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Berlusca-quiz: Chi vota per Silvio? Primo elenco ( da completare) delle vittime del suo fascino ( alcune anche sane di mente)

Mesi fa ho scritto nel mio blog questo testo.

Dopo il caso “Ruby” ( mi riferisco alle menzogne dettedal premier ai funzionari della qestura, non a chi si porta a letto, di cui non mi potrebbe fregare meno) forse va aggiornato.

Lascio l’incomenza a chi ne avesse voglia…

Capisco chi vota Berlusconi

ESSENDO

Uno dei suoi figli ( ma già sulle mogli non giurerei)

Una velina in carriera

Un menestrello di stato che prende aerei di stato

Un esportatore di capitali all’estero

Un imprenditore disinvolto

Un antiquario di Via dei Coronari

Un gioielliere o un gelatataio di porto Rotondo

Un chirurgo per il trapianto di capelli

Un chirurgo plastico

Un venditore di cactus

Un avvocaticchio diventato Presidente del Senato

Un giornalista pagato da lui ( e nemmeno tutti)

Un evasore fiscale

Un aficionado degli abusi edilizi

Uno che guarda solo il tg 4, il tg2, il tg1 e Studio Aperto

Uno che legge solo il Giornale o Libero

Un caso umano ( Sandro Bondi)

Una ballerina di flamenco che prende i voli di stato insieme con i menetrelli di stato

Il cuoco Michele

Le Velone Grate come Daniela Santanchè e Maria Giovanna Maglie.

MA TUTTI GLI ALTRI?????

Postilla: Piccola ricostruzione del caso Ruby a beneficio dei distratti ( basata sui documenti della questura e della procura pubblicati oggi):

Il magistrato dispone che Ruby vada in una comunità o sia trattenuta in questura finchè non se ne trovi una che può accoglierla.

Gli rispondono che è nipote di Moubarak, perchè questa è la menzogna che il premier ha dichiarato per farla rilasciare.

Il magistrato a quel punto chiede la ragazza venga identificata con certezza, ma non desiste dall’ordine dato in prima battuta: o va in una casa alloggio o resta in questura fino al giorno dopo.

In questura si affannano a cercare un documento dell’interessata.

Mandano una pattuglia nel cuore della notte dai suoi genitori.

Cercano il responsabile di una casa di accoglienza. Quest’ultimo promette di mandare un fax con una copia del documento della ragazza. A quel punto in questura sanno benissimo che la ragazza NON è egiziana, ma marrocchina.

Ma omettono di dirlo al magistrato e, disattendendo alle sue indicazioni,  consegnano la ragazza alla incaricata del…ritiro.Quest’ultima se ne libera in capo ad un’ora affidandola a sua volta ad una brasiliana.

Il magistrato scoprirà solo qualche tempo dopo di essere stata ingannata e che i suoi ordini sono stati disattesi.

Domando: una persona onesta e in buona fede può accettare che un personaggio del genere, che mente sapendo di mentire ai funzionari dello stato, rimanga al governo?

E non mi si venga a parlare di gioia di vivere, di esuberanza senile, di temperamento giocoso, qui parliamo di menzogne e di imbrogli.

E non mi si venga nemmeno a parlare di Fini: per me se se ne va pure lui ( imbroglione o imbrogliato che sia poco mi importa) è un bene. Non ho votato per nessuno dei due…

Spero solo che l’opposizione conduca la sua lotta su questa vicenda NON  facendo il gioco di Feltri e Belpietro: soffermarsi sulle lenzuola del premier ( per sentirsi rispondere che sono tutti invidiosi della sua vitalità, giocosità, voglia di vivere e via… “minimizzolinando” ( da Minzolini).

Qui c’è in gioco una cosa diversa: un primo ministro che mente a funzionari dello stato per ripararsi le terga.

Via le vecchie facce, spazio alle nuove, come nei bordelli di una volta . Le epurazioni al tg1

Dal sito di Repubblica:

“Tre giornalisti sollevati dall’incarico di conduttori al Tg1 “per dare un segnale di cambiamento”:
Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso.

Lo ha annunciato al comitato di redazione il direttore Augusto Minzolini.

