ROMA – Tolta la scorta al deputato del Pdl Paolo Guzzanti, ex presidente della commissione d’inchiesta Mitrokhin.
“Con un messaggio irricevibile perche’ inviato alla Camera nei giorni di agosto – racconta Guzzanti – il prefetto di Roma mi comunica che lo Stato ha deciso di non proteggermi piu’ dopo quattro anni di scorta armata di terzo e di secondo livello. Questo provvedimento non puo’ in alcun modo essere giustificato con i tagli alle auto blu dei ‘vip’ della politica, trattandosi invece della doverosa protezione che lo Stato e’ tenuto ad erogare nei confronti delle persone a rischio”.
COMMENTO:
Delle due l’una.
O Guzzanti è, come alcuni sostengono, un mitomane, un visionario e un rompicoglioni da Guiness dei primati e allora ben vengano il taglio della scorta. Se non ci sono pericoli, la scorta è solo un riflesso di status, quindi una spesa inutile.
Oppure Guzzanti ha ragione nel ritenere di essere in pericolo di vita. E allora si sta muovendo con leggerezza chi lo lascia palesemente indifeso.
Ovviamente, come spesso accade per i provvedimenti di questo Governo ( e Guzzanti ben lo sa, visto che lo sostiene) sulla vicenda non arriva alcun tipo di precisazione.
Ci si dimentica che non solo Guzzanti, ma anche noi cittadini che siamo chiamati a pagarla, abbiamo il diritto di sapere se quella scorta è inutile e quindi costituisce uno spreco da depennare oppure è giustificata e quindi è un costo di cui dobbiamo continuare a farci carico per tutelare la vita di uno dei nostri rappresentanti(*) in parlamento.
Dopo tutto non sarebbe la prima volta che qualcuno che veniva definito un “rompicoglioni” dal Ministro degli interni ci rimette le penne per la leggerezza e la superficialità di quelli che decidono la distribuzione dei servizi scorte ( v. delitto Biagi). E al governo c’era sempre questa maggioranza ( quella che Guzzanti sostiene).
( *)Stavo per scrivere eletti, ma, grazie al mai abbastanza lodato Porcellum quella è diventata una parola desueta, meglio dire nominati).