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Male non fare, paura non avere ( ancora sulle intercettazioni)

Scrivevo su questo Blog tempo fa sul tema delle intercettazioni:

Secondo me è come il famoso Comma 22. Nel 1961 uscì un libro che parlava dei piloti degli aerei di guerra americani. Il libro riportava i regolamenti cui i piloti erano soggetti, e fra questi due articoli contraddittori:

  • Articolo 12, Comma 1
    L’unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia.
  • Articolo 12, Comma 22
    Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.

Beh, anche per le intercettazioni dobremmo avere una specie di Comma 22.Che potrebbe suonare più o meno così:

L’unico che ha diritto ad non essere intercettato è la persona onesta.

Chiunque pretenda di non essere intercettato non lo è.

Dice oggi Marco Travaglio ( 2 settembre su Unità), fornendo perfette esemplificazioni al mio concetto:

“Se un estraneo alle indagini viene intercettato indirettamente a colloquio con un indagato, e non dice e non fa nulla di male, nell’eventualità che la conversazione venga pubblicata risulterà che s’è comportato bene.

E morta lì.

Il caso Prodi è emblematico: non è indagato, qualche sua telefonata col consulente Ovi (intercettato) viene ascoltata e finisce sui giornali, ma lui ci fa un’ottima figura: amici e i parenti che chiedevano favori non hanno avuto alcun favore. Tant’è che lui stesso ha chiesto di pubblicare tutto: una richiesta che può essere avanzata solo da chi se lo può permettere. Dunque, per dire, non Al Tappone.

Nell’inchiesta Abu Omar, la spia del Sismi Marco Mancini tenta di salvarsi dai magistrati raccomandandosi a due ex capi dello Stato, Cossiga e Scalfaro.

Cossiga, contattato direttamente, si mobilita subito attaccando e denunciando a Brescia i pm Pomarici e Spatato che indagano sul sequestro.

Scalfaro, contattato tramite un amico agente di scorta, non muove un dito: anzi fa sapere a Mancini che, se ha qualcosa da dire, lo riferisca ai magistrati, che lo ascolteranno. Forse che Scalfaro si lamenterà perché, pur non essendo indagato, ha visto pubblicate le sue conversazioni? No, perché s’è comportato bene, da vero uomo delle istituzioni.

Nell’inchiesta campana sui coniugi Mastella, il consuocero della coppia è accusato di aver pilotato il concorso per l’assunzione di geologi in un consorzio, vinto da alcuni somari raccomandati, grazie all’esclusione truffaldina di un giovane geologo molto competente, risultato il migliore all’esame e dunque bocciato.

Si chiama Vittorio Emanuele Iervolino (omonimo della sindaca di Napoli). Il quale non solo non è indagato, ma è addirittura vittima del reato. La sua vicenda finisce nelle intercettazioni e dunque, quando le carte diventano pubbliche, sui giornali. Lui potrebbe lagnarsi per il suo nome sbattuto in prima pagina. Invece è felicissimo. Non ha fatto nulla di male, anzi ha subìto un abuso e ora tutti sanno che era il più bravo. Tant’è che ha ricevuto diverse offerte di lavoro da aziende private (il settore pubblico quelli bravi non li vuole).

Fosse già in vigore la legge del Pd, non sapremmo nulla di lui, di Scalfaro, di Prodi. Ma sapremmo che sono stati intercettati o citati nelle intercettazioni senza conoscerle, così un alone di sospetto li avvolgerebbe ingiustamente per anni, fino al processo a carico degli indagati. Insomma, la vecchia normativa va bene così: la privacy è già tutelata dalla legge sulla privacy, il segreto investigativo e la reputazione già preservati dal Codice penale.

Se Al Tappone vuol intervenire, lo faccia senza proposte “migliorative” del Pd.

Più le sue leggi sono incostituzionali, più aumentano le speranze che la Consulta le rada al suolo.

Fare satira attraverso i manifesti elettorali

Un manifesto elettorale è di solito frutto di un grande sforzo.

Bisogna essere incisivi, colpire l’immaginazione dei fruitori, scegliere se possibile un solo tema tra i tanti considerati importanti dall’elettorato: la casa, il lavoro, la sicurezza ecc.
Bisogna essere autocelebrativi, ma evitare di apparire enfatici e pomposi.Questo è lo sforzo che richiede maggiore abilità.

Chi fa satira, poi, è sempre in agguato, pronto a ritoccare ( o “taroccare” come si usa dire) l’immagine o la frase che campeggiano sul manifesto per stravolgerle e trasformarle in barzelletta.
Tra i tanti manifesti taroccati ne ho scelti alcuni che mi sembrano particolarmente divertenti.

Eccoli.

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Veltroni ce la può fare. Ha in mano un tris: Mastella, Casini e Tabacci

Veltroni ce la può fare.

