Archivi tag: sicurezza

De Corato, se ci sei batti un colpo!

A Milano c’è un vicesindaco che ha fatto della sicurezza e della vivibilità dei quartieri il suo cavallo di battaglia.

Vorremmo sapere da lui cosa ne pensa delle minacce ai giornalisti di cui ieri si è reso responsabile il servizio d’ordine del circolo Cuore Nero ( v.  qui).

Ci piacerebbe sentirlo condannare quegli episodi, così chiaramente documentati da You Reporter.

Perchè la violenza è violenza, chiunque la pratichi.

O no?

Cazzate a raffica, è il solito Silvio….

Il premier dà una conferenza stampa, ma precisa subito che non risponde alle domande dei giornalisti.

Lui “comunica”.

Ovviamente ne approfitta per spararle  grosse.

«Il governo sta mantenendo tutte le promesse fatte in campagna elettorale con le sole nostre forze, grazie a una maggioranza sempre coesa e senza alcun supporto dell’opposizione».

La politica del Governo per le fasce deboli «è decisamente una politica di sinistra».

Questo  sostiene , introducendo le misure preparate dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi.

«Uno Stato davvero democratico deve fare attenzione a chi è meno fortunato. Per questo abbiamo iniziato ad affrontare in profondità i bisogni delle famiglie deboli, e abbiamo messo a punto modello sociale che vogliamo perseguire. È una politica decisamente di sinistra: possiamo affermare che il governo di centro, liberale, che ha messo insieme laici, cattolici e riformisti, intende fare una politica che è decisamente quella politica che la sinistra a parole aveva sempre promesso».

Poi dà i numeri dell’iper attivismo del governo. «Stiamo cercando di dare soluzioni corrette alle molte questioni irrisolte che abbiamo ereditato e sono felice che ci stiamo riuscendo. Dall’8 maggio al 18 luglio abbiamo varato 41 provvedimenti: 16 ddl, 10 dl, 15 decreti legislativi. E il Parlamento ne ha approvati 15. E dei provvedimenti vorrei sottolineare più la qualità che il numero».

Il dialogo «proposto dall’opposizione con tanta retorica» si è rivelato «solo una cortina fumogena attraverso cui la sinistra continua a nascondere le sue tante debolezze».

Poi, tanto per dire una cosa nuova, critica la sinistra giustizialista che ha saputo solo mettere in campo «i soliti pregiudizi contro di me» dimostrando «sudditanza verso le procure politicizzate e un cedimento alla violenza verbale di certi giustizialisti che hanno imbarcato con loro alle elezioni».

Sul capolavoro Alitalia, un piano disastroso,  molto peggiore rispetto a quello di Air France, l’ultima perla: «Sto lavorando. Oggi pomeriggio ho una riunione con Tremonti ed altri. Abbiamo i capitali necessari». Berlusconi lancia anche lo slogan: «Io amo l’Italia e volo Alitalia». Berlusconi lancia anche lo slogan: «Io amo l’Italia e volo Alitalia».

Per ultimo il futuro: «Abbiamo già tracciato la nostra tabella di marcia per dopo l’estate. Lavoreremo principalmente in parallelo a tre grandi riforme: federalismo fiscale, riforma della giustizia, legge elettorale per le europee».

Il premier non vuole domande, comunica.

Ma un pensiero sorge spontaneo: forse è vero quello che ha detto una volta.

Ci sono molti coglioni tra gli elettori.

Solo che non sono quelli che gli votano contro, sono quelli che si bevono le sue panzane.

Lodo Alfano, fine di un incubo. Peccato che il programma prevedesse ben altro…

E’ passato il Lodo Alfano. Andrò con la mia famiglia a festeggiare. Sceglieremo un ristorante di lusso, uno di quelli che si scelgono per le grandi occasioni.

E parleremo del nuovo Governo e della felicità che ci sta dando con le sue iniziative.

Grande impatto sulle urgenze del paese ha questo governo, non c’è che dire.

