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L’umorismo involontario dei Tiggì che aderiscono alla congiura del silenzio.

tg vietato ai mnoriCaro Gazzettino,
ligi alla consegna , ma anche, involontariamente, umoristi di prim’ordine. Sono i giornalisti dei tiggì che aderiscono alla congiura del silenzio. Di Silvio non si parla più. Difenderlo era un bagno di sangue, meglio tacere, cercare di fare scendere l’oblio sul Casoriagate.
L’umorismo da cosa scaturisce allora? Dal fatto che si parla nello stesso telegiornale di un primo ministro sull’orlo delle dimissioni… ma che non è Berlusconi! E’ Gordon Brown! E si parla anche di bavaglio alla stampa… ma non siamo in Italia, è l’Iran!
Vorrei dare un consiglio ai congiurati: tutte le notizie riguardanti paesi stranieri che assomigliano a quelle che si dovrebbero dare in Italia non è meglio tagliarle del tutto? Così, per evitare antipatiche associazioni di idee…
D’altronde se si vuole infarcire il telegiornale di notizie interessanti si può sempre fare un lungo servizio su un delfino finito fuori rotta, qualche temporale estivo, diete, consigli per il caldo… Tutto regolarmente andato in onda in questi giorni.
Filippo Cusumano
(Venezia)

Risposta di Edoardo Pittalis ( vicediretttore del Gazzettino)

Il problema dell’informazione televisiva non può essere ridotto a una battuta; occorre sempre difendere il valore della libertà di stampa. Certamente non siamo un paese senza libertà, nè abbiamo un’informazione che tende esclusivamente alla catastrofe e nasconde le cose buone di chi governa.

Ma da qualche tempo arrivano segnali da non sottovalutare. C’è da pensare se direttori di importanti telegiornali, pubblici e privati, decidono di non riferire ai telespettatori le notizie che ritengono possano disturbare o turbare chi comanda.

Ancora più preoccupante se questo avviene nella Rai, il servizio pubblico garantito dai contribuenti e anche da un canone. Il servizio deve garantire la completezza dell’informazione e il rispetto del pluralismo. Non si tratta di concessioni, ma di un dovere preciso.

Invece, è accaduto che il direttore del Tg1, il più seguito in Italia, abbia volutamente omesso di informare i telespettatori sulle notizie dell’inchiesta giudiziaria di Bari.

I magistrati indagano a seguito del racconto di alcune ragazze che affermano di avere avuto incontri a pagamento nella residenza romana del Presidente del Consiglio. Per quel direttore si trattava di semplice gossip e come tale è stato censurato e nascosto.

Contraddicendo generazioni di direttori di tg che fanno solo gossip come informazione.

Soprattutto dimenticando che i direttori Rai – come ha appena ricordato il Consiglio d’amministrazione – al momento dell’assunzione sottoscrivono l’impegno al dovere dell’informazione e alla completezza. Il problema vero è il rispetto della notizia che va sempre data. Il giornalista può commentarla, giudicarne l’importanza, mai però nasconderla o censurarla preventivamente. Questi sono esercizi che non competono alla libertà di stampa.

Il discorso vale ancora di più quando si parla di servizio pubblico. Il problema del pluralismo è serio, non a caso ne hanno fatto una bandiera gli ultimi due Presidenti della Repubblica.

Dovere della stampa non è ossequiare, ma fare la guardia: sottolineare quello che va, ma soprattutto quello che non funziona. Comunque mai tacere.

Così come compito di un premier non è reagire alle critiche accusando chi critica di disfattismo o invitando pubblicamente gli industriali a non fare pubblicità sui giornali dell’opposizione.

Non credo che i giornalisti di divertano a parlare male di Berlusconi o ad incolparlo di tutti i difetti del mondo. Berlusconi provvede da solo a far parlare di sè, non fa mai mancare la notizia ai giornali e le gaffes attribuitegli sono tutte autentiche.

Certo c’è contraddizione tra il premier efficiente che corre tra i terremotati e li rassicura e quello che corre al compleanno della ragazzina di Casoria.

C’è contraddizione tra il premier solenne che incontra i Grandi e stringe accordi a nome del Paese e quello privato che nella sua villa si lascia circondare da “veline”.

