Archivi tag: politica

Se mille euro vi sembran tanti..

1000euroE’ uscita la classifica delle retribuzioni nei Paesi dell’Ocse ( Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).

Su 30 paesi siamo al 23° posto ( vedi classifica in fondo all’articolo, i salari sono in dollari).

In moltissimi ormai appartengono alla cosidetta generazione dei mille euro ( e sto parlando dei meno sfortunati)

Non è piacevole stare in zona retrocessione in questa classifica. Stare dietro Germania, Francia e Gran Bretagna non ci stupisce, ma chi si aspettava che potessimo essere distanziati in questo modo da  paesi che solo un paio di lustri fa stavano alle nostre spalle? Dietro a Irlanda, Grecia, Spagna, Finlandia e Islanda?

E’ deprimente constatarlo e ancora di più dirlo ad alta voce, ma il nostro è un paese che è fermo da un pezzo.

Nè possiamo prendercela con la recessione, perchè la crisi devasta con la stessa intensità tutti i paesi dell’Ocse.

Perchè siamo rimasti indietro?
Un sistema scolastico e universitario poco competitivo, un cronico ritardo nelle infrastrutture, una pubblica amministrazione inefficiente, una giustizia lenta, un mercato del lavoro nel quale si rafforzano di giorno in giorno le distanze tra protetti e non protetti, un sistema finanziario abituato ad andare incontro alle grandi aziende e a penalizzare i privati e le piccole imprese.

tasseA questo si aggiunge il problema della tassazione. Il cuneo fiscale è ormai pari al 46,5 %. Il che vuol dire che ogni 100 euro che un’impresa versa al lavoratore ben 46,5 vanno allo stato .

Il che non sarebbe di per sè un’anomalia o una tragedia, perchè anche in Francia e in Germania il cuneo fiscale ha incidenze di questo tipo.

Ma si abbatte su stipendi lordi molto più alti.

Il vero nodo è l’evasione fiscale.

In Italia 2 lavoratori su 10 non pagano alcuna tassa.

Il che determina due conseguenze.

La prima è che gli otto che pagano le tasse non possono sperare di vedersele ridotte finchè non pagheranno anche i due evasori.miseria-e-nobilta

La seconda è che in un mercato di questo tipo opera una concorrenza sleale, che costringe le imprese in regola a tenere bassi i salari per sopravvivere.

L’avvio di una seria politica di lotta all’evasione fiscale è sempre stato boicottato dalla maggioranza che sta al governo.

Peccato che a votarla non siano soltanto gli evasori fiscali….

Classifica Ocse

1)  Korea 39.931   2)  UK 38.147 3)  Switzerland 36.063   4) Luxembourg 36.035  5 ) Japan 34.445
6) Norway 33.413    7) Australia 31.726  8)  Ireland1 31.337   9) Netherlands 30.796 10)  Usa 30.774
11)  Germany 29.570 12 )Austria 28.996 13)  Sweden 27.581 14)  Canada 26.994  15 )Greece 26.512
16) Belgium 26.311 17) France 26.010  18) Finland 25.911  19 ) Iceland 25.134  20)  Spain 24.632
21) Denmark 24.531   22) New Zealand 23.650
23 Italy 21.374
24) Portugal 19.15   25) Czech Rep 14.540   26) Turkey 13.849     27)Poland 13.010
28)  Slovak Rep 11.716  29)  Hungary 10.332    30) Mexico 9.716

Testo più esteso in VINCENZO.CUSUMANO.COM

‘Raccomandata’ da Berlusconi, Elena Russo spopola su YouTube


Unità.it

Paparazzato nel 2005 insieme a cinque aspiranti starlette nel giardino della sua villa in Sardegna, pubblicamente redarguito dalla moglie per i troppi complimenti pubblici sulle altre, beccato mentre scrive bigliettini alle parlamentari più giovani e carine, intercettato mentre cerca di piazzare in Rai soubrette che gli possono tornare utili perfino per cambiare la maggioranza in Senato.

Che Berlusconi fosse un inguaribile piacione, lo sapevamo bene.

Addirittura il Tribunale dei ministri è arrivato ad indagare sull’ipotesi di abuso di potere nei confronti di un agente del Sisde, Federico Armati, che ha denunciato il Cavaliere per mobbing: è l’ex marito di Virginia Sanjust di Teulada, annunciatrice Rai con cui il premier ha intrecciato, dice il Tribunale, una «stretta relazione».