Messasi al petto la medaglietta dei rifiuti (dove ha fatto meglio di chi lo ha preceduto perchè peggio era impossibile) il nuovo Governo

1) ha tentato di far passare un vergognoso emendamento su Rete 4, ha dilapidato soldi per l’abolizione dell’Ici sulle case di maggior valore ( sulle altre aveva provveduto Prodi)

2) ha confermato i livelli di prelievo fiscale del governo precedente dopo averli criticati in maniera asfissiante per tutta la campagna elettorale

3) ha beccato dall’Europa una tirata d’orecchi da levare il fiato sui condoni del 2002 e del 2004 ( ma quasi nessuno ne ha parlato e Tremonti ha minimizzato: “OK, abbiamo capito, non lo faremo più”).

tremonti_1.img_assist_custom.jpg

4) si è mosso in modo confuso e contraddittorio sulla sicurezza ( facendosi richiamare dall’Europa anche in questo caso)

5)ha tentato di bloccare 100.000 processi per annullare quello del premier.

Poi alla fine ha portato a casa il lodo Alfano.

Grande gioia tra i pensionati, i disoccupati, i senza casa, insomma tutti quelli che venivano blanditi prima delle elezioni e che adesso però, nonostante li si prenda giornalmente per il culo, sono felici ugualmente perchè l’incubo del processo Mills non ce l’hanno più.

E’ per questo che andremo a festeggiare…

Quante bugie sulla sicurezza!

maroni_10.img_assist_custom.JPG

Riprendo qui un articolo di Gad Lerner sulla sicurezza apparso su Vanity Fair prima dell’elezione del sindaco Alemanno. Esprime un punto di vista diventato improvvisamente minoritario e impopolare nel paese.

E’ sicuramente un importante invito a riflettere sul tema della sicurezza( e qui mi riferisco all’ordine pubblico) e , soprattutto, su quello dell’insicurezza ( e qui faccio riferimento alla psicologia).

violenza.jpg

Non so in che misura la violenza sessuale esercitata il 16 aprile scorso dal rumeno Joan Rus su una studentessa sudafricana abbia influenzato l’elezione del sindaco di Roma.

Ma so che nel frattempo lo stupro, l’abuso e l’umiliazione si ripetono in Italia centinaia, migliaia di volte senza diventare un “caso politico”, solo perché nella grande maggioranza dei casi i violentatori sono nativi della penisola anziché immigrati.

E magari pure capifamiglia che tra le mura domestiche si sentono in diritto di spadroneggiare sulle “nostre” femmine, salvo poi comprare a modico prezzo il sesso delle straniere prostitute quando decidono di concedersi una libera uscita. Almeno un paio di volte alla settimana viene ritrovato il cadavere di una di queste poverette in una roggia o in un bosco, magari nuda e chiusa in un sacco della spazzatura. Ma state tranquilli che la politica non ci farà su comizi; i giornali ricameranno serial killer lontano dalla prima pagina; e nessun sindaco veronese invocherà la pena di morte per gli esagerati consumatori nostrani di carne d’importazione.

Come avrete capito, sono molto molto arrabbiato.

Vedo l’Italia diventare razzista e becera.

Vedo i giornali, nessuno escluso, pubblicare tabelle fuorvianti sulla percentuale di delinquenza dei romeni, lasciando intendere ai distratti che la maggior parte dei reati commessi in Italia siano opera loro.

Bugia di facile presa. Perché è vero che la miseria e l’ignoranza alzano le percentuali della criminalità fra i nuovi venuti, e questo rappresenta un problema di ordine pubblico.

Ma è un falso ignobile che il problema della sicurezza coincida col problema dell’immigrazione.

E resta un falso ignobile anche se ormai è chiaro come sulla paura dello straniero in Italia si vincono e si perdono le elezioni.

Dopo Joan Rus, il secondo criminale rumeno sbattuto in prima pagina nella settimana dei ballottaggi elettorali è il ventenne Claudiu Stioleru, immigrato a Lugagnano di Soma. Reo confesso dell’omicidio del suo datore di lavoro che lo tormentava con richieste di prestazioni sessuali, gli inquirenti lo sospettano di averne ucciso anche la moglie.

Ma prendono molto sul serio quel mercimonio che non si accontenta del lavoro nero ma coinvolge altri giovani operai in un rapporto di totale sottomissione, come ora emerge dalle indagini in ambienti perbenisti dove l’omosessualità implica l’essere due volte clandestini. E allora come finirà il processo a Claudiu Stioleru? Con la pena di morte invocata dal sindaco leghista o con le attenuanti generiche previste dal codice penale? In ogni caso sarà un peggioramento nella malattia dello spirito italiano.
Cosa volete che importino le decine –sì, decine- di rumeni morti sul lavoro nel nostro paese nei sei mesi trascorsi dall’omicidio di Giovanna Reggiani a Tor di Quinto?