È lui che occupa intere trasmissioni televisive per parlare di moglie, figli, conoscenti e soprattutto di se stesso in terza persona. È lui che alimenta il gossip, alla stessa maniera con la quale comunica i dati di gradimento.

Non immagino un complotto internazionale della sinistra, prima di tutto perchè richiede troppa fantasia immaginare Franceschini che chiama i direttori dei grandi giornali americani o inglesi o francesi e dà ordini su cosa scrivere su Berlusconi.

Poi perché vorrebbe dire che la sinistra esiste e questo sarebbe sconvolgente anche per Franceschini.


Ci vuole il coraggio di Mimum: il suo tg5 parla di limitazioni alla libertà di stampa ( ma è l’IRAN) e di un premier sull’orlo delle dimissioni ( ma è Gordon Brown). Silvio: non pervenuto

berlusconi party

Ligi alla consegna , ma anche, involontariamente,  umoristi di prim’ordine.

Sono i giornalisti dei tiggì che aderiscono alla congiura del silenzio.

Del premier  non si parla più.

Difenderlo era un bagno di sangue, meglio tacere, cercare di fare scendere l’oblio sul Casoriagate.

L’umorismo da cosa scaturisce allora?

Dal fatto che si parla nello stesso telegiornale (  prendo ad esempio il tg5 delle  13 del 21 giugno ) di un primo ministro sull’orlo delle dimissioni…. ma che non è Berlusconi ! E’ Gordon Brown!

E si parla anche di bavaglio alla stampa…ma non è l’Italia, è l’Iran!

Vorrei dare un piccolo   consiglio non richiesto ai congiurati :  tutte le notizie  riguardanti paesi stranieri che assomigliano a quelle che si dovrebbero dare in Italia non è meglio tagliarle del tutto?

Così, per evitare antipatiche associazioni di idee…

D’altronde se si vuole infarcire il telegiornale di notizie interessanti si può sempre fare come  nell’ultimo telegiornale che ho visto oggi: un lungo servizio su un delfino finito fuori rotta, qualche temporale estivo, diete, consigli per il caldo, magari qualche gossip ( sugli altri ovviamente)…

Che problema c’è’?

Si fa presto a riempire una mezz’ora scarsa.

Di cavolate.

Per il popolo più disposto a farsi abbindolare del pianeta

Canale 5 censura Vittorio Feltri, che scrive: “Il Guaio é la gnocca”

Ieri sera, prima di spegnere la tv, ho dato un’occhiata al telegiornale di Sky, ormai diventato, a mio avviso il più serio e attendibile di tuuti.

Verso mezzanotte c’è una rubrica in cui qualcuno sfoglia e commenta le prime pagine dei giornali.

Non mi sfugge un titolo a caratteri cubitali su Libero, sul caso del giorno ( le intercettazioni a Napoli):

IL GUAIO E’ LA GNOCCA

Stamattina, guardo la rassegna stampa di Canale 5, di solito così diligente nel dare risalto ai titoli di Feltri, soprattutto quando inneggiano al cavaliere o ne ridicolizzano o accusano gli avversari.

Niente. E’ come se oggi il giornale di Feltri non fosse uscito.

Ed è come se non fosse uscito per milioni di persone tranne che per i 150.000 lettori che hanno l’abitudine di comprarlo e per le poche migliaia di nottambuli che seguono i programmi giornalistici di SkY-

Ripeto quello che ho detto altre volte (copio e incollo una mia frase scritta nel blog):

Non credo che quelli che votano Berlusconi siano imbecilli.
Sospetto però che vedano molta televisione.
Gli imbecilli sono invece quelli che credono a Berlusconi quando dice che l’85% dei mass media televisivi sono contro di lui.

A beneficio dei tanti che rischiano di perdersi la sempre nitida prosa di Feltri ( grazie alle forbici sempre affilate e all’erta di Mimum) riporto qui le frasi clou dell’articolo:

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Il mio mignolo, antenna ricevente di rara precisione, mi suggerisce che per una stupidissima questione di gnocca il premier rischia più del carcere ovvero la faccia.

Spiace interpretare il ruolo dell’uccello del malaugurio, però qui sta per succedere un casino che non vi immaginate neppure.

