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SI DIFFONDE UN NUOVO SPORT: AL CAINANO NON DAR LA MANO (spettatrice di porta a porta nega la stretta di mano al Berlusca)

Santa subito!

Si diffonde un nuovo spor, una specie di prova di resistenza.

Si tratta di resistere alla simpatia, al fascino dell’uomo più potente d’Italia che si avvicina a te sorridendo in pubblico ( o in privato, ma lui preferisce in pubblico) e cerca di stringerti la mano.

Si diffonde, si fa per dire…

In realtà è molto più diffuso lo sport opposto : quello praticato da coloro che vogliono stringergli la mano, leccargli le estremità, farsi fotografare con lui ( e Noemi) toccarlo abbracciarlo, baciarlo.

Perchè al suo fascino è molto difficile sottrarsi…

Ah si? L’insistenza di Papi vi sembra meno urticante e bavosa solo perchè lui raccomanda alla ragazza di mantenersi pulita e di studiare?

Panorama 4Due anziani siedono al caffè, nel tavolino accanto al mio.

Commentano i particolari dell’intervista fatta da Repubblica al fidanzato di Noemi.

Ecco la loro conversazione:

Uomo con la camicia gialla: Beh, anche se fosse tutto vero, non mi sembra che sia così grave?

Uomo con la camicia bianca: Stai scherzando? Se fosse vero avremmo questo quadretto: il paese è in grossissime difficoltà, ma ci sono due ultrasettantenni che sfogliano un book. Uno si questi è anche presidente del consiglio, è ricchissimo, famoso, proprietario di tv, e, nel tempo libero chiama una ragazzina con il preciso scopo di lusingarla. Se tu avessi una figlia di quell’età e ti venisse a raccontare una cosa del genere, cosa penseresti?

berlusca e fede

Uomo con la camicia gialla: Beh non mi sembra che Silvio dicesse nulla di male a questa ragazzina…

Uomo con la camicia bianca : Ah si? L’insistenza di Papi ti sembra  meno urticante e bavosa solo perchè lui raccomanda alla ragazza di mantenersi pulita e di studiare?

Uomo con la camicia gialla: Sono frasi da buon padre di famiglia…

berlusca haremUomo con la camicia bianca :   E la  storia del vivaio di ragazzine ospitato a Villa Certosa non è grottesca?

Uomo con la camicia gialla: Ma in fondo a casa sua non può ospitare chi vuole?

Uomo con la camicia bianca: Certo. Ma quello che è intollerabile è che il premier abbia preteso di avere una puntata di Porta a Porta per spiegarci questa storia. Ma se parla agli italiani, anche dei suoi fatti privati,  pensi  che abbia diritto di  prenderli per il culo? Solo perchè sono suoi fatti privati? Non credo,è una questione di rispetto nei confronti del popolo che dice di amare

Uomo con la camicia gialla : Dì quello che vuoi , ma a me questo video non sembra che lo sputtani così tanto:.

Uomo con la camicia bianca:  Per me  è esplosivo. Poi ci sono i malati di Silvio, come te, che lo continuerebbero a idolatrare anche se lo vedessero a letto con la propria moglie…

La conversazione degenera un po’ .

Mentre i due lasciano il caffè, sento distintamente l’uomo con la camicia bianca che imita ( piuttosto bene tra l’altro) la voce dell’uomo con la camicia gialla e gli fa dire, come se fosse rivolto al premier: “Se le piace, non faccia complimenti, Cavaliere, volendo ci sono pure mia figlia e mia sorella…”

anziani

Terremoto Veronica: Silvio stasera in tv da Vespa. Siete pronti al gioco delle 3 carte?

giocoMossa a sorpresa del presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi sarà infatti ospite di Bruno Vespa a ‘Porta a Porta’.

“E’ il segno che non teme di apparire di fronte agli italiani nel pieno del terremoto Lario.” già dicono i suoi reggicoda.

Patetico.

Assisteremo al gioco delle tre carte.

Cercherà di farci credere che è stato solo calunniato ingiustamente.

Che è stato tradito dal suo comportamento amabile e giocoso.

Patetici anche i milioni di italiani pronti a credergli. (ovviamente non ci sarà alcun contraddittorio e la compiacenza dell’Insetto sarà straordinaria e commovente, ma nessuno è più credulo di chi VUOLE credere).

