
Una premessa doverosa di tipo personale: anch’io, come molti, spero che il nuovo Governo faccia bene e riesca a trovare con l’opposizione un’intesa sui temi importanti.
Non ho votato per Berlusconi e credo che mi rifiuterò di farlo fino a quando disporrà di quello strapotere mediatico che rende sleale qualdiasi tipo di competizione elettorale cui partecipi.
Ma il Paese è troppo mal ridotto per poterci permettere di fare il tifo contro l’unico governo che abbiamo ( e che avremo a lungo..)
Un’ intesa con l’opposizione mirata a cambiare le regole di funzionamento della macchina dello stato per renderla più efficiente e snella è poi necessaria più di ogni altra cosa.
Sono quindi un sostenitore del dialogo e favorevole ad un’opposizione responsabile.
Chi sta al governo, in genere, non sbaglia mai il 100% delle cose che fa: ogni tanto anche il governo meno abile, statisticamente, qualcuna la imbrocca.
Un’opposizione responsabile non fa il muro contro muro a prescindere. Seleziona le battaglie da combattere.
Ma su un’unica cosa non è giusto arretrare di un solo centimetro: la corretta informazione.
Il giorno in cui, in nome della necessità di dialogo, si cominciano a nascondere i fatti, è il giorno di nascita di quella che Scalfari comincia a definire una “dolce dittatura”.
Una dittatura in cui coloro che raccontano questi fatti non vengono mandati nei gulag o nei manicomi, ma ricevono una condanna unanime come provocatori, costruttori di trappole, disturbatori del manovratore.

Mi riferisco al caso Travaglio- Schifani.
Durante una trasmissione televisiva Travaglio non ha formulato, come qualcuno adesso cerca di far credere, un’accusa di collusione con la mafia a carico del Presidente del Senato.
Si è semplicemete limitato a ricordare un fatto inoppugnabile, del quale tra l’altro io insieme ad alcune di migliaia di lettori del libro “I complici ” di Lirio Abbate e Peter Gomez eravamo al corrente.
Il fatto nella sua nuda e semplice verità è questo: esisteva tanti anni una società di brokeraggio assicurativo chiamata Sicula Brokers i cui soci erano, insieme a Renato Schifani, Enrico La Loggia, Nino Mandalà ( poi condannato per mafia) e Benny D’Agostino ( poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa).
Molti pensano che sia praticamente impossibile vivere in Sicilia senza entrare, del tutto casualmente e incolpevolmente, in contatto con i mafiosi.
Possibile, se parliamo di quelli che ci siedono accanto al cinema o al ristorante.
Più difficile che il contatto sia casuale e incolpevole quando ci si siede accanto ad un mafioso nel consiglio di amministrazione di una società commerciale.
E’ giusto o no che gli italiani sappiano di questo trascorso del Presidente del Senato?
Secondo me si.
E’ “rivoltante e inutile”, come dice Marco Taradash, che qualcuno lo ricordi?
Oppure è semplicemente informazione?
La condanna di Travaglio è quasi unanime anche nell’opposizione ( Di Pietro escluso).
Comprensibile.
L’opposizione ormai è allo sbando: i commentatori e gli esperti di sondaggi li hanno a tal punto rintronati ammonendoli sull’effetto boomerang dell’antiberlusconismo, che il primo riflesso al quale si abbandonao in una situazione come questa è quello di attaccare a loro volta chi disturba il manovratore.
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Nel frattempo Tremonti il più lucido di tutti, pur non sapendo ancora che pesci pigliare, rilascia un’intervista di enorme impatto mediatico: pagheranno le banche e i petrolieri. Sembra quasi di sentire lo slogan dell’ultrasinistra nel 2006: Anche i ricchi piangano.
Neanche Rossi & Turigliatto avrebbero osato tanto.