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Walter è D’Artagnan, Silvio non si rassegna ad essere Maramaldo

Tutti si domandano se, con la sua strategia della solitudine e del rifiuto di ogni compromesso, Walter Veltroni non stia scegliendo di andare incontro ad “una bella morte”, cioè ad una sconfitta onorevolissima, piuttosto che puntare alla vittoria.

Se cioè non stia consapevolmente puntando a fare il pieno dei voti del Pd, rinunciando però in partenza alla vittoria complessiva del Centro Sinistra.

Lui nega..

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Si dice convinto che, anche marciando disuniti, i partiti del centrosinistra possano farcela.

Intanto però si prende il lusso di dettare, dentro casa sua, regole che vanno decisamente incontro al desiderio di rinnovamento e pulizia che si respira in giro.

Niente candidati con procedimenti in corso ( Casini che ha in animo di candidare Cuffaro è avvertito).

Niente candidati con sentenza passata in giudicato ( “Anche noi faremo così- sbraita la Prestigiacomo ad Anno Zero, poi qualcuno le ricorda Dell’Utri e lei balbetta).

Niente candidati di lungo corso.

Niente trattative estenuanti con i partitini dello zerovirgola.

Insomma è come D’Artagnan.

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Anzi più coraggioso.

All’inizio del Romanzo “I Tre moschettieri” D’artagnan accetta di incontrarsi nella stessa mattinata con Athos, Portho e Aramis, sapendo però che li affronterà uno alla volta.

E’ già uno svantaggio dover affrontare tre duelli nella stessa mattina, ma confida di batterli tutti e tre nell’uno contro uno.

Walter ,invece, si dirige verso il Convento delle Carmelitane Scalze con tranquillità, anche se sa che gli avversari si presenteranno in gruppo.

Un coraggioso o un incosciente? Uno stratega oppure uno che cerca, come si diceva prima , la bella morte?

Lo scopriremo vivendo, diceva Lucio Battisti.

Il fatto è che gli altri, gli avversari, soprattutto Silvio, sono disorientati.

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Silvio
, come Romano, è abituato a vincere ( o a perdere di un soffio) con un unico sistema: l’ammucchiata.

Adesso è in difficoltà. Sente che, vincendo, la sua sarà una vittoria senza onore ( bella forza, gli diranno, non solo c’hai le tv, ma eravate tanti contro uno).

Sente che essere sconfitti in queste condizioni sarebbe un disastro.

Anche lui ha la tentazione di andare al Convento delle Carmelitane da solo, per dimostrare la sua gagliardia, anche se ha vent’anni di più.

Ma poi alla fine non lo farà: preferisce vincere slealmente, che rischiare di perdere giocando pulito.

Il guinzaglio e le promesse elettorali

Già di primo mattino, una mia cagnetta, subito dopo aver mangiato e fatto i suoi bisogni in un piccolo spazio esterno alla casa, comincia a dare segni di nervosismo perchè vuole uscire.

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Mugola, va avanti e indietro per l’appartamento, comincia a raspare sulla porta di casa.

Per stare tranquilli ricorriamo ad un metodo molto semplice: le mettiamo il guinzaglio.

Per lei equivale alla promessa di essere portata fuori.

Siccome è l’azione che precede l’uscita per lei equivale all’uscita ( lo sappiamo dai tempi di Pavlov)

Si mette a sonnecchiare da qualche parte in fiduciosa attesa, senza più alcun segno di eccitazione o nervosismo

L’uscita, poi, puntualmente si verifica.

Ma quando fa comodo a noi, non a lei.

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Qualche volta mi sembra che anche con noi certi politici adottino un sistema analogo.

Ci fanno mirabolanti promesse ( così come io metto il guinzaglio/ promessa d’uscita), poi si fanno tranquillamente gli affari propri.

E andrebbe anche bene se poi, una volta fattisi, gli affari loro, si ricordassero di onorare le loro promesse, così come io una volta che ho messo al cane il guinzaglio, poi, cascasse il mondo, lo porto fuori.

Il dramma è che, per restare alla metafora, quegli uomini politici, ci lasciano sempre dove siamo e avete capito dove.

Altro che portarci fuori!

La situazione è grave ma non è seria ( il paese dei cannoli)

Casini persevera diabolicamente nell’errore e proclama a gran voce che, dimettendosi, Cuffaro ha dimostrato responsabilità e senso delle istituzioni.

La realtà è un’altra: Cuffaro si è dimesso per evitare che andassero  a buon fine le iniziative avviate per rimuoverlo dalla carica.