Patetici noi che ci ostiniamo sempre a sperare che accada qualcosa che apra gli occhi ai nostri connazionali che vanno pazzi per il Grande Giocoliere.

Mancano solo Bontate & Badalamenti: a Porta a Porta il santino di Andreotti.

Marco Travaglio (l’Unità 15/01/09)

badalamenti

andreotti-mafioso

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Anche la terza Camera del Parlamento,“Porta a Porta”, ha festeggiato il 90˚ compleanno di Giulio Andreotti.

Alla tetra cerimonia hanno partecipato: Cossiga, il palo; Macaluso, il difensore non retribuito «de sinistra»; Giulia Bongiorno, la difensora retribuita «de destra»; Pisanu, l’Andreotti sardo; Piercasinando, il lattante; Massimo Franco, il biografo autorizzato; e naturalmente Vespa, il maggiordomo.

Mancavano solo Bontate e Badalamenti, prematuramente scomparsi. La Bongiorno tentava per l’ennesima volta di dimostrare l’assoluzione del suo cliente (in realtà salvato dalla prescrizione per il delitto di mafia commesso fino al 1980) e ci riusciva benissimo, visto che non c’era nessuno a contraddirla e a rammentare che, per un’accusa così grave, alla prescrizione si dovrebbe rinunciare.

Macaluso biascicava le solite giaculatorie sulla «responsabilità morale», come se lamafia non fosse un reato.

Pisanu delirava sul «processo Andreotti per distruggere la Dc», senza spiegare a quale partito fosse mai iscritto Mattarella.

Piercasinando invocava la riforma della giustizia per evitare processi come quello.

Ogni tanto, a svegliare lo scarso pubblico superstite, provvedeva l’emerito Cossiga con i toni pacati tipici dello statista: bava alla bocca, occhi iniettati di sangue, violente minacce a Caselli, ovviamente assente («in un altro paese lo prenderebbero a calci nel sedere»).

Eppure la pompa funebre di “Porta a Porta” è stata utilissima: se l’insetto la fa franca anche stavolta, nessuno potrà più invocare il «contraddittorio» o protestare contro la «gogna mediatica» e le trasmissioni «a senso unico». Grazie, Bruno.

La Vezzali fa la squinzia con Silvio (imperdibile video di “Porta a Porta”)

La grandissima Valentina Vezzali, dopo anni di sacrifici e di vittorie, che hanno fatto di lei una delle sportive italiane più vittoriose d’ogni tempo, brucia un patrimonio di credito e di ammirazione in cinque minuti di svenevoli complimenti al Presidente del Consiglio ( il quale, pur amante com’è di ossequi e apprezzamenti, appare imbarazzato da tanta scoperta civetteria e invadenza).

Insomma Valentina era un mito, chi glielo ha fatto fare a comportarsi da squinzia?

Una sola possibile risposta: Berlusconi le piace proprio!

Che dire ? De gustibus….

Comunque brava Valentina ( ma torna alla scherma, per carità, è quello che ti riesce meglio!)

Anche i tg della Fininvest dicevano a Di Pietro: “Facci sognare”

Ogni tanto ricordare le cose che sono accadute serve a riflettere.

Propongo oggi un piccolo ripasso della recentissima storia patria.

E’ uno dei capitoli di un breve saggio sull’ascesa di Berlusconi, che riguarda il primo processo Mani Pulite e l’impatto che questo straordinario avvenimento ebbe sul modo di esprimersi dei media e dei politici.

Molti dei protagonisti di quel periodo, sia tra i politici sia tra i giornalisti, poi hanno trovato giusto, o comodo, prendere le distanze dai loro ardori iniziali.

E quello che sembrava l’inizio di un positivo cambiamento agli occhi di molti, con il tempo, è diventato un film dell’orrore.

Il 28 ottobre 1993 si apre il primo capitolo giudiziario dell’inchiesta MANI PULITE. Alla sbarra c’è il finanziere Cusani, indagato per concorso in falso di bilancio e finanziamento illegale ai partiti.

Le vicende di Tangentopoli hanno fortemente inciso sul modo di affrontare i fatti della politica da parte dei mass media.

