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Il guinzaglio e le promesse elettorali

Già di primo mattino, una mia cagnetta, subito dopo aver mangiato e fatto i suoi bisogni in un piccolo spazio esterno alla casa, comincia a dare segni di nervosismo perchè vuole uscire.

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Mugola, va avanti e indietro per l’appartamento, comincia a raspare sulla porta di casa.

Per stare tranquilli ricorriamo ad un metodo molto semplice: le mettiamo il guinzaglio.

Per lei equivale alla promessa di essere portata fuori.

Siccome è l’azione che precede l’uscita per lei equivale all’uscita ( lo sappiamo dai tempi di Pavlov)

Si mette a sonnecchiare da qualche parte in fiduciosa attesa, senza più alcun segno di eccitazione o nervosismo

L’uscita, poi, puntualmente si verifica.

Ma quando fa comodo a noi, non a lei.

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Qualche volta mi sembra che anche con noi certi politici adottino un sistema analogo.

Ci fanno mirabolanti promesse ( così come io metto il guinzaglio/ promessa d’uscita), poi si fanno tranquillamente gli affari propri.

E andrebbe anche bene se poi, una volta fattisi, gli affari loro, si ricordassero di onorare le loro promesse, così come io una volta che ho messo al cane il guinzaglio, poi, cascasse il mondo, lo porto fuori.

Il dramma è che, per restare alla metafora, quegli uomini politici, ci lasciano sempre dove siamo e avete capito dove.

Altro che portarci fuori!

Inaugurazione

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Mai allestita una mostra personale di pittura in vita mia.

Prima di ieri sera.

Adesso so cosa si prova.

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Mettere in mostra (e provare a vendere ) un quadro

è un po’ come quando ti esce di casa un figlio.

E’ stato in famiglia per anni, ma è arrivato il momento,

per lui, di andare in giro solo con le sue gambe.

Ti chiedi se gli altri lo apprezzeranno o lo ameranno

come lo hai amato e lo ami tu.

Certo, tu hai messo al mondo, sia il figlio che il quadro,

con le migliori intenzioni.

Avevi un progetto preciso per lui ( sia per il figlio

sia per il quadro).

E sai anche che avere un progetto preciso

a volte non dà la certezza di realizzarlo….

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Ma mentre quando ti esce di casa un figlio,

sai già che il non vederlo più come prima

ti darà inevitabilmente un dispiacere, quando

qualcuno apprezza un tuo quadro fino al punto

di decidere di appenderlo in casa sua, questo fatto

ti appare positivo senza riserve:

sai che con quella tela e quei colori tentavi

di trasmettere, con i mezzi a tua disposizione,

una tua piccola visione, un messaggio: verificare

che è stato raccolto ti conforta e ti rallegra.

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Questo per dirvi che già al primo giorno di esposizione

un terzo dei quadri ha trovato una nuova casa.

In qualche caso si tratta di amici miei, presumibilmente

mossi da indulgenza nei miei confronti.

Ma ( sorpresa!) qualche quadro è stato acquistato

anche da perfetti sconosciuti.

Mi sa che continuerò a dipingere ( è chiaro che è

una minaccia…)