Nel frattempo si disperano nell’ordine :

Flickr image1) il pasticcere che ha fatto i cannoli, amico d’infanzia di Cuffaro: sapeva che erano un dolce impegnativo da digerire, soprattutto se mangaiato a metà mattina, ma non immaginava che quelli destinati all’amico Totò gli si sarebbero messi così di traverso sullo stomaco ;

2) Gli amici di Raffadali, paese natale di Totò, che hanno comprato i cannoli: mai avrebbero immaginato che ci fosse qualcosa di male a festeggiare i cinque anni di carcere; fiduciosi com’erano nel discernimento del loro compaesano e, avendolo visto raggiante per la condanna, avevano pensato di fargli cosa gradita…

Flickr image3) I siciliani onesti ( quelli che i mass media capaci di resistere a tutto tranne che alla tentazione dei luoghi comuni amano definire “la stragrande maggioranza dei siciliani”): il fatto che abbia fatto il giro del mondo la foto del loro Governatore intento a “festeggiare” la condanna non li entusiasma per niente.

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P.S.

Flickr imageLa spazzatura a Napoli, i cannoli a Palermo, la lottizzazione della Asl: tre simpatiche vicende emerse in questo primo scorcio di 2008 che dimostrano una volta di più che , come diceva Flaiano, in questo Paese, la situazione è grave, ma non è seria.

I cannoli di Totò, la rabbia di Pierferdi

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Casini è sempre pacato.

Quasi sempre.

C’è qualcosa che, inspiegabilmente, dà il la alla sua iracondia.

E’ il sentire pronunciare da uno qualsiasi dei suoi interlocutori antagonisti tre sillabe: quelle che compongono il nome del governatore della Sicilia Cuffaro.

cuffaro cannoliCondannato a 5 anni per favoreggiamento di un mafioso ( gli avrebbe comunicato che il suo telefono era sotto controllo) Cuffaro rifiuta di dimettersi perchè è stato riconosciuto colpevole solo di aver favorito un mafioso ( adesso si scopre che si sarebbe dimesso solo se la condanna avesse dichiarato la sua contiguità all’intera organizzazione mafiosa e non a singoli malavitosi).

Casini che ha un seguito del 5-6% a livello nazionale, ma che in Sicilia gode di un consenso pari al 18% della popolazione, preferisce calpestare le regole del buon senso e della decenza che buttare a mare il suo fedelissimo: sa che senza di lui il suo partito perderebbe molta della sua forza contrattuale.

Flickr imageCon la puntata di eri sera di Ballarò abbiamo appreso che ci sono altre tre sillabe che mandano in bestia Casini, fino al punto da portarlo ad inveire in maniera sgangherata contro due ministri. le tre sillabe sono quelle che compongono la parola cannoli.

Cuffaro, infatti, non solo non si è dimesso, ma, felice come una pasqua per essere stato condannato solo a 5 anni, ha offerto a tutti un enorme vassoio di cannoli.

E’ in arrivo la terza Repubblica ( ma assomiglierà alla prima e alla seconda)

travaglio

 

Guardo “Niente di Personale” sulla 7.

C’ è un giornalista puro e duro ( Marco Travaglio) che è ormai rimasto tra i pochi personaggi pubblici che riescono a vedere le cose per quello che sono.

Per lui un latitante NON è un esule un condannato con sentenza definitiva è un pregiudicato e NON una vittima della malagiustizia, un immeritevole che diventa primario in un ospedale grazie alle sue entrature politiche NON è un uomo che ha saputo crearsi un network di amicizie, ma semplicemente un furbacchione che ha scelto strade traverse per ottenere quello che a tutti gli altri piacerebbe vedere conquistato con fatica.

Il giornalista puro e duro si esprime con chiarezza: non ha bisogno di arrampicarsi sugli specchi per dimostrare cose che sono evidenti a tutti.

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Nella stessa trasmissione c’è un giornalista antagonista del primo. Si esprime in maniera confusa e contorta, sembra imbarazzato lui stesso dalle cose che dice.

Che pena! Eppure, se siamo lettori di giornali e se guardiamo i tg, questa è la fauna prevalentemente circolante.

Il giornalista puro e duro non viene quasi mai smentito dal collega, risulta sempre molto più documentato sui fatti di chiunque altro.

Il collega si limita a dargli del moralista, a fare del sarcasmo sui suoi articoli definiti simili a “mattinali di questura”

E’ un vecchio metodo. Quando uno dice che il re è nudo o è un ingenuo o un moralista.

Nel frattempo alle persone normali, che sono i più, non resta che assistere all’avvicendarsi delle Repubbliche, una più corrotta dell’altra.