Stavolta, il baricentro delle affinità elettive del premier si sposta più a Sud.

Siamo a Napoli, ma per raccontare questa storia usiamo le parole di uno spot, quello che da tre giorni è al centro di polemiche e che finalmente siamo riusciti a vedere.

«Napoli aveva un problema, non stiamo a riparlarne, sappiamo quale.Il governo è intervenuto.E quando il governo, lo Stato, fa qualcosa è come se lo facessero tutti gli italiani.Ma ora ci vuole l’impegno di tutti, chi ci vive e chi ci viene. Facciamo in modo che resti così, è più bella».

Poi sullo schermo appare lei, Elena Russo, a dire «grazie».

Bene, Napoli aveva un problema: un’attrice, Elena Russo, nel ’93 si trasferisce a Roma «perché – spiega – a Napoli, nel mio settore non era possibile lavorare». Diverse pellicole, ma il successo tarda ad arrivare.

Ma Elena Russo lo sa che «scambi umani e professionali – come scrive nel suo sito ufficiale – concorrono a formare un bagaglio».

Per questo, scambia e riscambia, arriva a conoscere il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

In una delle celeberrime intercettazioni con Saccà, è lo stesso premier a chiedergli di trovarle un posto in qualche fiction della Rai. L’ex direttore Fiction della tv pubblica non ce l’ha fatta, a rimediarle una parte.

È allora che il governo è intervenuto: quale migliore occasione di uno spot istituzionale sui rifiuti a Napoli? Ed ecco che a rappresentare l’immagine di Napoli pulita viene chiamata proprio lei, Elena Russo.

Il suo video ora spopola su YouTube. Per placare gli animi, è intervenuto con una lettera il presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, Alberto Contri che ha spiegato come sono andate le cose:

La persona a cui è stato affidato il casting per lo spot ha individuato tre attrici egualmente adatte per la parte della napoletana verace, pur nella differenza d’età (Ranieri, Autieri, Russo).Per motivi vari la Ranieri e la Autieri non sono state disponibili, per cui la scelta definitiva è stata per la Russo, che ha svolto ottimamente il ruolo richiesto. Certo che ci siamo posti il problema dei possibili gossip – ammette – ma abbiamo ritenuto avrebbe fatto aggio su tutto la qualità del progetto creativo.

Contri, prima che presidente di Pubblicità Progresso, è stato consigliere Rai nell’era Zaccaria. Quota Polo delle Libertà.

elena-russo

Sondaggio su Alitalia: il 60% degli Italiani convinti che non sia colpa di Silvio.

Fulminea, una società di sondaggi si è messa all’opera in queste ore per scoprire cosa pensano gli italiani del fallimento ormai inevitabile di Alitalia per il ritiro della cordata Cai.

Non abbiamo bisogno di leggerli quei sondaggi.

Sappiamo già cosa diranno.

Ci sarà il solito 60% di individui convinti che NON sia colpa di Silvio.

Stiamo diventando un paese prevedibile ( con un 60% di ingenui o allocchi)

Un giullare e un nerd: Berlusconi e Prodi.

Non possiamo più sperare in un De Gasperi e non si trovano nemmeno i Fanfani .
Il paese ormai, grazie anche ai sistemi di cooptazione rigidi che si è data la classe politica, è destinato ad essere rappresentato da mediocri e incapaci.
Ma il consenso che raccoglie Berlusconi, pur così evidentemente mediocre, pur così amoralmente pronto a tutto e al contrario di tutto, si spiega solo con la frammentazione e debolezza dei suoi oppositori ( che a loro volta hanno approfittato del sistema elettorale per riprodursi- con evidenti peggioramenti della..razza- in maniera autoreferenziale e spesso addirittura dinastica)

Ormai siamo un paese sempre più distratto sulla politica, ci stanno abituando, come elettori, ad un ruolo sempre più marginale.
Molti di noi, probabilmente anche perchè distratti da una situzione economica e sociale sempre più difficile, reagiscono semplicemente plaudendo a colui che sembra mettere tutti d’accordo, che decide per tutti.

Insomma non siamo al regime, ma vicini ad un deriva quasi plebiscitaria.