Le telecamere, dopo mesi passati a gettare luce sui vari passaggi dell’inchiesta, entrano nell’aula del processo, che diventa di dominio pubblico.

La gente vuole conoscere i fatti e può farsene anche un’idea in prima persona assistendo alle varie fasi del dibattimento.

Ogni sera intorno all’ora della cena i protagonisti della vicenda ( magistrati, imputati e avvocati) si danno battaglia davanti a milioni di italiani. Con pochissime eccezioni anche i principali giornali del Paese si sono buttati sulla vicenda, diventata un vero feuilleton. Si tratta, per dirla con Dayan e Katz, di un “evento mediale”, una cerimonia celebrata dai media che interrompe la routine della programmazione televisiva.

Fino ad allora rimasti impigliati in un ruolo quasi ancillare nei confronti del sistema politico, i media cominciano ad operare in maniera nuova e con maggiore indipendenza: assumono il ruolo tipico del cosiddetto giornalismo watchdog, diventando i rappresentanti ufficiali di un’opinione pubblica che giorno dopo giorno matura e consolida l’idea di una classe politica corrotta e indecorosa, inadatta a governare. Siamo di fronte ad “un rituale di degradazione, di delegittimazione di un’intera classe politica coinvolta dagli scandali”, osserva Mazzoleni nel suo manuale La comunicazione politica (pag.152), sottolineando poi come gli umori antipartitici siano già presenti nell’aria, e che il ruolo dei media sia decisivo nell’amplificarne la portata (ibidem, pag 246).

La televisione dà ampio risalto alla vicenda.

Fra i Telegiornali quelli che danno maggiore spazio alle cronache giudiziarie sono quelli di Fininvest, che in maniera molto dettagliata e spettacolare scandagliano i vari aspetti dell’inchiesta.

Come dice Morcellini nel suo “E-lezioni di tv” i media e soprattutto la tv vivono ben più intensamente che in altre occasioni una propria funzione di “bussola della socializzazione politica”. In altre parole sono loro, i media, a creare l’agenda della comunicazione politica (agenda setting), a dettare le urgenze, a mobilitare le coscienze e le opinioni del pubblico.

Di Pietro, il magistrato di punta del pull, è diventato l’uomo più popolare del paese.

Sui muri di tutte le città campeggiano scritte come “Di Pietro facci sognare” o “Colombo vai fino in fondo”. I giornali esaltano il suo atteggiamento spontaneo e il suo linguaggio poco burocratico, i suoi “Che c’azzecca” e i suoi “Benedetto Iddio”.

Anche le testate straniere si dedicano a lui: il Wall Street Journal il 12 giugno titola in prima pagina: “Go for it Di Pietro” (Avanti, Di Pietro), il settimanale statunitense Newsweek gli riserva una copertina.

La satira si scatena. Nella trasmissione “Avanzi” Antonello Fassari interpreta il giornalista ipocrita Giulio Pinocchio, mentre Corrado Guzzanti imita Ugo Intini ( portavoce di Craxi) che canta piangendo “Non può crollare il sistema”.

In televisione si sta affermando anche un nuovo modo di impostare le questioni. Si abbandona il linguaggio da addetti ai lavori e si cerca di entrare in maniera facile e diretta nei problemi che stanno a cuore alla gente.

E’ Gianfranco Funari il precursore di questo nuovo modo di affrontare la politica. Per lui l’importante è prendere di petto le questioni con un linguaggio che consenta a tutti di capire di cosa si sta parlando. Anni luce separano le sue interviste agli uomini politici da quelle delle varie Tribune Politiche, caratterizzate da discorsi articolati e complessi, incomprensibili alla più parte.

Funari vuole “far capire qual è il problema alla gente a casa”, come dice spessissimo fissando la telecamera.

I professionisti della politica cercano di adeguarsi. Alcuni di essi scoprono con imbarazzo che parlare in maniera semplice e diretta alle persone non è un esercizio alla portata di tutti.

Grave difetto per chi, per i doveri del suo ruolo, ha bisogno di stare in mezzo alla gente, capire ed essere capito.

Per tutti i politici sta cominciando una nuova era della comunicazione, in cui i contenuti arrivano se il mezzo con cui vengono trasmessi è efficace e se chi lo utilizza è capace di farlo al meglio.