I guadagni di Travaglio, la discesa in campo di Silvio, il ritorno all’ovile di Gianfranco

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Ultimamente uno degli sport più diffusi tra i politici e i giornalisti di destra è diventato quello di puntare il dito contro i guadagni di Marco Travaglio ( o, recentemente, anche di Gianantonio Stella): scrivono quello che scrivono perchè hanno scoperto un nuovo filone d’oro..

Più documentano le malefatte dei politici e dei potenti più si arricchiscono, sostengono i loro detrattori.

I due giornalisti sono talmente documentati che argomentare contro di loro opponendo dei fatti è molto difficile: più semplice attribuire loro un interesse personale

Devo dire che sentire questi discorsi mi fa sentire meglio.

Considero il massimo dell’offesa pensare che uno scrittore e un giornalista o un politico si esprimano in un certo modo, non per esercitare la loro libertà di pensiero, ma per interesse economico.
Attenzione però, perchè questo modo di ragionare o si applica a tutti o a nessuno.

Applichiamola a tutti.

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Berlusconi, allora, diventa non il nuovo Aldo Moro,come oggi farnetica qualcuno, ma semplicemente colui che è sceso in campo per salvare se stesso dalla galera e le sue aziende dal fallimento ( una volta lo ha pure confessato, ma adesso lo nega disperatamente: colui al quale lo ha confessato. Enzo Biagi, è morto)

Mario Giordano, Filippo Facci,Rossella, Belpietro, Emilio Fede, Mimum, Veltri, Farina e molti altri ( alcuni di questi guadagnano più di Travaglio) sono scribacchini scodinzolanti che non esprimono il loro pensiero, ma quello del padrone che li paga.

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Ok, affare fatto?

Mi sento meglio.

Prima mi sentivo un po’ in colpa a pensarla così. Adesso che so che anche il “loro” modo di pensare è questo ( attribuire un interesse economico a chiunque esprima un pensiero) so di essere capito se non condiviso anche da “loro” quando giudico applicando questa regola i “loro” maestri di pensiero e di giornalismo.

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Un pensiero a parte per Gianfranco Fini.

Colui che disse: sarei una pecora se tornassi con Berlusconi

Bene. Questa pecora è rientrata all’ovile per un ripensamento doloroso e tormentato o per semplice convenienza?

Per convenienza, è ovvio, la regola semplice e rozza del tornaconto personale si applica anche a lui…

Che gioia potersi abbandonare a questa semplice regola!

Senza eccezioni, mi raccomando!

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Neanche per Gino Strada: anche lui chissà quanto si arricchisce, facendosi il culo in giro per il mondo

La corazzata Mimum ( c’è sempre qualcuno che fa per te il lavoro sporco)

Come ogni mattina guardo la rassegna stampa del tg5.

L’articolo di testa, in tutti i i giornali, riguarda il ritrovamento dei cadaveri dei due poveri bambini di Gravina di Puglia scomparsi da tempo.

Tranne che per due giornali: Il Giornale e Libero

Che, come sempre, sono presentati alla fine della rassegna stampa, in ossequio alla teoria, di cui il direttore del tg5 Mimum è il massimo alfiere, secondo la quale ciò che è presentato in coda al servizio convince di più di quello che viene raccontato all’inizio.

Di cosa parlano i due giornali stamattina?

Del pessimo affare che ha fatto Veltroni imbarcando i radicali.

Il pretesto è l’articolo di Famiglia Cristiana che ha definito il Pd «un pasticcio veltroniano in salsa pannelliana».

Il titolo del Giornale è Quei cattolici prigionieri.

Quello di Libero è “La cretinata di Veltroni”.

Nel frattempo Berlusconi racconta in giro che sta facendo una campagna elettorale all’insegna del fair play.

Io penso che, come sempre, quando si hanno grandi mezzi, c’è sempre qualcuno disposto a fare per te il lavoro sporco.

E sogno di svegliarmi almeno per un giorno nella Spagna di Zapatero, dove nessuno dei candidati in corsa oer la leadership nazionale possiede mezza televisione.

Dove nessuno pensa che i cattolici siano prigionieri di qualcun altro.

Flickr image

Ma c’è anche qualcuno che gli dice di stare zitti quando esagerano.