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Farsi operare al S. Camillo? Attenti al primario!

Come si sceglie un primario?

Le Unità Sanitarie Locali sono diventate Aziende a tutti gli effetti ed hanno un Direttore Generale, che tra i suoi compiti ha proprio quello di nominare i primari, scegliendoli nell’ambito di una rosa di candidati condiderati idonei da una apposita commissione presieduta dal Direttore Sanitario e da medici esperti nelle discipline oggetto di incarico e dal Consiglio dei Sanitari dell’Azienda,

Esiste un meccanismo oggettivo di attribuzione di punteggi ai candidati?

No.

Allora il Direttore Generale può scegliere un candidato meno valido di altri senza doverne render conto a nessuno ?

Certo.

Ed è possibile che nel fare le sue scelte si faccia influenzare dai politici che lo hanno nominato Direttore Generale?

Certo che è possibile.

Accade così che il segretario regionale di un potente sindacato dei medici ospedalieri( l’Anao), Donato Antonellis, venga nominato primario del Reparto di Chirurgia generale e d’Urgenza di un importante ospedale romano, il  San Camillo.

Molti chiederanno: ma essere segretari di un sindacato così importante in una regione nota proprio per le sue tensioni sul tema della Sanità consente ad un professionista di tenersi aggiornato ed “allenato” ad un mestiere così delicato e difficile?

E’ il problema che sollevava domenica sera la trasmissione di Milena Gabanelli, Report.

Che raccoglieva le testimonianze di alcuni malcapitati pazienti e dei loro familiari: interventi di routine che si trasformano in tappe di avvio di un calvario, piccoli disturbi facilmente eliminabili che si traformano, grazie alla imperizia di chi è intervenuto, in situazioni di permanente invalidità.

L’interessato, interpellato dai curatori della trasmissione, si è rifiutato di fornire la sua verisone dei fatti.

Il Direttore Generale che lo ha nominato, ha invece partecipato alla trasmissione e ovviamente lo ha difeso, difendendo di fatto se stesso.

Ovviamente sul caso specifico è difficile esprimere un giudizio.

Un fatto è certo ed è sotto gli occhi di tutti: i primari vengono spessissimo scelti con criteri di appartenenza politica.

Ma, come giustamente ha sottolineato Milena Gabanelli in chiusura della trasmissione, quando entri in sala operatoria che aiuto può darti la politica?

Naturalmente oggi, all’indomani della trasmissione, lo scandalo sembra essere quello del dito che indica la luna.

Il problema, se oggi fate qualche ricerca su Internet sulla vicenda,  sembra essere quello del linciaggio mediatico di un medico.

Povero medico!

Peccato che a me continuino a fare più pena i pazienti…

A salvare gli amici ci provano sempre…Per fortuna Tremonti non ci sta.

Cesare Geronzi, grande amico dell’attuale maggioranza, attuale presidente di Mediobanca, come è noto, è alle prese da tempo con seri impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio.

Ma per gli amici e gli amici degli amici c’è sempre all’opera una fabbrica permanente di leggi ad personam.
Un emendamento, che all’inizio passa quasi insossevato, viene infilato da una “manina ” dentro  la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese .

L’emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l’impresa si trovi in stato di fallimento.

Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d’insolvenza era equiparato all’amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com’è uscita dal Senato, non sarà più così.

I cattivi manager, in buona sostanza, verranno salvati se l’impresa non sarà definitivamente fallita. 



Il che vuol dire mettere definitivamente  In salvo Tanzi ( crac Parlmalat) e Cragnotti ( Crac Cirio) . 

Salvacondotto, ovviamente,   anche per Geronzi.

Per fortuna una giornalista se ne accorge . È Milena Gabanelli, l’autrice di Report, .

La quale Intervista, nel costruire una delle sue inchieste, quella su Alitalia ( ancora non andata in onda) un giurisra, Giuseppe Cascini,che le dice

“Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c’è stata la dichiarazione d’insolvenza non seguita dal fallimento“.

L’obiettivo  dell’emendamento è chiaro. Finora perchè  i manager delle grandi imprese finissero sotto processo per bancarotta bastava la dichiarazione d’insolvenza.

Con il nuovo emendamento, l’azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo.

Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna .

Giorni fa abbiamo apprezzato la durissima richiesta di condanna ( 13 anni di carcere) del Pubblico Ministero per il principale responsabile del caso Parmalat, Callisto Tanzi. S’interromperà solo perché il commissario Bondi ha evitato il fallimento.

Per fortuna Tremonti non ci sta.

Pochi minuti in Senato fa il ministro Tremonti è stato lapidario : SE QUELLA NORMA PASSA, NON SARO’ PIU’ MINISTRO.

Insomma ci provano sempre….