Secondo voi qualcuno s’è peritato di verificare che fine abbia fatto Emilia, la donna rom che ne ha denunciato l’assassino Nicole Mailat? L’avranno sgomberata insieme agli altri, anzi, “derattizzata” per usare il linguaggio nazista che va per la maggiore.
Ricevo obiezioni: ci indigniamo per i reati commessi da rumeni già delinquenti a casa loro, perché non dovrebbero vivere sul nostro territorio.

Ma contatela giusta: vi indignate perché vi dà fastidio la miseria umana sotto i cavalcavia. Magari v’illudete di poter far senza le badanti e i muratori rumeni. E in ogni caso vorreste che di notte scompaiano d’incanto, salvo presentarsi puliti e sorridenti la mattina dopo sul posto di lavoro.
Mi fanno cascare le braccia i politici che si rifugiano dietro alla formula lapalissiana: la sicurezza non è né di destra né di sinistra. Senza accorgersi che questo loro opportunismo ha alimentato una concezione razzista della sicurezza facendo sì che ormai, nell’Italia 2008, eccome se è diventata di destra la sicurezza.
Oggi tocca ai rumeni come ieri toccò agli albanesi e ai marocchini, e l’altro ieri agli ebrei (che nell’Europa dell’est erano poveri, troppi, un po’ sudici e un po’ ladri, mica facevano chic come oggi).

Sono sicuro che un giorno ci vergogneremo della campagna razziale in atto, ma sarà troppo tardi. E allora cercheremo indulgenza magari nelle pagine meravigliose del filosofo rumeno Constantin Noica, tanti anni trascorsi nelle carceri comuniste dove ha scritto un capolavoro: “Pregate per il fratello Alessandro” (Il Mulino). Lettura da non perdere, dedicata a uno che seppe vergognarsi.

Gad Lerner

Le famiglie sul satellite ( l’informazione secondo Emilio Fede)

famiglia.thumbnail_0.jpg

Parte il nuovo SuperGoverno Berlusconi.

Mai come
questa volta
senza alibi.

I problemi del paese sono molti.

Alcuni di essi sono stati così “pompati” dalle tv controllate dal nuovo premier da risultare adesso, proprio per l’attenzione che hanno ricevuto, più scottanti di altri.

Parlo dei rifiuti, della sicurezza e dell‘Alitalia, dei salari

E’ proprio vantandosi di possedere la ricetta più efficace su questi temi che Berlusconi ha stravinto.

Come cittadini che partecipano alla vita politica attraverso il voto dobbiamo ora essere particolarmente attenti alle informazioni che riceveremo dalle tv , confrontandole con tutte le altre più liberamente circolanti su carta stampata e Internet.

Per evitare che ai nostri danni si compia il grande imbroglio farci credere risolti problemi che non lo sono.

fido.thumbnail.jpeg

Un esempio per tutti: dove sono finiti i martellanti servizi sul disagio economico dei ceti deboli, che prima non arrivavano alla quarta settimana del mese e più di recente avevano cominciato ad entrare in crisi già all’inizio della terza?

Su Rete4 queste notizie erano all’ordine del giorno, tutti i giorni.

Dal 14 aprile sono sparite.

Dove saranno finite quelle famiglie in dfficoltà?

gps_satellite_650.thumbnail.jpg

Sul satellite destinato a Rete4?

Padania is not Italy- Intervista a Matteo Salvini, neodeputato della Lega.

Da CHIAMAMILANO
Italia? No, grazie. “Mi sento milanese, lombardo, padano, europeo, cittadino del mondo”.
Matteo Salvini, capogruppo in consiglio comunale della Lega e neoeletto deputato in Parlamento lo ha stampato anche sulla sua maglietta.

“Padania is not Italy”, per l’appunto.

In Padania si vive, si mangia, si lavora in maniera diversa, ci spiega.
Piuttosto che all’Italia, la Padania preferirebbe paradossalmente appartenere alla Spagna socialista di Zapatero.

Modello Barcellona, ad esempio. Una città multietnica, ma in cui, diversamente da Milano, “ognuno sta al suo posto”.