Attaccano Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, consiglieri di minoranza Rai: “E’ una vera e propria epurazione dei giornalisti che non hanno firmato la lettera in favore del direttore. La situazione in Rai non è più tollerabile”.

Alle critiche risponde Minzolini stesso: nessuna epurazione, solo un ricambio generazionale. “Sono stati assunti diciotto precari – spiega il direttore – e per dare un segnale di cambiamento al Tg1 bisogna mostrare volti nuovi. Sono decisioni prese da tempo e i documenti, né quelli a favore, né quelli contro, non c’entrano assolutamente niente. Sono liturgie che non mi appartengono”.

3 CONSIDERAZIONI:

1) In politica pensavamo di avere visto il peggio con alcuni democristiani di lungo corso, adesso li rimpiangiamo.
Per quanto riguarda i direttori di TG, ci chiediamo se non sia il caso di riavere indietro Vespa o Mimum

Insomma la regola di questo paese è chiara: non c’è limite al peggio. Quando credi di essere arrivato al fondo scopri che occorre scavare ancora.
E c’è sempre qualcuno che, a buon diritto, grida a squarciagola : ARIDATECE ER PUZZONE.

2) Siamo impazienti, come una volta i clienti dei bordelli che aspettavano con ansia la nuova “quindicina”, di vedere i nuovi volti del tg.
Così tanto per curiosità.
Siamo certi che la maitresse li avrà scelti con cura.

3) Vorremmo avere la certezza di riuscire ad impedire a noi stessi di mettere piede in quel bordello.
Ma sappiamo che è quasi impossibile.
Come ci è impossibile resistere alla tentazione, ogni tanto, di sbirciare Fede al TG4.
La chiamano fascinazione dell’orrore.

“C’è differenza tra un certo giornalismo e la prostituzione: ci sono cose che una prostituta non fa”.

Non era mai successo, in Italia, nella storia del Web, che 130.000 pc si collegassero contemporaneamente per lo streaming di una trasmissione telvisiva.

E’ successo con “Rai per una notte”, la trasmissone televisiva di “resistenza” al bavaglio dell’informazione che ieri sera ha preso il posto di Anno Zero.

A questi 130.000 pc collegati, ovviamente vanno aggiunte le centinaia di migliaia di televisori collegati con le varie stazioni del digitale terrestre o del satellitare collegate all’evento e con le piazza dotate di maxischermo. E naturalmente nel conto vanno inseriti anche i seimila spettatori del Paladozza di Bologna, il palazzetto dello sport nel quale è andato in scena l’evento.

Il programma inizia con alcune immagini di Mussolini che arringa le folle, seguite poi da alcune immagini di Berlusconi che fa altrettanto.   Le analogie tra l’oratoria del dittatore e quella del premier sono impressionanti. Stesso procedere con domande retoriche alle quali la folla risponde compatta con monosillabi (SI o NO a seconda dei casi).

Subito dopo c’è un servizio sul “partito dell’amore” alla manifestazione di Sabato scorso. La folla riconosce il giornalista di Anno Zero e lo invita ad andare a lavorare. Ma io sto lavorando, replica lui. No, devi andare a raccogliere i pomodori, dicono loro.

Segnaliamo poi, per coloro che se le fossero perse, alcune fasi del programma che sicuramente verranno ricordate e che costituiranno motivo di polemica nei prossimi giorni:

1) La puntigliosa ricostruzione fatta da Sandro Ruotolo delle affannose telefonate del premier al membro dell’Autorità delle Telecomunicazioni Innocenzi e al direttore generale della Rai  Masi nel tentativo, andato a vuoto, di impedire ad Anno Zero di trattare la vicenda Mills in una delle ultime puntate.

I fatti rappresentati erano noti a molti perché oggetto di varie ricostruzioni giornalistiche, ma mai erano mai stati raccontati dalle grandi tv generaliste.

Quello che avevamo letto in vari giorni, a pizzichi e bocconi, è stato inserito in un racconto organico di una dozzina di minuti: il racconto di un’Italia che intuivamo.

