Deborah
mia Deborah
ascoltami ti prego ascoltami
da quando hai detto che
non vuoi piu’ bene a me
da quando hai detto che
lunghe ali di fuoco han coperto la luna
sopra di me
e sui banchi di sabbia corro piangendo
cercando te
e vedo gli occhi di ghiaccio
e vedo gli occhi di ghiaccio
innamorati di me ( Festival di Sanremo – 1968)
Debora Serracchiani non era anora nata quando Fausto Leali cantava la canzone della quale riporto sopra alcuni versi.
E’ la storia di un amore che finisce e lascia stordito colui che viene lasciato che corre piangendo sulla sabbia e quando guarda la sua innamorata vede gli occhi che una volta lo guardavano con calore trasformati in pezzi di ghiaccio.
La canzone mi è tornata in mente ripensando alla Serracchiani.
Anche per lei era scattato un colpo di fulmine: media, opinione pubblica, militanti del pd, antiberlusconiani semplici e di complemento erano rimasti folgorati da questa giovane avvocatessa dal viso pulito.
“Finalmente una che ha le idee chiare, che non ricorre ad acrobazie verbali per farci capire tutto e il contrario di tutto, che fa scelte nette. Ecco quella che ci vuole per dare un’immagine nuova e fresca al partito d’opposizione” Questo molti di noi avevano pensato ( e molti di noi, me compreso, pensano ancora).
Poi c’è stato l’incidente dell’intervista.
Sono in lizza due candidature ( la terza, quella di Marino, non era ncora stata ufficializzata), ilgiornalista chiede a Debora: “Tra Bersani e Franceschini lei chi preferisce?”.
Debora non fa una piega e , fedele al suo personaggio di donna schietta e poco incline alle scappatoie, va giù dritta con la risposta “scandalosa”:
“Scelgo Franceschini perchè mi è più simpatico. Bersani è un uomo d’apparato”
E’ bastata questa piccola frase per scatenare il finimondo.
Soprattutto da parte dei media ( perchè il consenso popolare per il personaggio Serrracchiani resta altissimo).
La notizia del giorno è che la ragazza che buca lo schermo, il nuovo leader che molti vorrebbero alla guida del Pd, con una sola frase avrebbe detto due cose: una risibile ( “preferisco Franceschini perchè mi è più simpatico”) come se simpatia e antipatia non fossero sentimenti naturali) e una insensata (“Bersani è uomo d’apparato”, come se ad un certo livello non lo fosse qualsiasi leader di un certo peso, compreso Franceschini).
Qualcuno ha cercato anche di demolire Debora con una battuta: “Peccato che siano morti Totò e Tina Pica, anche loro erano molto simpatci, li potevammo candidare..”
Insomma dalle stelle alle stalle.
Dagli occhi innamorati agli occhi di ghiaccio.
Dubitiamo però che Debora stia correndo disperata per le dune.
Ha detto, come al solito, quello che pensava.
Sa che neanche Einstein ogni volta che parlava diceva una cosa geniale.
Per non parlare dell’incidenza statistica pesantissima delle fregnacce sul totale delle dichiarazioni di qualsiasi leader politico di maggioranza o di opposizione.
L’osservazione più pertinente, probabilmente, è quella che ho sentito ieri da mia moglie nella cucina di casa:
“Ormai la politica sta diventando come il calcio. L’allenatore vince una partita e tutti lo considerano un genio, ne perde un’altra e tutti sono pronti a dargli del bischero”