E spesso, e qui faccio ammenda per primo, parliamo tutt’al più, invece che dei problemi del paese di Berlusconi-sì e Berlusconi-nò.
Cosa della quale, il Demiurgo, intendiamoci, è ben felice.
Meglio gestire, grazie ad un sistema dei media sempre più servile, la propria immagine di Padre Padrone benevolo e simpatico, che affrontare la strada difficile di dimostrare competenza nella gestione della cosa pubblica.
L’ultimo che ci ha provato, a mostrarsi diligente e competente, il serioso vecchio NERD
Romano Prodi
si sa che fine ha fatto…

E allora teniamoci il vecchio giullare, almeno non ci manca un oggetto importante di conversazione!

“Per battere la mafia non si può essere moderati”

Il Generale Dalla Chiesa – ricorda Gian Carlo Caselli – nel 1982 disse che lo Stato non si occupava abbastanza della mafia, e che la mafia era insediata nella maggior parte delle città italiane.

Possiamo dire che sia cambiato qualcosa in questi 26 anni?

Possiamo affermare che lo Stato abbia lanciato un messaggio univoco e inequivocabile, di condanna decisa alla criminalità organizzata?

Lo ha detto bene Nando Dalla Chiesa;  per combattere un fenomeno radicale come la mafia, non si può essere moderati, bisogna essere radicali.
Rinunciare al Sistema è rischioso, ci sono in ballo consenso, voti, quattrini.
Ma è anche vero che è proprio qui che viene fuori la qualità degli uomini delle istituzioni, è qui che si vede chi è disposto  a perdere un pezzo o un elemento del proprio partito in nome della propria dignità e della credibilità politica del paese.

E’ vero ciò che ha detto Francesco Forgione: bisogna smettere di dire, in maniera generica e quasi rituale, che c’è bisogno di più Stato.Lo Stato, fino ad oggi,  è stato presente spesso nella forma della doppiezza mafiosa e delle repressioni.
Ora c’è bisogno, piuttosto, di consapevolezza sociale, di valori, principi e diritti in una democrazia condivisa e includente.

C’è bisogno di una cultura alternativa, come quella che voleva diffondere Peppino Impastato.

C’è bisogno di combattere Cosa Nostra con il suo esatto opposto: la Res Publica.

Giulia Cusumano

– vedi testo integrale in Articolo 21

Andreotti, Dell’Utri, Cuffaro: grazie a Blu notte che ci aiuta a non dimenticare.

Grande  l’ultima puntata di Blu Notte. Riguardava i rapporti tra mafia e politica.

Siamo  da tempo il paese della mistificazione del presente e della rimozione del passato.

E’ giusto quindi che qualcuno ci rinfreschi la memoria sulle cose che sono accadute.

Anche quando sono accadute da così poco tempo e sono così vergognose da immaginarle indelebili e indimenticabili.

Ma siamo ormai diventati il Paese dei Campanelli, il paese in cui è facile dimenticare i torti e le umiliazioni subite perchè, più che la vigilanza della memoria, conta il quieto vivere ( dei giornalisti che tengono famiglia e dei sudditi narcotizzati dall’informazione di regime)

Fa bene allora Lucarelli, magistrale conduttore di Blu notte a ricordarci da par suo

1) che Andreotti è stato assolto dal reato di collusione mafiosa per gli anni fino al 1980 solo per prescrizione ( avendo la sentenza della Cassazione ritenuto provato, fino a tale data, il rapporto organico tra il pluripresidente del consiglio e l’onorata società)

2) che Dell’Utri non è solo un elegante bibliofilo e un formidabile organizzatore di forze di vendita prima e di partiti poi,

3) che Vittorio mangano non era solo uno stalliere

4) che Totò Cuffaro, per sette anni Governatore della Sicilia, già da giovane aveva deciso da che parte stare, quando al Costanzo Show insultava Falcone, sostenendo che le sue indagini sulla mafia infangavano il buon nome della Sicilia.

Fa bene Lucarelli a farci risentire la telefonata con la quale Silvio Berlusconi, oggi nostro presidente del consiglio, invece di correre a denunciare alla polizia un estorsore mafioso ( lo stesso che aveva ingaggiato come stalliere) , si limitava a definire “affettuosa” la bomba di avvertimento esplosa davanti alla sua villa.