2) L’esibizione di Daniele Luttazzi. Sparito dalla tv dopo l’editto bulgaro, ieri sera è tornato in scena anche lui (le altre vittime erano Biagi, passato a miglior vita, ma rappresentato al Paladozza dalla figlia, e Santoro, che “vive e lotta con noi” come si sarebbe detto una volta).

La metafora scelta dal comico per raccontare l’attuale momento politico e l’assuefazione al “regime” berlusconiano di una parte cospicua della popolazione- quella di una penetrazione anale- non era per stomaci deboli o, come si suol dire, per educande.   Il comico finisce l’esibizione dicendo testualmente: “Quando quel fazioso di Berlusconi vi dirà che siete mossi dall’odio, rispondete con Quintiliano che dice che odiare i mascalzoni è cosa nobile!”

Le battute più applaudite sono quelle sulla libertà di stampa: “C’ è qualche differenza tra un certo giornalismo e la prostituzione: ci sono cose che una prostituta non fa”.

Oppure: “Se non capite la differenza tra giornalismo e propaganda, non preoccupatevi, non lo sa neanche Minzolini e se la passa bene lo stesso!”

3) L’intervista ad Emilio Fede. A lui la palma della battuta – involontariamente- più divertente: “Tutto si può dire di Berlusconi, tranne che non abbia sensibilità comunicazionale, mai avrebbe voluto chiudere Anno Zero”

4) L’intervista di Sandro Ruotolo a Roberto Benigni. Il comico toscano sceglie la strada dell’ironia e magnifica la situazione dell’Italia, molto più avanti di ogni altro paese. “L’Italia è il paese della libertà . Ci provi Obama a fare una legge solo per sé, mica gliela fanno fare, in America!”

5) L’intervista a Mario Monicelli, che pronuncia alcune parole forti sull’attuale momento politico: “Questo popolo è schiavo di tutti da tre generazioni, deve riscattarsi!”

6) Il disagio espresso dalle lavoratrici dell’Omsa che stanno per perdere il lavoro. Una signora tra le tante che prendono la parola grida: “Vorrei vedere altri vivere con 700 euro al mese”.

Insomma, molte cose l’una dietro l’altra, con un filo conduttore ben preciso: dare voce, in maniera piena e completa, finalmente senza censure, all’Italia che “non ci sta”.


Unico neo nell’andamento della serata l’apparizione di uno stralunato e confuso Morgan.

Non era serata per lui, Santoro stesso era visibilmente imbarazzato per i suoi farfugliamenti.
Nell’accingersi a cantare con lui, Venditti ci ha avvertito che non avevano fatto le prove.
Ce ne siamo accorti.

Meglio Fede di Minzolini ( confronto tra NON GIORNALISTI)

minzoliniAlla fine Minzolini capitola e il suo Tg1 è costretto a parlare della vicenda Boffo.

Siamo alle solite : di una vicenda in grado di screditare il premier in genere Minzo preferisce non parlare affatto.

Peccato che ne parlino tutti gli altri.

Peccato che il premier, come è logico e persino prevedibile, sia costretto a difendersi.

A quel punto Minzo non può che riferire le parole del premier.

E ogni volta si chiede: devo spiegare ai miei ignari telespettatori perchè il premier reagisce così?

Quasi sempre NON lo fa.

Chissenefrega dei telespettatori, pensa con tutta probabilità: possiamo sempre dargli in pasto, nell’ordine: il servizio sulle diete, quello contenente i consigli per il caldo , quello sulle sculture di sabbia, il solito servizio di Mollica che immancabilmente- e garbatamente-  inneggia ad un libro, un film o un disco appena uscito.berlusca e fede

Insomma siamo nelle mani di un vero giornalista, uno che dà del tu alla NON- notizia.

Meglio Fede, allora:  da un pezzo si comporta come l’Ufficio Stampa del premier, ma almeno  non ne fa mistero.

