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Archivi tag: uomo
La fiducia ( sentita al caffè).
Uomo : Non hai mai avuto fiducia in me
Donna : Ma cosa dici? Non fare il bambino.
Uomo: Mi hai sempre frenato!
Donna : Non dire sciocchezze!
Uomo : Se non fosse stato per te avrei potuto diventare qualcuno.
Donna : Tipo?
Uomo : Insomma, andare lontano.
Donna : Dove?
Scherzo Micidiale: baciano una scimmia convinte di baciare un bel giovanotto
Incredibile: alcune ragazze bendate baciano una scimmia convinte di baciare un bel giovanotto.
Scherzo micidiale. le espressioni divertite ( non troppo) e sgomente ( parecchio) delle interessate.
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A proposito dei desideri di inizio anno
Buttando giù qualche idea per un romanzo, Flaiano scrive alcune note sui personaggi che lo animeranno:
“L’eroina diventa uomo e l’eroe si scopre pederasta.La loro cameriera diventa attrice e viene ricevuta dal papa.
La puttana, ardente monarchica, fonda un circolo letterario e diventa senatrice.
L’ingegnere scopre la pittura e ci si rovina.
Un vecchio ritorna bambino e si innamora della maestra a cui lo affidano..
….Tutti- e questo è il bello del romanzo- sono infine felici, perchè la felicità e nella trasformazione, nel transito.”
Come spesso succede, Flaiano coglie nel segno.
E’ importante viaggiare, non arrivare.
Truman Capote nel suo ultimo romanzo, ” Preghiere esaudite”, ci ricorda la massima di Santa Teresa d’Avila:
“Sono state versate più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non esaudite”
Come a dire : cosa ci resta della vita, se smettiamo di desiderare?
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Un uomo alla finestra ( essere Kafka)

C’è in Kafka una grande avversione per qualsiasi tipo di fisicità.
L’educazione repressiva e gli atteggiamenti ansiosi del padre (v. il bellissimo “Lettera al Padre”) hanno creato in lui un gigantesco senso di colpa, che si riversa sulla sfera dell’eros.
Il pensiero di avere un rapporto fisico con una donna lo atterrisce, ma lo turba enormemente anche il suo essere un uomo socialmente monco e inutile, incapace di accoppiarsi e di avere una famiglia.
Il vero polo d’attrazione della sua vita è la scrittura, l’attività cui vorrebbe dedicarsi in maniera assoluta e monacale
Sente, tuttavia, che la scrittura non può essere, come vorrebbe, il centro della vita, ma soltanto un piacere da concedersi dopo che si è dato spazio al dovere.
Cioè al suo lavoro di funzionario di una compagnia di assicurazioni.
Cioè ai suoi tentativi di approdare ad una vita “normale”
Il dramma di Kafka è proprio questo.
L’amore gli appare sia la possibilità di arrivare finalmente nella Terra di Canaan, quella dove abitano gli uomini e le donne reali che si accoppiano e procreano , sia il momento della definitiva perdizione e rovina, l’addio crudele ad una missione che sente molto più congeniale alle sue attitudini e alle sue forze, quella della scrittura.
Due sono i grandi amori della sua vita.
In entrambi i casi si tratta di donne che vivono a parecchie centinaia di chilometri da Praga: Felice abita a Berlino, Milena a Vienna
In entrambi i casi il rapporto con l’amata ha il suo momento di massimo pathos nella scrittura. In quegli epistolari , c’è uno slancio infinito, un’immaginazione incontenibile, molto più grande di quella messa in opera nei romanzi .
Kafka vive esclusivamente nell’attesa di scrivere alla donna che ama e di riceverne le lettere.
Quando il rapporto, per l’ insistenza della donna amata, si avvicina ad una qualsiasi forma di stabilità e concretezza, lui preferisce troncare.
In entrambi i casi è la malattia che lo consuma la causa apparente della rottura.
In realtà quello che lo spinge a chiudere questi rapporti è il desiderio di tornare a se stesso, di ritrovarsi senza fardelli sia come uomo sia come scrittore.
Un’ultima considerazione.
Il complesso di colpa, proprio per i prezzi che ha saputo esigere nella vita di Kafka, ha limitato enormemente la sua produzione letteraria: restano alcuni splendidi racconti e tre romanzi, di cui uno solo portato a termine.
Ma, senza quel mostruoso senso di colpa, che ne sarebbe dell’opera di Kafka?
Lo considereremmo, come lo consideriamo oggi, uno dei grandissimi del Novecento?
Penseremmo a lui come ad uno scrittore attualissimo, nonostante il secolo che è passato da quando ha scritto i suoi libri?
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