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Ce lo meritiamo il Cavaliere? Secondo dialogo tra un Berlusconiano e un Non So.

Non so

Ce lo meritiamo il Cavaliere? Cioè un premier che continua a mettere in primo piano i suoi interessi economici e processuali?

Berlusconiano

E’ la legge della democrazia, bellezza. Le cose funzionano così: il candidato che vince governa.

Non so

Ma è giusto che governi un personaggio così?

Berlusconiano

Cosa vorresti dire? Che quando vincono le sinistre, la democrazia funziona, quando vincono le destre no?

Non so

Ti confesso che è proprio quello che penso. Ovviamente mi riferisco a questa destra, in mano al Grande Manipolatore.

Berlusconiano

Ma andiamo! Siete rimasti in pochi a pensarla così. Davvero pensi che quelli di destra siano imbecilli?

Non so

No, penso solo che guardino troppa televisione….

Berlusconiano

Ancora con ‘sta storia? Ma se è evidente a tutti che i mass media sono quasi tutti orientati a sinistra!

Non so

Questa è una bugia. E’ stata ripetuta tante volte che sembra quasi impossibile che non sia diventata, a forza di ripeterla una verità, ma è una bugia.

Berlusconiano

Sai qual’è la differenza tra lui e gli altri?

Non lo so

Certo: sono quasi tutti mediocri, lui è pessimo.

Berlusconiano

No, è che lui i problemi li risolve. Ha abolito l’Ici…

Non so

Per i ceti deboli era già stata abolita. Dì piuttosto che ha sprecato due miliardi per fare un regalo a chi non ne aveva bisogno.

Berlusconiano

Ha imposto alle banche di calmierare i mutui..

Non so

Certo, procrastinandone la durata e maggiorandone gli importi.

Berlusconiano

Si stanno inasprendo le pene per i reati a maggior allarme sociale.

Non so

Vuoi dire che andranno in galera i bancarottieri, i manager disonesti e gli insider ?

Berlusconiano

Sai bene cosa intendo… i rapinatori, gli stupratori, i ladri di bambini…

Non so

Peccato che poi, grazie alla bloccaprocessi resteranno a spasso pure loro.

Berlusconiano

Sparirà la monnezza a Napoli…

Non so

Mi fai pensar ad film di Troisi, Le vie del signore sono finite, ambientato durante il fascismo. Qualcuno fa notare al protagonista che con Mussolini i treni arrivano in orario. Troisi risponde: “Non bastava un capo stazione allora?”

La fortuna dei cattivi maestri

calabresi

A quasi quarant’anni di distanza dall’orrore e dall’insensatezza dei primi delitti delle Brigate Rosse, finalmente una trasmissione televisiva ( lo speciale di Ballarò dedicato al libro di Mario CalabresiSpingendo la notte più in là”) ci racconta quelle vicende dalla parte dei familiari delle vittime .

In studio c’è la figlia di Walter Tobagi, che aveva due anni quando il padre fu ucciso. Adesso ne ha trentadue e parla con compostezza di un dolore che non si è mai sopito.

Ha passato gran parte della sua vita, Benedetta Togagi, a cercare questo padre portatole via così giovane, ha letto i suoi articoli, le sue lettere private, i suoi libri di storia.

A trent’anni di distanza, però, continuano a mancarle i suoi abbracci, le sue carezze, i suoi sorrisi.

Che sicuramente vi furono, ma che lei non può ricordare, perchè il primo ricordo cosciente della sua vita è quello del cadavere del padre ucciso da alcuni giovani della Milano bene che volevano “fare carriera” nel terrorismo, dimostrando che avevano il “fegato” di commettere un omicidio importante ( salvo poi pentirsi e usufruire della legislazione premiale, cavandosela con pochissimi anni di detenzione).

mcalabresiC’è naturalmente Mario Calabresi.

Anche lui aveva due anni quando uccisero il padre.

In studio qualcuno legge le ignobili parole d’odio che ogni giorno Lotta Continua gli dedicava, spingendosi a dire che ormai per lui la sentenza del tribunale del popolo era stata emessa ( come sappiamo poi qualcuno si incaricò di eseguirla, poco importa se prendendo direttive da chi scriveva su quel giornale o semplicemente raccogliendone spontaneamente l’invito)

Il figlio del giudice Alessandrini, anche lui presente in studio, è l’unico che ricorda il padre: aveva otto anni quando lo assassinarono e pochi minuti prima della sua morte lo aveva accompagnato a scuola.

Difficile non immedesimarsi nel dolore di questi giovani, non commuoversi per le loro ferite non ancora rimarginate.

Impossibile non condividere il loro sdegno per la visibilità che in tutti questi anni è stata data agli assassini, che qualcuno ancora si ostina a presentare come i protagonisti di una romantica epopea ( vedi l’ultima sciagurata esternazione di Fanny Ardant sull’eroismo di Renato Curcio).

Il più implacabile e lucido nella sua indignazione è il figlio del giudice Alessandrini.

Fa l’avvocato e da poco ha raggiunto e superato l’età che aveva il padre quando fu ucciso.

L’intervistatore gli fa notare che alcuni degli assassini di cui si sta parlando hanno pagato il loro debito con la giustizia e si sono emendati dei loro delitti dedicandosi a cause nobili.

Flickr imageGli ricorda perfino che uno di loro è stato eletto in parlamento.

Lui risponde, gelido:

“Con quella legge elettorale anche un cavallo avrebbe potuto essere eletto”.