Grazie a quei pochi, sempre meno, che ci aiutano a non dimenticare.

Mani Pulite: i bei tempi della indignazione e della speranza

Ho visto “Blu Notte” ieri sera.
La puntata della trasmissione di Lucarelli riguardava l’epoca di Mani Pulite.

Non sto qui a raccontare la trasmissione o i fatti che ne costituivano l’oggetto, che tutti ricordiamo.

Mi voglio qui soffermare su tre cose che differenziano quel periodo da questo:

1) I politici corrotti c’erano allora come oggi. Solo che allora si vergognavano e si dimettevano. Oggi una condanna per corruzione o concussione fa curriculum.

2) La legge allora, per un brevissimo periodo, fu veramente uguale per tutti. In aula, al processo Enimont, vedemmo sfilare quasi tutti i maggiori leader di questo paese, costretti a confessare le loro malefatte e ad abbandonare la politica.Oggi l’impunità è garantita ai potenti ( grazie a chi doveva lavorare per accelerare i tempi della giustizia e che invece si è accontetato di dimezzare… i tempi di prescrizione. Ma anche i comuni malfattori non se passano per niente male( e già si riparla di nuovi provvedimenti per svuotare le carceri).

3) C’erano indignazione ( per le malefatte di chi ci governava) e speranza . Adesso ci sono depressione e rassegnazione : anche perchè l’uomo nuovo che aspettavamo è arrivato.

Mani pulite: bei tempi!!!


Mafia e politica ( il volto osceno del potere)

La mafia è solo quello che vediamo in tv?

Cioè solamente pecorai e agricoltori semianalfabeti che diventano miliardari organizzando il racket delle estorsioni o il traffico internazionale della cocaina?

Questa è solo la versione di comodo.

Quella alla quale siamo portati a credere quando un vecchio malandato e di aspetto quasi miserevole come Bernardo Provenzano viene scovato, dopo un’infinità di appostamenti, in una vecchia masseria dai muri scrostati.

Fatichiamo a credere che quell’uomo rozzo e sanguinario dallo sguardo impenetrabile abbia un patrimonio di parecchi milioni di euro e le mani in pasta in tutti i più lucrosi affari del Paese, dagli appalti pubblici alla gestione della sanità.

Fatichiamo a credere ( anche se i mass media provano in tutti i modi a convincerci che è così) che dietro quell’uomo non possano esserci appoggi politici importanti e menti raffinatissime.

Leggendo il bellissimo libro di Roberto Scarpinato, pubblico ministero antimafia di Palermo, intitolato “Il ritorno del Principe”, si rafforza questa convinzione che abbiamo sempre avuta, che mafia e corruzione siano ormai costitutive del potere nel nostro paese

Ricordate il “Principe” di Machiavelli?

In politica, diceva Macchiavelli. qualsiasi mezzo è lecito.

C’è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c’è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento.

Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa.

II libro “Il ritorno del Principe” è questo: racconta l’oscenità del potere ( dove osceno ha il suo significato etimologico di “fuori scena”), quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi.

Ci avviamo verso una democrazia mafiosa?

Gli italiani possono reagire, è già successo, dice Scarpinato. Per esempio con la stagione di Tangentopoli, quando sembrò che il popolo italiano fosse disponibile ad un soprassalto di indignazione.

Come è andata a finire lo sappiamo.

Adesso quelli che ricordano con nostalgia quel periodo sono bollati come giustizialisti.

Accosto Scarpinato alla fine della presentazione del suo libro e scambio due parole con lui.

Mi dice che l’unica speranza è rappresentata dal fatto che, volenti o nolenti, apparteniamo all’Europa e questo impedirà ai più spregiudicati dei nostri governanti molte mosse che lui definisce “oscene

Sulla dedica che appone alla mia copia del suo libro scrive: “Sperando nell’Europa”

roberto__scarpinato.jpg


Impronte ai rom: razzismo, cos’altro?

Il razzismo non è un teorema, è una cosa concreta.

Ed è facile da dimostrare, non si scappa, non ci sono dubbi o alternative.

Se tu prendi le impronte ai ladri, siano italiani o rom, fai una cosa corretta.

Se tu prendi le impronte solo ai rom, discrimini non sulla base di un reato, ma attribuendo la propensione a commetterlo a chi appartiene ad una certa etnia.