Un certo feeling con la sinistra gli è rimasto da quel lontano 1997, quando si tennero le elezioni per il fantomatico Parlamento padano e il neodeputato correva per i Comunisti padani.
Chissà, forse ora, dopo l’exploit della Lega alle ultime elezioni, il sogno federalista di Bossi e compagni potrà realizzarsi e la Padania potrà conquistare l’agognata indipendenza.

E Salvini tornerà nei panni di un Che della pedemontana.

Per ora tocca contraddire Salvini: Lombardia, Veneto e Piemonte sono territori italiani. Tanto che il Presidente del consiglio in Pectore ha preferito lasciare ai propri posti Formigoni e Galan pur di non vedere un’ulteriore avanzata delle truppe del carroccio nel Lombardo-Veneto.

In missione a Roma per “portare a casa soldi e poteri per la Lombardia e per Milano”, il neodeputato milanese assicura che obiettivo della Lega resta quello di garantire sicurezza e normalità a tutti i cittadini.
La “caccia” allo straniero rappresenterà in questo contesto la chiave di volta attorno cui far ruotare la strategia politica del nuovo governo di centrodestra. Risultati elettorali alla mano, la severa egida del partito che ha giurato fedeltà a Pontida sarà determinante nel processo di “debellione del nemico”.

Soprattutto a Milano, prima tra le grandi città del nord che hanno visto un aumento esponenziale degli aficionados di Bossi, il vento xenofobo ha già minacciosamente preso a soffiare.
Salvini assicura di aver parlato con il Sindaco e di aver ricevuto garanzie di maggior severità in tema di sicurezza. Se la parola d’ordine sembra essere “tolleranza zero”, l’antidoto magico non può che passare, conferma il leghista, che per la formula “zero campi nomadi, zero patti di legalità”.

Al Salvini legato alle radici della sua città e della tradizione lumbard, però, difficilmente basterà continuare a cavalcare l’ormai inflazionatissimo tema securitario.
Abile politico, comunicatore diretto ed efficace, più volte portatovoce del malcontento dei quartieri milanesi (sue le recenti battaglie in Comune per l’appovazione della zona a traffico limitato in via Sarpi e per lo slittamento dell’isola pedonale estiva sui Navigli), Salvini sa di rivestire a Milano un ruolo di rappresentanza saldo e affidabile per il suo partito.
Per questo il neodeputato ha deciso di non farsi da parte e di mantenere la sua posizione a Palazzo Marino. Per questo, come è prevedibile e legittimo, pretenderà maggior voce in capitolo in altri decisivi settori dell’amministrazione.
E così l’attaccamento al proprio territorio, l’irrinunciabile difesa delle tradizioni, la valorizzazione dell’efficienza e della cultura lombarda, diventeranno le insegne sotto le quali giocare nuove importanti partite.
La salvaguardia di Malpensa e l’organizzazione dell’Expo, tanto per cominciare.

“Non servono cattedrali nel deserto, bisogna avere un’expo che valorizzi tutta la città e che ne conservi le radici”, dichiara Salvini.
La messa in pericolo della “milanesità”, in fondo, è la versione locale di quella dell’”italianità”, diventata durante la campagna elettorale il cavallo di battaglia del centro destra.
Ma dalle parti di Salvini più che di italianità è corretto parlare di “padanità”.
Perché “Padania is not Italy”.

Giulia Cusumano

Fare satira attraverso i manifesti elettorali

Un manifesto elettorale è di solito frutto di un grande sforzo.

Bisogna essere incisivi, colpire l’immaginazione dei fruitori, scegliere se possibile un solo tema tra i tanti considerati importanti dall’elettorato: la casa, il lavoro, la sicurezza ecc.
Bisogna essere autocelebrativi, ma evitare di apparire enfatici e pomposi.Questo è lo sforzo che richiede maggiore abilità.

Chi fa satira, poi, è sempre in agguato, pronto a ritoccare ( o “taroccare” come si usa dire) l’immagine o la frase che campeggiano sul manifesto per stravolgerle e trasformarle in barzelletta.
Tra i tanti manifesti taroccati ne ho scelti alcuni che mi sembrano particolarmente divertenti.

Eccoli.

berluscawalter.img_assist_custom.jpg
fini%20silvio.jpg
io%20c%27entro.preview.jpg
berlusca.preview.jpg
berlusconi%20a%20casa.preview.jpg
esterne091546530903154706_big.medium.jpg
esterne091546540903154703_big.medium.jpg
mastella.medium.jpg