L’umorismo involontario dei Tiggì che aderiscono alla congiura del silenzio.

tg vietato ai mnoriCaro Gazzettino,
ligi alla consegna , ma anche, involontariamente, umoristi di prim’ordine. Sono i giornalisti dei tiggì che aderiscono alla congiura del silenzio. Di Silvio non si parla più. Difenderlo era un bagno di sangue, meglio tacere, cercare di fare scendere l’oblio sul Casoriagate.
L’umorismo da cosa scaturisce allora? Dal fatto che si parla nello stesso telegiornale di un primo ministro sull’orlo delle dimissioni… ma che non è Berlusconi! E’ Gordon Brown! E si parla anche di bavaglio alla stampa… ma non siamo in Italia, è l’Iran!
Vorrei dare un consiglio ai congiurati: tutte le notizie riguardanti paesi stranieri che assomigliano a quelle che si dovrebbero dare in Italia non è meglio tagliarle del tutto? Così, per evitare antipatiche associazioni di idee…
D’altronde se si vuole infarcire il telegiornale di notizie interessanti si può sempre fare un lungo servizio su un delfino finito fuori rotta, qualche temporale estivo, diete, consigli per il caldo… Tutto regolarmente andato in onda in questi giorni.
Filippo Cusumano
(Venezia)

Risposta di Edoardo Pittalis ( vicediretttore del Gazzettino)

Il problema dell’informazione televisiva non può essere ridotto a una battuta; occorre sempre difendere il valore della libertà di stampa. Certamente non siamo un paese senza libertà, nè abbiamo un’informazione che tende esclusivamente alla catastrofe e nasconde le cose buone di chi governa.

Ma da qualche tempo arrivano segnali da non sottovalutare. C’è da pensare se direttori di importanti telegiornali, pubblici e privati, decidono di non riferire ai telespettatori le notizie che ritengono possano disturbare o turbare chi comanda.

Ancora più preoccupante se questo avviene nella Rai, il servizio pubblico garantito dai contribuenti e anche da un canone. Il servizio deve garantire la completezza dell’informazione e il rispetto del pluralismo. Non si tratta di concessioni, ma di un dovere preciso.

Invece, è accaduto che il direttore del Tg1, il più seguito in Italia, abbia volutamente omesso di informare i telespettatori sulle notizie dell’inchiesta giudiziaria di Bari.

I magistrati indagano a seguito del racconto di alcune ragazze che affermano di avere avuto incontri a pagamento nella residenza romana del Presidente del Consiglio. Per quel direttore si trattava di semplice gossip e come tale è stato censurato e nascosto.

Contraddicendo generazioni di direttori di tg che fanno solo gossip come informazione.

Soprattutto dimenticando che i direttori Rai – come ha appena ricordato il Consiglio d’amministrazione – al momento dell’assunzione sottoscrivono l’impegno al dovere dell’informazione e alla completezza. Il problema vero è il rispetto della notizia che va sempre data. Il giornalista può commentarla, giudicarne l’importanza, mai però nasconderla o censurarla preventivamente. Questi sono esercizi che non competono alla libertà di stampa.

Il discorso vale ancora di più quando si parla di servizio pubblico. Il problema del pluralismo è serio, non a caso ne hanno fatto una bandiera gli ultimi due Presidenti della Repubblica.

Dovere della stampa non è ossequiare, ma fare la guardia: sottolineare quello che va, ma soprattutto quello che non funziona. Comunque mai tacere.

Così come compito di un premier non è reagire alle critiche accusando chi critica di disfattismo o invitando pubblicamente gli industriali a non fare pubblicità sui giornali dell’opposizione.

Non credo che i giornalisti di divertano a parlare male di Berlusconi o ad incolparlo di tutti i difetti del mondo. Berlusconi provvede da solo a far parlare di sè, non fa mai mancare la notizia ai giornali e le gaffes attribuitegli sono tutte autentiche.

Certo c’è contraddizione tra il premier efficiente che corre tra i terremotati e li rassicura e quello che corre al compleanno della ragazzina di Casoria.

C’è contraddizione tra il premier solenne che incontra i Grandi e stringe accordi a nome del Paese e quello privato che nella sua villa si lascia circondare da “veline”.

È lui che occupa intere trasmissioni televisive per parlare di moglie, figli, conoscenti e soprattutto di se stesso in terza persona. È lui che alimenta il gossip, alla stessa maniera con la quale comunica i dati di gradimento.

Non immagino un complotto internazionale della sinistra, prima di tutto perchè richiede troppa fantasia immaginare Franceschini che chiama i direttori dei grandi giornali americani o inglesi o francesi e dà ordini su cosa scrivere su Berlusconi.

