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Sparito Robin Hood (chissenefrega dei poveri..) meglio tutelare i banchieri. Parola di Scalfari.

Pubblico qui una sintesi, come al solito non autorizzata, dell’editoriale domenicale di Eugenio Scalfari.

Riflette sul grande clamore mediatico che circonda l’azione del governo durante la crisi economica internazionale. Sembra che il nostro governo e il nostro premier stiano al centro dell’universo, vero centro motore di tutto.

Ovviamente non è così.

Nella seconda parte dell’articolo fioccano le critiche su Tremonti, bravo nel prevedere la crisi, ma patetico nelle scelte con le quali cerca di contrastarla.

Ecco la sintesi:

GUARDANDO le nostre televisioni e sfogliando le pagine dei nostri giornali emerge un aspetto consolante: il patrio governo e il suo leader hanno guadagnato molti punti in tema di prestigio internazionale. Tutti ci cercano, vogliono i nostri consigli, valutano con apprezzamento i nostri programmi, chiedono la nostra mediazione. Tra i grandi della Terra il nostro peso è crescente.

Che cosa si vuole di più ?

Questa crescita di autorevolezza trae conferma dalle dichiarazioni degli interessati e in particolare da quelle del presidente del Consiglio e del ministro dell’Economia che i nostri “media” riportano con la massima evidenza e il dovuto compiacimento

In questa immaginaria rassegna dei primati italiani conta poco che gran parte dei progetti siano soltanto scatole vuote, annunci generici, espedienti mediatici .
Per il pubblico italiano, istruito dai media nostrani e dalle dichiarazioni dei nostri governanti, il motore della lotta contro la crisi planetaria  sta a palazzo Chigi.
Perfino il voto contro la politica “climatica” dell’Europa, che ha comportato due mesi di stallo, è  presentato come il segno della nostra forza internazionale e della nostra lungimiranza.

Queste esaltazioni mediatiche sono prive di rapporto con la realtà e con la verità .

Un diffuso esercizio mediatico è quello della scoperta dell’acqua calda presentata come la prova della intelligenza e della vigilanza dei governi e delle istituzioni internazionali. Quell’esercizio non è limitato all’Italia ma si estende a tutto l’Occidente.
Si è scoperto pochi giorni fa che la crisi finanziaria sta incidendo sull’economia reale.
E ve ne accorgete adesso? Non era chiaro fin dall’inizio? Quando le crisi finanziarie superano una certa soglia e una certa dimensione, i loro effetti tracimano inevitabilmente al di là dell’aspetto congiunturale e avviano processi più o meno lunghi di ristagno e recessione.
Invece no, non se n’erano accorti, anzi davano dello stolto o del catastrofista a chi fin dall’inizio raccomandava di attuare provvedimenti capaci di arginare o rallentare le conseguenze negative sull’economia reale.

Da questo punto di vista la palma del primato spetta alla Banca centrale europea e alla Commissione di Bruxelles.

La prima per aver mantenuto testardamente il tasso di interesse al 4.25 senza poter esercitare nessun freno sull’inflazione ma provocando invece deleteri effetti sul costo dei mutui immobiliari e dei prestiti alle imprese.

La seconda
difendendo rigidamente la soglia di stabilità del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil e martellando i governi affinché perseguissero politiche di tagli di spesa e pareggio dei bilanci.

In questo panorama Giulio Tremonti rappresenta un caso anomalo e per certi aspetti patetico. Fu tra i primi a dare l’allarme nel giugno scorso sulle dimensioni della crisi finanziaria e bancaria in arrivo. Indicò gli scenari e le opzioni che si aprivano e, sia pure in termini generici, le politiche che si sarebbero dovute adottare.

Ma poi, una volta messo alla guida dell’Economia, fece esattamente il contrario di quanto aveva indicato.

Fece approvare in nove minuti e mezzo (ricordate?) una legge finanziaria triennale che non merita altra definizione se non quella di configurare una politica economica deflazionistica. Una legge come quella, che punta ad abbassare la spesa per molte decine di miliardi con tagli “orizzontali”, adottata da chi vede arrivare – e lo predice – una tempesta finanziaria con evidenti conseguenze recessive, è un comportamento inspiegabile.

Altrettanto inspiegabile la vicenda della “Robin-tax” che campeggiò nelle prime pagine dei giornali per almeno un mese e su cui Tremonti costruì una parte del suo fascino mediatico. Fu il fiore all’occhiello del nuovo ministro dell’Economia tassare i ricchi per dare ai poveri, tassare le banche per finanziare la “social card” da distribuire ad un milione di italiani con redditi inferiori agli 8 mila euro annui. Totale preventivato 400 milioni.