Significativo, a riguardo quello che ci racconta Bruno Vespa nel suo “Rai, la grande guerra

“… ho conosciuto i leader della Seconda Repubblica assai meglio di quanto abbia conosciuto, nei trent’ anni precedenti quelli della Prima. Per due ragioni, credo: è cambiata la politica ed è cambiata l’informazione televisiva.”

Mentre per quanto riguarda i cambiamenti dell’informazione televisiva precisa:

Non esistevano le informazioni di approfondimento di cui oggi sono pieni i teleschermi. Dall’82 in poi per una decina d’anni, ho cercato di far incontrare in un dibattito televisivo De Mita e Craxi, Andreotti e Berlinguer, Forlani e Natta, Craxi e Occhetto. La cosa era semplicemente impensabile”.

( Da L’uomo nuovo e il partito mediale di Giulia Cusumano)

Berlusconi a Porta a Porta: cronaca di un incubo notturno

Ho avuto un incubo stanotte.Ve lo racconto.

Erano le undici e mezza di sera e, invece di leggere un buon libro, cedevo all’abbacinazione dell’orrore e guardavo Porta a Porta.

C’era Silvio.

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Era quello di sempre: noioso, prolisso, apodittico.

Dava risposte fluviali : sermoni sugli stermini stalinisti ( come se avessero a che fare con i problemi dell’Italia di oggi) , aneddoti toccanti sugli incoraggiamenti materni ( “la mia mammina”), spacconate sull’età che sentiva di avere ( trentacinque anni!!!).

Cambiavo canale per l’esigenza di tornare respirare ( l’immersione in apnea non è mai stata il mio forte) ma su Matrix trovavo un torvo ed inquietante individuo di nome Storace ( un incubo nell’incubo!), così ritornavo a Silvio e scoprivo che, grazie al fervido zelo di Vespa, era riuscito ad insediarsi sulla leggendaria scrivania del Contratto con gli Italiani.

Stava concionando sulla spesa pubblica, mai scalfita nel suo quinquiennio, ma quando qualcuno gli chiedeva seccamente : “Perchè non abolite le province?” rispondeva citando, sempre a proposito di spesa pubblica, il suo sogno di sempre : costruire il Ponte sullo Stretto


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Vespa era dispiaciutissimo: nel retrobottega aveva il plastico di Cogne, la bicicletta di Alberto Stasi e l’ecoballa napoletana.

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Ma non il plastico del ponte oggetto di desiderio.

Passo una notte agitata.

Per fortuna era solo un incubo notturno.

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O no?

Lo smaltimento di Bassolino ( puro orrore a Porta a Porta, ma non è Cogne)

Non guardo quasi mai “Porta a Porta”.

Ieri sera l’ho fatto e non sono più riuscito ad allontanarmi da quel canale fino alla fine del programma nonostante l’ora tarda.

Presenti in studio, tra gli altri, il governatore della Campania Bassolino, il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, un paio di ministri della passata legislatura.

Tema, ovviamente,  il caos rifiuti.

I rifiuti si sa come sono fatti: più si rimesta tra loro, più puzzano.

Così è la questione “monnezza” in Campania: più i mass media cercano di approfondirla più vengono alla luce cose storte: immobilismi più o meno interessati, malversazioni, comportamenti criminali, abusi di potere, omissione di attività di controllo, incompetenze.

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Ci sono solo due certezza.

Prima certezza

La questione è stata affrontata da un numero altissimo di persone ( molte di più di quelle impiegate in altre realtà, in cui tutto funziona) con esiti nulli.

Alcune decine di qeste persone si sono arricchite su questa catastrofe ( i camorristi e gli imprenditori disonesti) .

Alcune centinaia di loro hanno preso lo stipendio per anni senza lavorare ( gli operatori ecologici privi di mezzi per l’asporto rifiuti, dati in comodato ai consorzi privati, non si capisce bene perchè)

Seconda certezza

la soluzione del dramma è lontanissima.

Anche perchè, sembra incredibile, non si è ancora disposti a fare il primo indispensabile passo:

cominciare a smaltire, prima ancora dei rifiuti, gli incapaci .