Poi perché vorrebbe dire che la sinistra esiste e questo sarebbe sconvolgente anche per Franceschini.


Predicare bene e razzolare male. Come Minzolini: carriera brillante, codotta opaca.

minzolini” La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico”.

Lo dicono oggi personaggi come Stefano Rodotà, Eugenio Scalfari e molti altri.

Lo ha scritto nel 1994, durante l’epoca di Mani Pulite un giornalista che adesso dirige il tg1 , Agusto Minzolini.

Il che prova quanto sia facile cambiare idea per convenienza.

O per viltà.

O perchè si preferisce essere al servizio di qualcuno piuttosto che della verità.

Incendiari a vent’anni, pompieri a cinquanta.

flaiano-sorride Diceva Flaiano che la cosa più naturale del mondo è essere rivoluzionari a 20 anni e conservatori a 50.

Qualcun altro diceva: incendiari a 20 anni, pompieri a 50.

Per la generazione di Scalfari, che è poi quella di mio padre, la cosa più naturale era essere fascisti a 20 anni .

Era il risultato di una personalità non ancora formata del tutto da una parte e di un formidabile conformismo d’ambiente dall’altra.

scalfari.ritratto a matitaQuando quel potentissimo condizionamento è cessato, quegli ex ventenni sono diventati conservatori ( Montanelli) o riformisti ( Scalfari, Biagi, Bocca ecc.)

Prendiamo adesso in considerazione i 50/60enni che oggi vanno per la maggiore ( parlo di politici e di giornalisti, insomma opinion leader).

Ci sono quelli che a 20 anni erano comunisti (Veltroni, D’Alema, ecc.) e adesso votano Pd: fanno il paio con quelli che a 20 anni erano democristiani ( Franceschini) e adesso sono nel Pd anche loro.

Questi signori rivendicano coerenza. Dicono : è il partito che ha cambiato il nome, noi siamo gli stessi .

Veltroni 1In un certo senso è vero, in un certo senso no.

Ma il loro “salto” appare comunque una evoluzione comprensibile rispetto a quella di altri.

Tipo Ferrara, Rossella, Liguori, Pecorella, Bondi: comunisti o addirittura nell’ultrasinistra a 20 anni e berlusconiani a 50/60.

La loro appare proprio una mutazione genetica, più che anagrafica.

Sono passati, come si diceva una volta dal cellulare ( inteso come furgone della polizia) al cellulare ( inteso come protesi tecnologica).

ferraraIl loro salto- dall’idealismo puro al pragmatismo brianzolo- appare poco spiegabile dal punto di vista logico.

Anche se è facile cedere alla tentazione di collocarlo nella categoria dell’opportunismo ( che però- attenzione- è ampia e scivolosa).

E veniamo infine a Minzolini, il personaggio del giorno, diventato direttore del tg1, cioè del più potente mezzo di informazione di questo Paese.

Minzolini appartiene per me ad una categoria a parte ( anch’essa molto numerosa) : non è un mutante anagrafico, cioè uno che cambia orientamento per l’avanzare degli anni.

minzoliniMinzolini è un professionista. Un giornalista tanto bravo da essere chiamato “squalo” che ha messo sempre in cima a tutto la sua carriera.

La sua ammirazione per Berlusconi non è ideologica, è l’annusarsi e il trovarsi reciprocamente simpatici tra due squali. Con qualche differenza tra i due:Minzolini è uno squalo simpatico e spiritoso che sa stare al mondo, Berlusconi uno squalo molto meno simpatico e molto più pericoloso .

P.S. Altri esempi di mutazione genetica:

1) quelli che incensavano Mani Pulite e poi ne sono diventati acerrimi nemici: i leghisti, Pera, Feltri, gli ex di Alleanza Nazionale.capezzone_talebano

2) Quelli che si battevano per i diritti civili e poi sono diventati teocon o qualcosa che ci assomiglia ( Roccella, Quagliarella) oppure talebani del premier ( Capezzone)

Esempio di immutabile ( o di coerente se vogliamo): me ne viene in mente uno solo, Casini.