Quindi fai un ragionamento di razza ( etnos) . Sei razzista, non si sfugge.

Poi lo puoi chiamare censimento, invece che schedatura, non cambia assolutamente nulla.

E’ sempre una prassi razzista, in quanto basata esclusivamente su una discriminazione di razza.

Diverso sarebbe dire che si prendono le impronte a tutti i minori che commettono reati ( a quel punto anche se il 100% di loro fossero rom per come è stata impostata e realizzata la cosa non avremmo una prassi razzista, cioè basata sul colore della pelle o della provenienza, ma sui comportamenti espressi).

Si otterrebbe un risultato migliore sul tema della sicurezza inasprendo le pene per i reati di maggiore allarme sociale, dando maggiori risorse alla magistratura e alle forze dell’ordine, smettendo di farneticare sulle leggi bloccaprocessi, che altro non sono che amnistie mascherate.

Il fatto è che chi ha vinto le elezioni le ha vinte anche ( e in buona parte) promettendo di impegnarsi di più sulla sicurezza.

E questo nessuno lo discute.

Ma tra i correttivi che propongo io, sicuramente più efficaci, ma meno appariscenti, e la schedatura dei rom, sicuramente razzista, se si conosce l’uso e l’etimologia delle parole, prevale la seconda semplicemente perchè FA PIU’ SCENA.

E non escludo che porti consensi, in un paese sempre meno abituato a ragionare e sempre più disponibile a farsi condizionare dalla spettacolarizzazione della politica.

Il fatto è che questo governo


1)non vuole toccare la spesa pubblica ( perchè ha molti elettori che campano di sprechi)

2)non ha il coraggio di togliere ai ricchi ( nonostante tutte le prese di fondelli di Tremonti sulle Robin Tax)

E allora cosa può offrire ai ceti deboli, delusi nelle loro aspettative per quanto riguarda carovita e lavoro ( le prime due preoccupazioni secondo un sondaggio)???

Una risposta scenografica sulla sicurezza.

Tremonti fa “la cosa giusta”. Anzi, meglio, fa “una cosa di sinistra”

Si è parlato a lungo della nuova stagione di Berlusconi, del suo sbandierato passaggio da uomo di parte a uomo di stato, dell’energia e della determinazione con la quale sta compiendo i primi passi in questa sua ennesima avventura governativa.

Staremo a vedere.

Un fatto è certo, però.

Come dice Di Pietro, l’uomo ha perso il pelo, ma non il vizio. Già in questi primi giorni il suo governo, in mezzo all’assordante coro di elogi per i provvedimenti d’urgenza su sicurezza e rifiuti, tenta di piazzare qua e là i soliti ordigni legislativi ad personam : vedi le norme sul patteggiamento dei processi in corso, per fortuna rientrate, vedi l’emendamento Salva-Rete4.

Ma chi invece sta tirando fuori un volto veramente nuovo è il “no-global “ Tremonti.

Non sappiamo con certezza con quali argomentazioni sia riuscito a convincere le banche ad accettare la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile divenuti insostenibili negli ultimi tempi.

Non sappiamo se abbia usato la moral suasion ( avete veramente guadagnato troppo, adesso cercate di fare un passo indietro) o la ..fiscal suasion ( fate come vi dico oppure mando la guardia di finaza a spulciare le vostre carte) come insinuano alcuni retroscenisti .

Non ci interessa.

Fatto sta che adesso moltissime famiglie appartenenti ai ceti deboli tirano un sospiro di sollievo.

Siamo sicuri che le tv torneranno in massa a visitarle.

Durante il governo Prodi ci raccontavano il loro disagio ed il loro terrore di perdere la casa per l’impossibilità di pagare le rate del mutuo.Adesso ci racconteranno il loro sollievo per la diluizione del prestito.

Tutto è relativo, ovviamente.

Forse c’era eccessiva enfasi prima nel descrivere quel disagio, ce ne sarà sicuramente molta di più adesso nel raccontare di questo sollievo.

Ma sicuramente Tremonti ha fatto una cosa giusta.

Anzi, dirò di più: ha fatto una cosa di sinistra.

Avremmo voluto che la facessero Prodi e Bersani: in fondo li avevano votati per questo…