

Chi ha fatto politica, fino ad oggi, ha trovato sempre nella prospettiva della crescita continua l’orizzonte cui affidare la soluzione di problemi di squilibrio sociale ormai intollerabili.
Ormai era di moda pensare che le risorse per risolvere i problemi degli indigenti e degli incapienti arrivassero dall’aumento del Pil e dei fatturati.
Adesso che la favola della crescita si sgonfia, gli alibi sono finiti.
Chi governerà il paese, se vuole farlo facendosi carico dei più deboli, come ormai sostengono tutti ( perfino dalle parti di Storace ) dovrà mettere le mani sulle risorse esistenti.
Insomma togliere qualcosa ai più ricchi per darla ai poveri.
Oppure tagliare drasticamente la spesa pubblica e i costi della politica ( ma questa è una utopia, con la classe politica che ci ritroviamo)