alla lista dei problemi da affrontare i suoi processi e le sue tv?

L’opposizione che, pur desiderosa di confrontarsi con il governo sui problemi veri del paese, non ha ancora abbastanza stomaco per digerire l’indecenza delle proposte del premier in tema di giustizia?

Una cosa è certa.

Siccome siamo in democrazia, non mi sembra il caso di prendersela con gli elettori ( soprattutto quando. eccezionalemte, sia a destra che a sinistra la pensano allo stesso modo).

Restano come indiziati Berlusconi e l’opposizione.

Siccome Berlusconi è stato eletto dal popolo, dirà qualcuno, la colpa è dell’opposizione. Che palle questi moralisti di sinistra, che cosa gli costa, in fondo? Lascino perdere questa battaglia così distante dalle necessità dei cittadini e la diano vinta al Premier.

Accettino nuove regole del gioco: chi è eletto dal popolo può:

1) proporre un decreto al Presidente della Repubblica sul tema della sicurezza;

2) infarcirlo di disposizioni nuove che di fatto dissestano completamente l’amministrazione della Giustizia

3) scrivere al Presidente del Senato una lettera in cui con inedita arroganza cerca di far risalire la ratio di queste disposizioni alle esigenze della collettività e non ai propri interessi personali ( mai excusatio non petita fu più sospetta di questa!).

Leggendo quello che scrive Giordano, non sono possibili dubbi: la colpa è dell’opposizione, che, poco realisticamente, e con ostinazione degna di miglior causa, non si rassegna ad accettare un fatto a tutti noto.

Il fatto che siamo ormai, dal punto di vista politico, diventati un paese del terzo mondo ( con tutto il rispetto per il terzo mondo).

La prevalenza del cretino ( omaggio a Maurizio Gasparri)

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Scrive Filippo Facci sul Giornale di oggi:

Se Maurizio Gasparri resistesse dallo sciorinare opinioni non fondamentali su tutto, prolifico come un Pecoraro Scanio della destra, più di tanto non soffriremmo. Il suo promettere, come prima battuta a caldo, che «parlerò degli stili di vita di Bettini», e che «potremmo mandare Veltroni in Africa e Bettini in Thailandia», ecco, ci rendiamo conto: sono battute davvero irresistibili. Ma ci saremmo sforzati di resistere.Gasparri non resisterà alla tentazione.

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Non condivido quasi mai quello che scrive Filippo Facci, ma su Gasparri non ho difficoltà a dargli ragione.

Di Gasparri mia moglie dice: questo è un disonesto o un cretino.

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Io le rispondo: sull’onestà di Gasparri metterei la mano sul fuoco.

Chi di Porcellum ferisce di Porcellum perisce ( le manovre per puntare alla parità in senato)

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Cresce il nervosismo in casa Berlusconi per l’eventualità del pareggio al senato.

Il Giornale di oggi avanza un sospetto sulle strategie che il Pd sta mettendo in atto per favorire Bertinotti e Casini in modo da aiutarli a raggiungere il quorum in Regioni dove normalmente non lo prenderebbero.

Ecco cosa dicono nel Giornale di Famigli(a)

Prima opzione di voto disgiunto: perché in una Regione rossa dove il premio di maggioranza è certo, non far convergere i voti eccedenti su Casini, aiutandolo a superare il quorum per Palazzo Madama?
Seconda opzione: in regioni come la Lombardia, dove il Pdl ha più voti di quanti necessari per il premio di maggioranza, e la sinistra rischia di mancare il quorum, il Pd potrebbe rinunciare ad un senatore per toglierne tre al Pdl, dandone così quattro a Bertinotti. ”

Insomma, secondo il Giornale, Uolter starebbe tirando fuori le unghie e i guastatori del Pd starebbero giocando sporco per utilizzare al meglio ( anzi al peggio) il Porcellum.

Che pensare?

Non mi meraviglio di niente.

D’altronde era ovvio che lasciando in vita una legge del genere si sarebbe arrivati a questo.

Il Giornale di Famigli(a) dimentica questo piccolo particolare. Non accenna minimamente al fatto che questa legge elettorale è nata per fregare l’avversario chiunque esso sia e impedire la governabilità del paese. E ovviamente dimentica di ricordare che c’è stato qualcuno che se ne è altamente fregato della governabilità del paese.

A brigante brigante e mezzo, diceva Pertini .

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Qui potremmo dire : a Porcellum Porcellum e mezzo.

Oppure : chi di Porcellum ferisce di Porcellum perisce.