Sono passati quasi cinque mesi da quel piccolo colpo di teatro mediatico: la “social card” sarà distribuita a dicembre ma nel frattempo le banche hanno cessato d’esser ricche, il governo anziché tassarle deve sostenerle e per farlo ha varato un decreto dove prevede: “cifre illimitate” pur di evitare fallimenti.
Robin Hood se n’è andato dalla foresta di Sherwood, lo sceriffo di Nottingham gira col saio e il bastone del pellegrino e noi contribuenti attendiamo di sapere quanto costa il suo sostentamento.
Non è patetico?

Eugenio Scalfari

Robin Hood? Mai visto qui a Sherwood ( le palle di Tremonti)

In campagna elettorale sembrava che a tutto l’arco costituzionale da Santanchè a Bertinotti stessero a cuore le difficoltà dei ceti deboli.

Chiunque vada al governo, pensavamo, affronterà con urgenza , vista l’enfasi che tutti danno a questo problema, la storia della terza e della quarta settimana.

Poi arriva il nuovo governo e da quella montagna di buone intenzioni cominciano a uscire fuori solo striminziti topolini.

Primo esempio: i mutui. Sembrava una trovata fantastica quella del consentire a tutti di recuperare il tasso del 2006.

Poi si scopre che la cosa si può fare solo dall’anno prossimo, quindi il sollievo non è immediato. Poi che quasi sicuramente costerà l’allungamento del prestito. Poi che di fatto stoppa il percorso virtuoso iniziato dalla legge Bersani sulla portabilità dei mutui.

Altro che penalizzazione delle banche!

Secondo esempio: la tassazione ridotta degli straordinari.

Bene, meglio che niente. Ma poi si scopre che è una buona cosa solo per alcuni, ma di fatto non dà nulla agli altri ( gli statali ne sono esclusi, molte donne non possono fare straodinari perchè già hanno nella gestione della famiglia il loro carico di ore straordinarie non retribuite).

Terzo esempio. l’Ici. Come è noto l’Ici per i meno abbienti era stata soppressa dal governo Prodi.Berlusconi per una scelta di pura immagine ha deciso di prometterla anche a tutti gli altri.

Qual’è il risultato? Due miliardi regalati ai benestanti.

Sono troppo drastico? Andate a leggervi l’inchiesta di Repubblica di oggi su Piazza Navona, Piazza di Spagna, i Parioli.

Stiamo parlando di zone di Roma in cui gli appartamenti valgono fino a 20000 euro al metro quadro. Stiamo parlando di persone ricche o molto benestanti che pagavano amche 3000 euro di Ici all’anno e che neanche si accorgevano di pagarla ( per molti di loro era l’equivalente di una buona cena in un ristorante di lusso o di un week end).

Bene, tutte queste persone non pagheranno più nulla. A meno che le loro lussuose residenze non siano classificate A1.

Quanti sono gli appartamenti classificati A1 a Piazza Navona? Almeno qualche decina, direte voi.

Errore: ce n’è uno solo. Tutti gli altri sono classificati da A2 in giù e non pagheranno nulla.

Nel frattempo, mentre si beneficano questi residenti di lusso, nessuno sembra avere urgenza di preoccuparsi di quelli che non possiedono nemmeno la casa in cui vivono.

Quei soldi regalati ai proprietari di immobili ( tra cui molti di grande valore) non potevano finaziare almeno una detrazione degli affitti?

Come risolverà l’emergenza della terza o della quarta settimana queato governo?

Qualcosa farà, non ho dubbi, ma se questo è l’inizio…

Una cosa è certa ed è questa: più ci allontaneremo nel tempo dal Governo Prodi e quindi dalla possibilità di addebitargli le disgrazie del Paese, più verrà ridimensionato nei media ogni riferimento alle masse dei nuovi poveri.

Attendiamo naturalmente con ansia le mosse di Robin Hood Tremonti sui petrolieri.

Ha promesso che saranno alleggeriti di una parte dei loro ingenti e scandalosi guadagni e che si utilizzeranno queste risorse per andare incontro ai più deboli.

Noi che viviamo nella foresta di Sherwood, però, fino ad ora abbiamo visto solo passare e ripassare lo sceriffo di Nottingham…

Robin Hood? Come la temperatura di Bolzano: non pervenuto .