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E’ meno disarmato d quello che sembra

Non solo perchè è un politico esperto e in grado di ispirare fiducia, ma anche perchè, non aggregandosi al Partito delle Libertà, gli daranno una doppia mano Casini, Mastella e Tabacci.

Una doppia mano perchè da un lato sottrarranno inevitabilmente dei voti a Berlusconi, dall’altro perchè stanno occupando più o meno saldamente il centro della scena politica.

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Votare per Berlusconi e Fini comincia ad apparire agli occhi di molti moderati una scelta di destra.

L’altro punto a vantaggio di Veltroni appare, almeno da quanto si riesce a capire in questo momento, sembra la qualità delle candidature.

Veltroni sta mandando in pensione i politici di lungo e lunghissimo corso, sta escludendo i candidati con processi in corso, sta lanciando i giovani.

Berlusconi conferma tutti quelli che gli sono restati fedeli e quindi non rinuncia ai vecchi arnesi di sempre.

Molti moderati, nel segreto della cabina elettorale, forse, nel clima di generale sfiducia che circonda la classe politica, penseranno che in fondo potendo scegliere un candidato moderato in entrambe le liste, è meglio indicare Matteo Colaninno che puntare ancora su Schifani, Cicchitto o Dell’Utri.

L’onore ai tempi del porcellum ( fenomenologia del senatore sputante)

Durante l’ultima seduta del senato, uno dei tre senatori dell’Udeur si rifiuta di passare all’opposizione.

Qualcuno dice che lo abbia fatto per motivi ignobili, cioè per garantire un buon posto di lavoro ad un suo protetto.

Il senatore comunque motiva il suo gesto in maniera molto nobile, richiamandosi all’impegno preso al momento della creazione del governo e al difficile momento del paese.

A quel punto interviene un collega di partito, il senatore Barbato che lo insulta e cerca di sputargli in faccia.

Intervistato dopo la sceneggiata

  • cerca disperatamente di negare lo sputo (come se le telecamere non fossero in grado di mostrarcelo con tutta evidenza)
  • dà inconfutabile prova della pochezza del suo italiano ( continua a dire “io non l’ho sputato”)
  • nega di aver insultato il collega ( “gli ho solo detto che era un traditore”).

Non sospettavamo di essere rappresentati da quel senatore.

E’ un politico di lungo corso, ma questa è la prima volta che i media nazionali si occupano di lui.

Buono a nulla e capace di tutto ( prerequisito del fare politica nei tempi amari del porcellum) sale agli onori della cronaca ( come si suol dire con orribile luogo comune) per uno sputo.

Quello sputo è l’apice della sua carriera, esprime nel modo più completo il suo modo di fare politica.

Che è questo: ho ricevuto un mandato dagli elettori e assunto un impegno con loroma c’è una cosa che conta molto di più di tutte, se sono qui lo devo a Mastella.

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E, naturalmente, al Porcellum.

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Lentamente muore ( Pablo Neruda)

Lentamente muore

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Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni

giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marcia,

chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco

e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che

fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore

davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

chi e’ infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai

consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge,

chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia

aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o

della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non

risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere

vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto

di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una

splendida felicita’.

Pablo Neruda

( poesia letta al Senato da Clemente Mastella)

Il paese delle raccomandazioni ( povero Mastella, indagato per aver fatto quello che fanno tutti!)

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E’ noto a tutti, come si procede alla nomina di un primario in moltissime, se non in tutte, le Asl d’Italia.

Si fa un concorso e coloro che hanno più titoli ed esperienza si aggiudicano il posto?

Mi pare di sentire le risate di tutti, addetti ai lavori e non.

La realtà, come è tristemente noto, è un’altra: quasi tutti si presentano con un padrino politico, poi la gara si accende solo tra quelli che hanno questo tipo di credenziale e vince chi ha alle spalle la persona più influente.

Qualcuno ieri sera a “Porta a Porta” ha detto che in Parlamento, quando si è saputo il motivo dell’indagine sulla moglie di Mastella, c’è stata subito un’unanime condanna dei magistrati .

“Ma come- hanno pensato senatori e deputati – adesso un uomo politico non può più raccomandare ?

Non può più mantenere il suo consenso distibuendo posti e prebende?

Ma dove siamo?In uno di quei paesi calvinisti in cui contano solo i meriti?

Da quando in qua è sufficiente essere bravi? “

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Nessuna notizia di qualcuno di quelli che abbiamo eletto che si sia alzato in piedi a dire: “Ci dispiace per la famiglia Mastella, ma QUESTO SISTEMA DEVE FINIRE”.

Poi è inutile che gli eletti si strappino le vesti quando risulta che la classe politica ha la fiducia di appena il 7% degli italiani.

(Forse si tratta della percentuale di quelli che riescono a farsi puntualmente raccomandare!)